Casabianca (meno dodici)

È divertente pensare che mentre un sacco di americani sembrano preoccupati che un nero che sospettano musulmano e amico di terroristi diventi Presidente, ieri sia stata un’elegante signora bionda di 58 anni a cercare di ammanettare Karl Rove sul palco dove si teneva un dibattito a San Francisco. La signora si chiama Janine Boneparth (mica “Hussein Obama”) e voleva contestare all’ex consigliere di Bush il sostegno alla Guerra in Iraq. L’hanno portata via facendo svolazzare leggiadramente la sua chioma fresca di parrucchiere.
Niente in confronto a Sarah Palin: il sito “The Politico” ha rivelato che il Partito Repubblicano ha speso 150 mila dollari per guardaroba, capelli e trucco del governatore dell’Alsaka, da quando è stata candidata. Dallo staff repubblicano hanno fatto sapere che a fine campagna i vestiti andranno in beneficenza, ma la storia non passerà indolore.
E piove sul bagnato, perché poco prima l’Associated Press aveva scoperto che la Palin aveva fatto pagare ai contribuenti dell’Alaska alcuni viaggi e alberghi delle figlie, da cui si era fatta accompagnare di sua iniziativa in occasioni ufficiali: la cosa non sembra esattamente illegale, ma non fa una buona impressione.
Nel frattempo stanotte sono cominciate le finali del baseball. In campo ci sono due squadre di outsiders: i Tampa Bay Rays abituati ad arrivare ultimi, e i vecchi Phillies di Philadelphia, che hanno vinto il campionato solo una volta ventotto anni fa. McCain ha detto di non essere “così scemo” da dichiarare il suo tifo – la battaglia è delicatissima sia in Florida che in Pennsylvania – e ha accusato Obama di fingersi tifoso di entrambe le squadre. Ma un portavoce di Obama lo ha smentito: i “suoi” Chicago White Sox sono stati eliminati dai Rays. E quindi lui tiferà Philadelphia.

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