Prima o poi ci si azzecca

Mi sono figurato la caduta di Berlusconi, quando avverrà tra un anno, due, tre, cinque, dieci: e tutti quelli che vanno dicendo ogni giorno che Berlusconi e’ alla fine e cadrà da un momento all’altro, che diranno “ah! ve lo dicevo!”.

Ecco, allora se la strategia è questa, io ero convinto di aver detto una memorabile cazzata, nel 2006: ma invece quando arriverà quel giorno potrei rivendermela così anch’io.

Siccome questo si sta rivelando l’anno che azzecco le previsioni, io vi dico questa: con Berlusconi abbiamo chiuso. Non subito, non senza fatiche e seccature ancora, ma ormai è in discesa. Augh

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20 commenti su “Prima o poi ci si azzecca

  1. piti

    Concordo. Scalfari e Maltese lo scrivono da anni. Forse lo pensano, forse immaginano il potere delle profezie che si autoavverano.
    Il punto per cui B dura e dura più degli auspici, delle previsioni, del ragionevole, del decente è che ha un tale potere (ed è sostenuto da tali poteri) che è puntellato oltre tutti i limiti. Un po’ come la sua faccia, del resto.

  2. Broono

    Il fatto è che si continua a viaggiare seduti sul malinteso che avviò il tutto e che nessuno si è ancora preso la briga di classificare definitivamente come tale.

    L’arco temporale occupato da Berlusconi ha coinciso fin da subito con l’inizio della caduta verticale delle condizioni economiche, dei valori culturali, degli aspetti in qualche modo solidali della società italiana come era stata abituata a raffigurarsi fino al suo arrivo.
    Impreparati alla lettura di un così improvviso mutamento di discorso politico e quindi incapaci di ridefinire una scala di misurazione adeguata con una velocità che fosse superiore a quella del mutamento in corso per non restare perennemente un passo indietro, si è subito stati portati tutti a continuare a leggerlo attraverso i codici utilizzati fino ad allora, codici secondo i quali il precipitare di una condizione economico/sociale nazionale aveva sempre rappresentato un innegabile parallelo precipitare di chi ne era in quel momento artefice.

    Questo malinteso mai corretto, ha portato a non fermarsi mai l’attimo sufficiente per ritarare il tutto intorno all’algoritmo necessario per misurare la novità.
    Un algoritmo mai sperimentato perché mai resosi necessario, secondo il quale il precipitare delle condizioni socio/economiche (e principalmente culturali) del paese non era l’avvio della fase finale del percorso politico contemporaneo, ma la forma esatta di quel nuovo discorso politico, che si differenzia dai precedent esattamente nel punto in cui il precipitare è cuore del discorso e del percorso stesso.

    Intorno tutti continuano a indicare la caduta verticale come segnale della fine perché ancora smarriti nella ridefinizione dei parametri.
    Al centro lui continua a portare avanti il suo discorso che funziona solo e finché la caduta prosegue inalterata e che quindi dal progressivo aumento della velocità di caduta trae addirittura ciò che fino a oggi, e oggi ancor di più, è stata la linfa.

    Quando intorno gli osservatori cominceranno a dire
    “Stiamo ancora precipitando? Minchia allora è ancora solido” si compirà quel passo avanti nella comprensione e forse nella misurazione di un possibile punto di impatto.

  3. Broono

    @lcn03

    A: il paese precipita = tu pensi stia finendo il suo corso.

    Il suo corso vive del precipitare del paese = se ti ostini a misurare su base A, prevederai l’esatto contrario di ciò che accadrà.

    Meglio?

  4. lcn03

    Ah!

    Forse mi è difficile capire il ragionamento perchè io non me n’ero mica accorto che il paese stesse “precipitando”, nell’arco temporale (parzialmente) occupato da Berlusconi, ovvero gli ultimi 16 anni. Le condizioni economiche sono sicuramente migliorate, da allora, e in quanto ai valori etici, morali e culturali la “caduta verticale” era iniziata almeno vent’anni prima.
    Posso testimoniarlo direttamente, essendo vent’anni prima del ’94 già adulto e in grado di intendere e di volere oltre che di ragionare ancorchè forse privo dei giusti algoritmi.
    Insomma, detto nella mia lingua, Berlusconi è un problema, ma non è IL problema per l’Italia. Prima di lui c’erano grandi problemi. Con lui ci sono grandi problemi. Dopo di lui ci saranno grandi problemi.

