Io la penso così: la “vocazione maggioritaria” ha un suo senso, e l’andar da soli anche. Sia sostanziale che formale. E quindi, lo dico ancora, è giusto escludere apparentamenti eccetera, siano essi con Di Pietro o con i radicali (ma non si confonda l’effettivo apparentamento politico e storico con i radicali con la convivenza strumentale con un movimento di destra e privo di ragione politica come quello di Di Pietro).
Però il PD deve essere aperto alla partecipazione di soggetti politici rilevanti che ne condividano il progetto: di Di Pietro poco mi importa, come si sarà capito, ma i radicali sono una forza, sono una capacità, sono dei voti. Gli si offra lo spazio che meritano e che è giusto nelle liste del PD, e non il misero contentino presuntuoso della candidatura di Emma Bonino (che le fa giustamente chiedere se la prendono per un’accattona): ottenere che i radicali entrino nelle liste del PD e nella sua politica è nell’interesse del PD, sempre che non vogliamo concludere che il PD è tenuto sotto ricatto da una sua minoranza di bigotti della cui presenza nel centrosinistra si pagano prezzi salati da anni
Binetti sì e Pannella no
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