Haiti mon amour

Intanto ci hanno tirato su 70 milioni di dollari per aiutare Haiti dopo il terremoto: quindi qualunque giudizio artistico sul progetto “Hope for Haiti now” parte positivo a priori. Si sono messi assieme una montagna di artisti, raccolti da George Clooney e da Wyclef Jean – quello geniale dei Fugees, che da Haiti viene – e hanno costruito una serata-telethon da cui è stato tratto un disco. Nell’era della musica digitale, il disco è stato in vendita su iTunes il giorno seguente e ha battuto ogni record di prevendite. Detto questo, dentro ci sono delle cose che resteranno, e non solo le buone intenzioni. Come Stevie Wonder che canta “Bridge over troubled water”, la “Many rivers to cross” della haitiana Emeline Michael o la “Like a prayer” di Madonna meno melensa dell’originale, con un andamento gospel che dà l’impronta a molte delle esecuzioni. E Dave Matthews e Neil Young, insieme su un vecchio pezzo di Hank Williams. C’è anche Springsteen che fa “We shall overcome”, ma in quella modalità “old roots” che un po’ sfinisce, con tutto l’amore. Poi c’è un sacco di altra roba che fa un po’ da riempitivo, ma sempre sopra la soglia della sufficienza. Su iTunes costa 6 euro e 99, vanno tutti a Hope for Haiti, e sono soldi ben spesi.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro