Dammi ancora un minuto

Esce un altro disco di Paul McCartney, ai primi di giugno. Lo ascolteremo con pregiudizio (“ancora?”), ci stupiremo che sia di nuovo pieno di gradevoli popsongs, ne diremo quindi mirabilie, e tempo due mesi l’avremo dimenticato (il primo singolo è già deboluccio). Però questa volta è indimenticabile il titolo: “Memory almost full”. Che è una grande autoironia dell’autore, una immagine definitiva per come ci si sente di questi tempi, e insieme un concetto tutto mccartneyano, con quell’”almost” a salvare qualcosa. “Out of memory”, non sarebbe stato da lui

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