  5. Broono

    Vero.
    In questo momento si parlava del Grande problema ’94-2010

    Che è fatto anche a forma di gente che pensa che le condizioni economiche siano migliorate.
    A meno che non stessi parlando di quelle personali, materia sulla quale non posso che rallegrarmi, direi che ci vuole un bel fegato per dire che lo siano.
    Quando nel ’94 eri già adulto e in grado di intendere e di volere, com’era la percentuale di acquisto attraverso il credito al consumo?
    E quella dei beni personali ipotecati?
    E quella dei prestiti personali per pagare le tasse?
    I bambini a scuola si portavano la carta igienica?
    Gli asili avevno meno pennarelli per insegnare ai 3enni che gli alberi sono verdi o come oggi gli dicono di immaginarli come le tasche di papà perché di disegnarli non se ne parla?

    Rispetto al fatto che la caduta verticale dei valori etici morali e culturali iniziata prima del ’94, non ho alcun dubbio.
    Anche perché altrimenti non si spiegherebbe l’avvio dei vent’anni successivi.
    Non ho detto che se l’è inventata lui, la caduta.
    Ho detto (o meglio, intendevo) che l’ha accelerata e resa verticale perché necessario scivolo.
    Prima di lui ci si galleggiava dentro, lui l’ha usata come elastico.

  6. piti

    Le condizioni economiche migliorate negli ultimi 16 anni. Anzi, sicuramente migliorate. Fantastico.
    Abbiamo Totti o Del Piero che commentano sul blog?

  7. lcn03

    Il credito al consumo? Beni personali ipotecati? Per comprare cosa? Telefonini in serie (e ricariche, logicamente), computer per padri madri e figli (e accessi ADSL Flat wi-fi, naturalmente), condizionatori d’aria (e consumi di elettricità ovviamente, fa caldo…).
    Intendiamoci, pure io ho tutte queste belle cose, nel ’94 non le avevo e magari stavo bene lo stesso ma così forse sto meglio.

    E i grandi centri commerciali, i discount, gli outlet, sempre strapieni che spuntano come funghi? Come fanno a prosperare se le condizioni economiche sono peggiori rispetto al 94, quando ce n’erano forse 1 su 10 rispetto a quelli attuali? Miracolo? O gente con più quattrini in tasca?
    Caro piti, caro broono, quanti iPod, iPhone, iPad avete oggi, o comunque quanti ne vedete? E quanti nel 94? Lo so, non c’erano, ma qualcosa di simile? E vi risulta che la gente vada in vacanza meno di allora? Sì, forse meno in Italia, perchè ormai gli italiani vanno all’estero, chi non è mai stato alle Seychelles, o alle Maldive e compagnia bella? E chi non fa la settimana bianca d’inverno? Vi risulta che siano diminuiti gli impianti sciistici? Io mi guardo in giro e vedo sempre più agenzie di viaggi, chissà come mai.
    Totti e Del Piero guadagnano miliardi (milioni, parliamo in euro) perchè la gente spende fior di quattrini in abbonamenti Sky per poterli vedere comodamente a casa propria sul maxischermo in HD. Anche questo nel 94 non era molto frequente.

    Vi risulta che siano diminuiti gli studenti universitari, o liceali, per mancanza di soldi per le tasse e per i libri di testo?
    Se negli asili mancano la carta igienica e i pennarelli (sempre che non sia una di quelle famose “notizie che non lo erano”, buona solo per la propaganda), non è perchè la situazione economica è peggiorata, ma perchè è parecchio aumentata la negligenza, la trascuratezza, la sciatteria, in una parola la cialtroneria di chi a questo cose dovrebbe pensare e invece non lo fa.
    Certo, molto meglio dare tutta la colpa a Berlusconi (ne ha di colpe, intendiamoci bene, ne ha anche troppe, ma forse proprio tutte tutte no), così, sparito lui, tornerà come per incanto la carta igienica negli asili.
    Tanto per tornare in tema con il post che stiamo commentando consoliamci dunque, il Berusconismo sta per finire, Repubblica lo scrive un giorno sì e l’altro pure, e poi spunterà il sole.

