Tutti manichei, tranne io

La sterile capricciosità del dibattito politico e giornalistico italiano è riassunta nel confronto di questi giorni sul Corriere tra Beppe Severgnini e Pierluigi Battista. Il primo ha criticato quelli che negano l’influenza della tv nella politica italiana, e il secondo oggi gli risponde (tralascio il suo paragone sull’uso della tv da parte di Clegg e di Berlusconi, che fa ridere). E Battista dice una cosa verissima e perfetta sul tarlo di ogni discussione: che è ancora lo “straw man argument”, cioè attribuire posizioni estreme e senza sfumature all’avversario, per smentirle più facilmente. Sostenere che quando l’altro ha detto “forse pioverà” abbia invece detto “sta diluviando”. Dice infatti Battista, sul ruolo della tv nei successi elettorali:

In realtà nessuno, a meno che non sia uno squilibrato, può considerare irrilevante la televisione nelle fortune dei candidati.

Bravo, esatto, perfetto. È sciocco chi attribuisca a qualcuno un simile radicale pensiero: o sciocco o paraculo. Ma Battista se ne dimentica nella frase successiva:

Sono i sostenitori a oltranza della tesi secondo cui è la tv a creare il consenso che dovrebbero spiegare

A oltranza sono infatti sempre gli altri.

p.s. gli esempi di discussioni simili sono milioni (no alle intercettazioni, sì alle intercettazioni: per esempio), ma il più familiare su internet è quello tra gli accusatori di chi vuole “internet priva di regole” e i controaccusatori di chi vuole “internet imbavagliata”.

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17 commenti su “Tutti manichei, tranne io

  1. dcavedon

    Ma mica bisogna aver l’Autorità del Giornalista di Firma per sostenere una tesi. Basta informarsi:

    “La televisione è il principale strumento utilizzato per formarsi un’opinione sull’offerta politica in campagna elettorale (il 78,3% degli elettori, in crescita rispetto alla precedente tornata elettorale del 2006).”
    (Rapporto Censis 2008)

    “Il dominio della televisione tradizionale appare netto e incontrastato quando si valuta l’efficacia attribuita ai media in relazione al bisogno di informarsi sull’attualità politica. Non solo perché il 59,1% degli italiani preferisce affidarsi alla Tv, con punte che raggiungono il 63,1% tra i soggetti meno istruiti e il 67,7% tra gli anziani, quanto per il distacco rispetto agli altri media…”
    (Rapporto Censis 2009)

  2. piti

    La tv sposta quella quantità di voti sufficiente a spostare la vittoria da una parte all’altra o, nella ipotesi più moderata, a ridimensionare in modo decisivo le vittorie di chi la tv non ce l’ha e le sconfitte di chi ce l’ha.

    Se su una quarantina di mln di votanti, la tv ne orienta anche solo due (ma sono ben di più, anche a evidenza empirica), la missione di condizionamento è compiuta.

  3. CiroIpp

    Perche’ sono tutte discussioni assurde e mal poste e chi le pone in questi termini e’ perlomeno in malafede. E’ come fare la domanda: e’ meglio bere infinita di acqua al giorno o non bere acqua mai? Se qualcuno comincia anche solo a discutere partendo da questi presupposti e’ uno stupido o un disonesto… o e’ un giornalista.

  4. new troll

    Senza la Lega berlusconi non avrebbe una maggioranza.
    Tra tutte le forze politiche la Lega è quella meno telegenica.
    Chi vive nel profondo nord si rende conto che la Lega i suoi voti se li è conquistati con un giornaletto parrocchiale, dei manifesti, delle bandiere, dei gazebo rammendati, dei megafoni e dei giovanotti vestiti di verde.

  5. Marzio

    Quanto è l’effetto della TV sulle convinzioni politiche delle persone? Non credo nessuno possa individuarlo con scientifica precisione. Non esiste il gruppo di controllo e non esiste il doppio cieco.
    Visto tuttavia il giro d’affari che lo share TV movimenta, qualche dubbio sulla supposta inefficacia televisiva dovrebbe manifestarsi.

    Gli argomenti di Battista (e di Mentana, quando si esprime in merito) sono del tutto fuori luogo. Battista dice che dato che “tizio” ha perso, la TV non ha influenza. E’ un ragionamento capzioso. Sarebbe sufficiente ribattere e domandare quale sarebbe stato l’esito elettorale di “tizio” in assenza di esposizione TV.

    Sulla lega… E’ forse per questo che Cota lo si è visto in tutte le salse mentre la Bresso è stata oscurata quasi del tutto?
    Mi chiedo, quindi, perché Cota non abbia frequentato “esclusivamente” i gazebi ed abbia invece preferito Ballarò, qualche sera.

    Forse qualcosa (molto più di qualcosa) la TV conta.

    Ciao

    Marzio

  6. Damiano

    Questo post contiene una notizia che a Battista fa piacere: c’è qualcuno che lo legge oltre ai deputati e Minzolini.

  7. Ferro

    La Lega forse non è telegenica, ma la fobia dell’immigrato sulla quale si costruisce una parte del consenso della Lega è stata costruita anche (e soprattutto) televisivamente nel corso degli anni, amplificando quelli che sono i problemi dell’integrazione per poter poi cavalcare la paura.
    Altrimenti non si spiega perché secondo mia nonna, che nemmeno esce di casa ma guarda un sacco di tv, la piazza del paese è invivibile in quanto piena di estracomunitari (sic), ai quali oltretutto il comune ha dato la casa e un assegno tutti i mesi e paga i libri di scuola, mentre io che a sere alterne vado al bar in piazza non mi sono mai sentito a disagio per la presenza di questi stranieri, numerosi sì ma per quella che è la mia esperienza pacifici, e pur partecipando attivamente alla politica locale non ho trovato tracce ufficiali (se non nell’ambito, più che oggettivo, dei servizi sociali) di tutte queste fantomatiche agevolazioni che “regalano solo agli immigrati mentre ai nostri nessuno regala niente”.

