Mi raccontano una polemica ubriaca nata nel weekend da un dibattito della Blogfest, e cerco di capirne di più. È successo che un pubblicitario ha provato a spiegare delle sue idee citando la potenza comunicativa dell’attentato alle torri gemelle, argomento serenamente dibattuto da molti anni in molti ambiti (io stesso l’ho ricordato ancora la settimana scorsa, parlando d’altro). Non dovrebbe esserci bisogno, quando si spiegano cose così, di spiegare che l’analisi di un fenomeno e il tentativo di comprenderne il senso e l’efficacia non implicano la sua giustificazione, naturalmente. Ma di recente gli sciocchi sono sovreccitati e se io adesso dicessi che il progetto hitleriano fu una cosa straordinaria e senza precedenti che rimarrà nella storia per sempre e affascinò moltitudini, qualcuno che non veda l’ora di indignarsi e darmi del nazista si troverebbe di certo.
E infatti, qualcuno in deficit di notorietà è saltato su e ha fatto una piazzata del tutto fuori luogo: ma ormai si sa che più le comunità sono sfigate più salgono i deliri da competizione e sgomitamento. Il fatto è che a questo giro la violenza dell’aggressione ha superato la misura, con demagogici incitamenti al linciaggio verbale del pubblicitario di cui sopra (accolti naturalmente da un cospicuo numeroso di volenterosi carnefici, che si trovano sempre). Che si dà il caso abbia una fidanzata blogger (e amica del titolare, qui, per chiarezza) che ha cercato di riportare le cose a un equilibrio, e mal gliene incolse. Lui allora ha telefonato al blogger pirla e va’ a sapere cosa gli ha detto: stando al blogger pirla terribili minacce (ma il blogger pirla non si è lasciato intimidire, ah, no). Perché il blogger pirla ha messo online anche questo suo martirio (chiedi che uno sia licenziato dai suoi superiori senza ragione, gli insulti la ragazza davanti a tutti, quello chiama incazzato e dice di piantarla, e tu fai il perseguitato).
Sarebbe molto spiacevole se la tanto invocata maggiore influenza dei blogger arrivasse sotto forma di persecuzione personale per ragioni di piccola vanità. Però può darsi sia la via italiana.