Bill Callahan

Bill Callahan è un cantautore quarantenne originario del Maryland (ma da ragazzo ha vissuto per alcuni anni nello Yorkshire). Dopo un inizio di sperimentazioni disordinate e ruspanti ha fatto un po’ di dischi con voce cavernosa e arrangiamenti più ricchi col nome di Smog, e raccolto una sotterranea notorietà tra gli appassionati del genere. Allora, all’inizio del millennio, è tornato a strumentazioni più spartane e canzoni di tetra dolcezza. Pochi ritornelli, molte strofe ripetute, eventualmente con variazioni nella progressione, tutto molto soporifero. Negli stessi anni si è fidanzato con una cantautrice arpista californiana di qualche culto internazionale, Joanna Newsom. Poi si sono separati, e intanto lui ha pubblicato altri due dischi col suo nome, abbandonando lo pseudonimo di Smog. L’ultimo (“Sometimes I wish we were an eagle”) è uscito l’anno scorso e contiene una delle sue canzoni più belle, “Too many birds”: il mensile inglese Mojo l’ha messo al numero due dei suoi migliori dischi del 2009. Bil Callahan ha una faccia ordinaria da americano bianco e come avrete intuito non è facile da raccontare senza indurre sonnolenza nel lettore. Però la settimana scorsa, a una festa a Milano, ho conosciuto una fan italiana di Bill Callahan. Magari questo vi convince.

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