  8. piti

    lcn03. se non scrivevi quello che hai scritto sopra facevi più bella figura.

    Due cose te le voglio dire. Non di più, che troppo vasto sarebbe il programma di fare capire cosa è successo in questi anni a uno che crede che siamo messi meglio che 16 anni fa.

    1) L’errore tipico di chi non ne ha un’idea: confondere i consumi (ammesso che siano aumentati) con la ricchezza e il reddito. Io vivo dieci volte meglio di mio nonno. Lui non è mai stato in vacanza all’estero, io dozzine di volte, anche per mesi e mesi. Ma lui è nato povero e ha accumulato un tot, io senza le risorse passate sarei (quasi) col cappello rovesciato fuori dal duomo.

    E chiedi a chi il nonno ecc non ce l’ha avuto, se sta meglio di un tempo. Se i trentanni che non possono nemmeno uscire dalla casa paterna per mancanza di lavoro o di reddito adeguato sono più o meno di 16 anni fa.

    2) Nessuno, ma davvero nessuno, sostiene che passato Berlusconi tutto si risolva. E sarebbe ora di smetterla con questa attribuzione di concetti mai espressi. E’ un trucco miserabile, se fatto apposta, o una fesseria sesquipedale, se detta così per dire.
    Ma se non ci togliamo dalle balle Berlusconi, niente si risolve. La sua fine è condizione necessaria, seppur non sufficiente (ha avvelenato i pozzi per decenni, l’uomo) per sperare in una ripresa.

    Ah, te ne dico una terza: la carta igienica che manca, non manca per cialtroneria, fattene una ragione. Il male dell’Italia non sono i bidelli, anche se a tanti piace pensarlo.
    Chiediti se l’evasione, che Prodi cercò di combattere e Berlusconi approva e benedice, spiega, più che sciatteria, la mancanza di carta igienica nella scuole.

  9. piti

    Ah, e la presenza tanto aumentata dei discount e degli outlet sono esattamente il contrario di una prova di potere d’acquisto. No, così per dire.

  10. lcn03

    Beh, quanto a belle figure, anche tu piti ne avresti fatto sicuramente una in più evitando di scrivere la sfilza di luoghi comuni che hai scritto qui sopra.
    Confondere i consumi con il reddito? Che metro usi tu per misurare la ricchezza? E con che cosa consumi, con che cosa vai all’estero, col reddito di tuo nonno? beato te. Io, come la maggior parte delle persone, ci vado col mio, con quello che mi guadagno. Se guadagno molto ci vado molto, se guadagno poco ci vado poco e non dò la colpa alla società, magari cerco di guadagnare di più, se ci riesco.
    I trentenni che non possono uscire di casa sono, quasi sempre, trentenni che non VOGLIONO uscire di casa, perchè troppo facile usufruire delle comodità della famiglia senza pagarne il prezzo. Padoa Schioppa santo subito, per averli perfettamente definiti a suo tempo.
    Berlusconi ha avvelenato i pozzi? La sua scomparsa (non la sua sconfitta, che evidentemente non basta, visto che in questi 16 anni alla fin fine lui ha governato per meno di 8) è indispensabile per la ripresa? Ma ripresa di che, della lotta all’evasione fiscale?
    Non so quanti anni hai tu, io ne ho parecchi, ed è da quando ero bambino, e Berlusconi forse cantava sulle navi da crociera, che sento magnificare le virtù salvifiche della lotta all’evasione fiscale, che vedo la gente indignarsi ad ogni statistica sui redditi dei lavoratori autonomi (io per primo, che sono sempre stato lavoratore dipendente) e che ogni volta, anno dopo anno, decennio dopo decennio, sono costretto a constatare che nulla è mai cambiato di una virgola.
    Infine, fattene una ragione tu: la carta igienica è una spesa trascurabile, e se negli asili manca è per cialtroneria. Non c’entrano i bidelli, ma tutto l’apparato burocratico che con la massima inefficienza sovrintende al funzionamento della cosa pubblica.
    Ma anche qui basta aspettare, scomparso Berlusconi avremo una burocrazia di efficienza almeno pari a quella francese.

