La rivincita

Eravamo giovani e un po’ fessi, come si è da giovani. E va bene. Ma con tutti gli sforzi che avete fatto e i sensi di colpa che ci avete fatto venire, non pensate davvero che abbiamo disconosciuto gli anni Ottanta. Gli anni Ottanta sono stati meravigliosi, per noi. Ci siamo divertiti. Siamo cresciuti. Abbiamo imparato un sacco di cose. E sentivamo pacchi di musica che poi avete preteso che fosse solo Gazebo e Howard Jones (ehi, giù le mani da Howard Jones! E da Gazebo). C’era la new wave, c’era il poppetto, c’erano i ciuffi, c’era David Sylvian, c’era di tutto. Tutto finto? Un accidente. C’era Costello, c’era Paul Simon prima che gli prendesse africana. C’erano Joe Jackson e Donald Fagen. C’erano gli Style Council, gli Everything but the girl, i Working Week: tutto quel giro che – eravamo giovani e un po’ fessi – ci sembrava molto elegante e raffinato. A volte lo era, altre volte no solo belle canzoni. Ci piaceva anche se avevamo conosciuto il rock degli anni Settanta, e ci piace ancora adesso che la musica migliore è diventata più semplice, acustica, vecchia maniera. Che fate, ridete? Beh, sapete chi è primo su iTunes in Italia, Inghilterra e America, a febbraio del 2010? Sade.
Sciocchi.

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Un commento su “La rivincita

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