Premessa: è nota la diffidenza personale del titolare qui, per l’idea che useremo internet dentro al cassone del soggiorno, piuttosto che guardare la tv dentro al computer. Ma io non sono un fulmine nel percepire le esigenze diffuse, e quindi me la tengo come diffidenza personale.
L’altroieri il Wall Street Journal è tornato a parlare dei progetti sulla prima eventualità, chiamandola “il sacro Graal dell’era digitale”, in riferimento al fatto che se ne parla da anni e non si quaglia mai niente. Lo stesso WSJ ne aveva scritto l’ultima volta appena a gennaio:
Of course, similarly optimistic statements have been made by industry executives since the mid-1990s, when efforts to combine Internet technology with TV sets first emerged. The current economic climate could be another stumbling block, deterring consumers from upgrading their existing TV sets.
I due articoli del WSJ sono praticamente paralleli: il primo inizia dicendo che la svolta è rappresentata dall’arrivo dei televisori con la connessione alla rete, che non richiedono quindi apparecchi aggiuntivi. Il secondo inizia dicendo che la svolta è rappresentata dall’arrivo dei televisori con processori più veloci, che non richiedono quindi apparecchi aggiuntivi. Poi entrambi intervistano Patrick Barry di Yahoo, eccetera.
It’s not clear whether consumers, long accustomed to the distinction between the “lean back” mode of television and the more engaged mode of the PC, will welcome the introduction of interactivity into the television.
update: tutta questa successione di aggiornamenti e diffidenze è tradotta così in Italia:
L’Italia è ancora alle prese con il faticoso passaggio dalla televisione analogica al digitale terrestre, ma un’altra rivoluzione ben più clamorosa è già dietro l’angolo. Da tempo si parla della trasformazione della tv rispetto a come siamo abituati a conoscerla da oltre mezzo secolo, ma ora, come segnala un ampio servizio sul Wall Street Journal, la svolta è davvero vicina.