  11. piti

    Ho 50 anni. E, come ti ho già detto sopra, non mi far dire quel che non ho detto: che scomparso Berlusconi avremo una burocrazia efficiente come in Francia o qualunque altra delizia. Ho scritto sopra, anche se ti fa comodo non capirlo, che la scomnparsa di Berlusconi è condizione necessaria, seppur non sufficiente, per mettersi di fronte ai problemi. E’ un presupposoto indispensabile, non la soluzione.

    E i miei non sono luoghi comuni. Se sei un lav dip,come lo sono io, chiediti con quale reddito, inteso come potere d’acquisto, cominciasti a lavorare, e con quanto cominciano i giovani di adesso. La frase sui bamboccioni che gli comoda stare a casa è l’ennesima perla delle tua galleria di banalità fuori dal reale. Sai che chances hanno, i giovani di oggi, rispetto a quelli di 16 anni fa, coi loro stage a 400 euro al mese…
    Buone cose.

  12. lcn03

    Con quale reddito cominciai a lavorare? Trecento lire (300) a settimana, lavoravo dalle 4 del pomeriggio alle 10 di sera, tutti i giorni, inclusi sabato e domenica. Al mattino andavo a scuola. Giusto per dare un’idea, il biglietto di ingresso al cinema costava da 80 a 100 lire, secondo il tipo di cinema.
    Come detto in un post precedente, Berlusconi non c’era, o se c’era stava cantando su qualche nave da crociera.
    E qui chiudo, buone cose anche te.

  13. lbb

    caro lcn03, da trentenne nella condizione di cui sopra, con l’impossibilità di accendere un mutuo, di accedere al credito per l’impresa, di presentarmi per un qualsiasi colloquio di lavoro senza essere in possesso di esperienza pregressa, con università alle spalle e conoscenza di alcune lingue straniere, posso garantirti di non aver mai avuto una proposta di contratto degna di questo nome.. però ho una partita IVA, come decine di miei coetanei “creativi” che si organizzano per mettere insieme il pranzo con la cena. Poi se non sei in grado di distinguere tra indicatori di consumo e indicatori di qualità della vita, mi spiace per te, ma la differenza esiste: poter mandare un figlio all’università o comprare una macchina senza fare un leasing è una forma di ricchezza, comprare un iPhone rateizzandolo su di un contratto, onestamente mi pare uno strumento per permettersi un gadget più che una forma di ricchezza. Poter fare un figlio oppure aspettare di avere 40 anni per poterlo fare è la dimostrazione del fatto che l’Italia è un paese per vecchi, vecchi dei quali sei un esimio rappresentante.. E cmq quoto l’analisi di Broono. Ah, ogni volta che usi l’espressione “bamboccione”, pensa a Padoa Schioppa e considera come si sia sentito lui, fuori dalla Sapienza, quella volta che gli hanno urlato “vecchio rincoglionito”..

  14. piti

    Per la storia.

    Piti ebbe come primo lavoro stabile (a parte i lavoretti estivi da studente, per Vespe, viaggi e cose così) un posto in banca, dopo la laurea. Un buon posto, niente da dire. Ma allora (seconda metà degli ’80) non era una cosa fantascientifica (infatti lo lasciai per fare altro dopo un annetto circa).

    Guadagnavo 1 mln e 300 mila al mese, per 14 mesi: diciamo 18 mln annui.

