Che quella di Irene Grandi sia la canzone dell’estate è definitivo, e se non vincesse il Festivalbar sarebbe solo per l’ennesimo scandalo italiano da ricorso al TAR. Mi piace soprattutto il “muoia sotto a un tram”, perché mi ricorda l’autobus a due piani che investe gli amanti in una grande canzone degli Smiths (“There is a light that never goes out”) e anche una delle scene più efficaci e sconvolgenti dell’ultima stagione di Lost. C’è solo una cosa che non mi convinceva nella canzone scritta perfettamente da Francesco Bianconi dei Baustelle: quel passaggio dove dice “e tutti quei ragazzi come te non hanno niente”. Malgrado vi leggessi una tipica citazione del pop anni Sessanta (“tous les garçons et les filles”, cose del genere), il testo mi sembrava gratuito e insignificante. Chi sono questi ragazzi che non hanno niente? Poveri ma belli? Che c’entrano?
Poi mi hanno spiegato in maniera convincente – voi lo avevate capito, lo so – che la formula intende invece (un po’ arditamente) che “quei ragazzi” non avrebbero niente di paragonabile a “te”. Non sono degli spiantati senza un avere. “Come te non c’è nessuno”, insomma. È la canzone dell’estate.
Vanity Fair