La tv e le primarie del PD

Pensieri estivi. A parte il debutto del nuovo Cult – traslocato sul 319: sarà all’altezza dei suoi trailer? – in tv non c’è niente. Ma niente niente. Oddio, non che fuori dalla tv ci sia questa eccitazione. In politica, ci dovrebbero essere le primarie del PD, ma dal punto di vista spettacolare – sul resto glissiamo – si sono già spente. E senza il doping dei talkshow, i candidati non esistono. A provare a tenerle in vita ci provano due invenzioni televisive anomale simili, che propongono confronti “balneari” con i candidati e i lavoratori dell’indotto. Una è RED, la tv “vicina a Massimo D’Alema”, che fu Nessuno TV (e allora fece gli unici talkshow dedicati alle primarie dell’Ulivo). Le conversazioni del direttore Claudio Caprara con gli ospiti sono spicce, piacevoli, pochissimo ingessate. Con il “terzo uomo” Ignazio Marino, Caprara gli ha mostrato una scena dal film con Orson Welles. Marino ha perso metà dei consensi potenziali rispondendo alla domanda se gli piacesse Orson Welles: “abbastanza”.
Nel frattempo Diego Bianchi in arte Zoro, in vacanza da “Parla con me”, si è inventato una nuova cosa sul terreno a lui congeniale: internet. Si chiama “Orzo”, ed è una ruspante chiacchierata con un ospite, e la possibilità per gli spettatori di commentarla in diretta. Quando ebbe ospite Bersani, quello fece la battuta sulla bocciofila che andò su tutti i giornali. Ma funziona proprio perché malgrado il crescente successo sembra una cosa fatta per scherzo.
E ad autunno, torna Porta a porta.

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