    Un appartamento nella mia città al tempo costava fra i 50-60 mln fino a 100-120: ma si trattava di roba appena ristrutturata in centro, da oltre 120 mq. Dunque, con tre anni sdi stipendio potevo comprare una casetta, e con 6 un signor alloggio.

    Mi piacerebbe sapere se un giovanotto neolaureato oggi guadagna, anche nella fatidica banca, abbastanza da comprare una casa in 3-6 annualità di stipendio.

    Però, indubbiamente, non avevo l’iPad. E neanche adesso.

  15. Broono

    @lcn03:

    Facciamo che ne prendo una a caso e provo a spiegartela.
    Poi tu prendi lo schema e prova ad applicarlo da solo a una qualsiasi delle altre che hai inanellato con il tono di chi stava calando gli assi.
    Se non ce la fai da solo fai un fischio, che ti spiego anche le altre.

    Una a caso, dicevo: i viaggi.
    La propaganda ti mostra i voli in overbooking e i villaggi in messico pieni di gente che balla.
    La propaganda dice: benessere!

    La versione reale:
    Vent’anni fa il reddito medio delle famiglie permetteva di sostenere i costi fissi mensili e contemporaneamente di accantonare quel margine che annualmente veniva destinato alla vacanza dell’intera famiglia che per questo, dopo unidici mesi a fare la formica, il dodicesimo poteva concedersi una parentesi da cicala e muoversi in blocco per farsi venti giorni di mare pizza ombrellone/sdraio la grigliata per tutti e magari pure la casa affittata per la stagione che vedi mai che il papà è costretto a tornare a lavorare ma magari i pargoli potevano restar lì con mami anche qualche settimana in più con gioia immensa dei bagnini per motivi che non credo serva illustrarti a loro volta.
    A inquadrare gli aeroporti, avresti visto rotolare balle di polvere degne del miglior deserto e lcn03 avrebbe detto:”Visto? Nessuno!”
    Troupe eventualmente mandate in messico a far servizi sui villaggi, si sarebbero viste accogliere dall’intero staff in delirio per l’arrivo dei primi clienti europei della stagione e lcn03 avrebbe detto “Visto? Guarda com’erano disperati!”.
    Sorbole, non si andava in messico e gli aerei erano vuoti, invece guarda oggi! Dice lcn03.

    E oggi te lo spiego io.
    Oggi capita che la gente in grado di farsi 20 giorni di ferie si conta sulle dita di una mano e se poi ti vuoi spingere a evidenziare, tra quei pochi, quelli che possono farli fare all’intera famiglia Antongiulio e Antonpiero compresi, arrivi forse a 2 su 100.
    Per gli altri 98?
    Sono arrivati in soccorso i tour operator, che calcolatrice alla mano hanno capito che essendo costretti a pagare i charter e le stanze in anticipo per poterli mettere a catalogo all’avvio di stagione, gli conveniva di più svenderli a tre giorni dalla partenza che lasciarli vuoti e non ripagarsi nemmeno quel minimo per andare in pari con i costi delle tasse aeroportuali.
    Puf…improvvisamente il mondo del turismo scoprì i last minute e una nuova stagione si aprì per le strutture alberghiere messicane.
    Una stagione fatta di gente che in mancanza d’alternativa praticabile se non quella di stasersene a ferragosto ai giardini pubblici, cominciò a fermarsi davanti alle vetrine delle agenzie in attesa che venisse affissa l’offerta della settimana, in particolare 300 euro una settimana in messico all inclusive bambino 30% no supplemento uso singola per gente che manco i figli.

    E i 20 giorni in liguria con figli cane gatto nonna e pure zia e poi voi restate io torno a lavorare voi state qui fino ad apertura scuole?
    Li stanno ancora cercando a “Chi l’ha visto”.
    Perché?
    Perché le destinazioni che sui cataloghi trovi al capitolo “Mare Italia” hanno costi che con quello che in sei spendi per una settimana all inclusive in messico, non ti ci paghi manco un week end in 3 stelle.
    Consultare i cataloghi per conferma, prego.

