Le madeleines di telecentro

In questi anni si è scritto molto di come le nuove tecnologie abbiano cambiato anche un settore centrale e trainante nel successo delle suddette tecnologie: il porno. Secondo un articolo in controtendenza del New York Times di qualche tempo fa, per esempio, l’alta definizione scontenterebbe i cultori della materia, seccati dall’eccesso di dettaglio non sempre all’altezza delle loro fantasie. Io invece mi sono chiesto, non avendo generazioni del genere a portata di mano, quali fornitori di pornografia siano privilegiati dai teenagers di oggi (sugli adulti sono meno curioso e meno indulgente con gli eccessi). Ai tempi miei ancora c’erano solo i giornalini – conoscevamo una discarica di carta da macero dove si trovava gratis un sacco di roba tremenda – e poi arrivò il bengodi delle tv libere. Mi ricordo la popolarità liceale di TeleCentro, che trasmetteva da una cert’ora dei cortometraggi danesi in lingua originale. Che il cortometraggio, se ci pensate, è la lunghezza più congrua alle necessità del film porno. Avevano dei titoli genere Mulino Bianco: “Pomeriggio a fare i compiti”, “Un allegro picnic”, “Mamma prepara la colazione”, cose così. Solo i titoli erano tradotti, il resto era tutto in danese.

Adesso la tv ha subito una stretta legale rispetto all’offerta del porno (con l’eccezione della tv a pagamento, poco frequentata dai teenagers), ma nel frattempo internet ha reso disponibile roba che al confronto i danesi sembrano davvero la famiglia del Mulino Bianco. Però internet non è accessibile e diffusa tra i ragazzi come lo era la tv ai tempi di TeleCentro. Quindi mi domando come se la cavi la maggioranza di loro: con i telefonini? Vanno di nuovo forte i giornalini? E si diventa sempre ciechi?

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