  8. ludwigzaller

    L’affermazione secondo la quale la televisione influenza le scelte elettorali è senz’altro vera. Non vorrei però che si trasformasse in un alibi. E’ estremamente pericoloso per un politico che sta perdendo consensi evitare di spostare il tiro e di fare una certa necessaria autocritica usando come argomento lo strapotere della televisione. Il meccanismo è lo stesso che si innesca in certi studenti, i quali pensano che se i loro voti sono scadenti non è colpa loro ma dei professori.

  9. piti

    Ferro ha centrato benissimo la situazione, secondo me. Basti pensare a come fu sfruttato il delitto della signora Reggiani, nel 2007..

    @ ludwigzaller: secondo me, la tua metafora non coglie una differenza sostanziale. Si suppone, nel caso degli studenti con voti bassi, che i prof siano imparziali, e quindi è scorretto indicarli come causa di tali voti. Invece, la tv è tutto fuochè imparziale, e quindi indicarla come la ragione numero uno degli esiti elettorali non è un alibi.

  10. marco v

    «Caro Luca, chi sostiene che la tv non incida nella formazione del consenso è un furbetto; oppure un disinformato, un ingenuo, un saccente o un alieno».
    Severgnini, ha scritto questo giusto 24 ore prima che Battista – suo collega al Corriere – avesse la (secondo me) faccia tosta di affermare, dopo le elezioni inglesi e la delusione dei lib-dem, che il caso inglese ci insegna che la tivù non influisce sul voto.
    Ora, io apprezzo molto la pluralità di voci in un giornale, ma qui siamo all’incompatibilità, o meglio: alla scorrettezza intellettuale.
    E la cosa incredibile è che Battista abbia sentito l’esigenza di replicare, e non Severgnini! Battista pare abbia preso una strada in cui vuole a tutti i costi tromboneggiare imponendo surrettiziamente la versione che la sinistra ha urlato “al lupo” per 15 anni quando non ce n’era bisogno. Com’è possibile tagliare questioni tanto complesse con la roncola, un tanto al chilo? Battista vorrebbe farci credere che il caso specifico inglese – con tutte le sue peculiarità, i suoi sistemi politici, elettorali, massmediatici, economici – ci insegna che allora anche qui possiamo stare tranquilli. Falso allarme? Ma stiamo scherzando…
    È in questi casi che un certo giornalismo mi delude. Il giornalista, degno di questo nome, può scrivere “in Inghilterra la tv pare non avere influenzato il voto”. Continenza di espressione ed obiettività. Ma saltare alla conclusione che ovunque è sempre così… Cos’è? Ancora giornalismo? Io dico di no. È appesantito da qualcosa che non so definire. Ma non mi piace.

  11. bstucc

    Tutti hanno ragione, quindi tutti hanno torto.
    Ma tutti partono da un presupposto non dimostrato: che tutti guardino la televisione e si informino solo con quella. E qui tutti voi, videodipendenti che fingete di non esserlo, avete torto.
    Il resto è diatriba teologica bizantina.

  12. piti

    Che significa “che tutti guardino la televisione e si informino solo con quella”?

    Perchè, se la tv la guarda e si informa solo con quella il 50% della popolazione, o anche solo il 30%, non basta a spostare il risultato delle elezioni?

  13. bstucc

    Non tutti quelli che “guardano” la televisione sono, per usare un vecchio ma sempre attuale termine, dei vidioti. Come pensano i vidioti di sx.

  14. elhombrito

    a volte mi sembra di ritrovare un filo conduttore nelle discussioni di noi italiani. Degni figli di una terra dove i problemi girano in tondo, tentando inutilmente di mordersi la coda, ci piace analizzare un problema, qualsiasi, da un punto di vista laterale. Ci ritroviamo così nei nostri salotti , virtuali o meno, a discutere di quanto la tv sia influente nella “Loro” vita. Alienati da noi stessi, affibiamo lo status di telespettatore sempre a qualcuno altro da noi, che poi in fondo è lo stesso che vota berlusconi ma non lo dice in giro. Timorati di dover trovare una soluzione vera, con le sue conseguenze e le sue difficoltà, distogliamo lo sguardo dal centro della discussione, per andare a stanare quell’aspetto particolare della vicenda che ci rigetta nel moto circolare, a correre appresso alla nostra coda. Così da poter stare tranquilli incassati nella poltrona. Coscienti del problema, ma tranquilli di averci almeno provato. E mentre ci guardiamo una boiata qualsiasi enfasi della vittoria della forma sul contenuto, ci trastulliamo all’idea di quella scatola così inarrestabile. Troppo complicato sarebbe cambiare il punto di vista di 180°, andare dietro la tv, vedere noi stessi e capire che il problema non è la tv(che è un prodotto che qualcuno vende) ma il telespettatore (che è l’acquirente). In quel caso avremmo la possibilità di risolvere il problema. Ma sarebbe difficile e gravido di conseguenze. Dovremmo iniziare a pensare, agire e reagire. Bisognerebbe impegnarsi in prima persona perchè i mezzi e le possibilità esistono. Ma in fin dei conti, è meglio guardare vespa, per essere preparati e poter continuare a discutere di quanto influiscano i suoi nei in cabina elettorale

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