    Caro lcn03, come ti ha spiegato anche lbb esiste questo curioso strumento che si chiama “indicatori” e che è curioso perché ha diverse forme e richiede scelta di quella più adatta a seconda di ciò che ci misuri.
    Non ce n’è uno unico per tutto.
    Se ieri tv mostra sei persone vacanza liguria e oggi tv mostra sei persone vacanza messico, la cosa significa ricchezza solo se non sai usare gli strumenti di analisi o se li sai usare ma ti chiami Fede e devi confezionare il servizio per l’edizione delle 19.

    Oggi le vacanze si fanno ai caraibi solo perché costa un terzo che farle in italia e offrono margini di “extra” talmente ampi e inclusi nei 300 euro che ti fanno percepire la durata ridotta a un terzo effettivo come compensata dal superiore livello di vacanza a parità di costo relativo.
    Se con 300 euro in liguria ad agosto non ci esci a mangiar la pizza tutte le sere con l’intera famiglia mentre per la stessa cifra all’intera famiglia un villaggio ai caraibi (gestione italiana, eh! trend degli ultimi dieci anni, oggetto della prossima esposizione se non capisci da solo il perché) tira in faccia vassoi di gamberi perché tanto ce n’è più di quanti l’intera famiglia è in grado di mangiare, quella famiglia salirà di corsa sul primo charter per il messico 20 euro andata/ritorno 40 se vuoi l’assicurazione bagagli 10 se scegliamo noi la data.

    Il risultato televisivo sarà che un’intera nazione invece che andare in liguria si spara la vacanza ai caraibi a tirarsi gamberi ed lcn03 correrà qui a dire che questo ai suoi tempi non succedeva perché si stava peggio e che se oggi vanno tutti ai caraibi significa che se lo possono pemettere e qualcuno dovrà anche spiegargli la differenza tra temperatura reale e percepita e cioè che no, che è il contrario, è che nessuno si può più permettere la liguria.

    Vuoi che ti racconto anche l’iphone?
    Quanti ne conosci che lo hanno comprato non brandizzato da un operatore?
    Reale-percepita.
    Dai su, hai un’età ma secondo me puoi farcela.

  16. piti

    Quello che ho sempre amato di broono, che leggo da anni su altri blog, è la concisione.

    Aggiungo, dato che lcn03 parla di quando guadagnava 300 lire a settimana per dire che oggi si hanno più risorse:

    a) il confronto era 1994-2010. Non Guerre Puniche-oggi. Se mi dici che abbiamo più sesterzi che ai tempi deli Cartaginesi, sì, hai ragione.
    b) Mio padre si laureò nel ‘1958. Cominciò a lavorare subito dopo, come insegnante di medie superiori, lavoro storicamente mal pagato. Prendeva 60 000 lire al mese. Diciamo 14-15 000 lire la settimana. Scusa, tu, per prendere 300 lire a settimana, cosa facevi e quanto tempo fa? Ti rendo conto dei criteri ad minchiam che adoperi per fare confronti? Parli del ’94 e poi tiri fuori il Vecchio Testamento.
    c) Nel ’94 (facevo lo stesso lavoro di oggi) guadagnavo un’anticchia più di 2 mln di lire al mese. La casa dove vivevo, comprata pochi mesi prima, ne costò 160. Mi servivano circa 6 annualità per rogitare. Oggi starei fresco se pensassi di comprare la stessa casa con 6 annualità di stipendio attuale. Me ne servirebbero almeno 9. Ma io ce l’ho già e amen. E chi invece la deve comprare? E che non ha nemmno il lavoro che avevo e ho io perchè sono più anziano? Oggi, mansioni confrontabili alla mia offrono paghe con le quali ci vogliono 12 anni di stipendi.

    Vedi tu.

  17. Broono

    Lo faccio per il mio pubblico.
    Io lo sarei anche, più sintetico, ma mai come oggi la gente ha bisogno di certezze e punti fermi riconoscibili.
    E’ un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo, insomma.
    Diciamo che me la godo, prima che lo tsunami dei twitter e dei piffer e dei pupper mi spazzi definitivamente via.

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