Quando dico – lo ha riportato anche l’Espresso questa settimana – che penso che se Veltroni domani mollasse, una nuova leadership del PD non esisterebbe; e definisco impresentabili i nomi di Cuperlo o Zingaretti, non è per mancanza di stima nei confronti dei due: sarei ben contento che ci fossero loro al posto di altri che non dico. Ma penso che non si possano tirar fuori dal cappello dei nomi a cui la gente per strada reagisca dicendo: “chi?”. Di questo stiamo parlando, di creare una seconda fila che sia riconosciuta nel momento in cui potesse diventare prima. A ora nel quadro ci sono solo Veltroni, certe ex prime file pronte per i libri di storia, e le quarte file. Niente in mezzo.
Poi c’è quel dettaglio sul cambiare anche politica e modo di farla: dettaglio per cui non è affidabile nessuno sia stato classe dirigente del centrosinistra finora (per esempio quelli che hanno messo su la giunta regionale abruzzese), Veltroni escluso per quel che ha fatto in quest’anno.