Qui sono tutte chiacchiere e ipotesi sulle elezioni che ogni giorno contraddicono quelle del giorno precedente, e intanto tutti vanno in vacanza e saranno altre settimane di chiacchiere – bossi che dice si vota e bossi che dice non si vota e pisicchio che dice se va avanti così forse poi finisce che si vota e cetriolo che annuncia che potrebbe passare al gruppo misto ma solo se non si vota, ma poi bossi dice che si vota e cicchitto che dice ancora una così e si vota e bersani che dice tremonti forse e bindi che dice tremonti no e bersani che dice ho detto forse ma intendevo forse e di pietro che dice gnucrufulo e intanto larghe intese e governi tecnici e passami la crema solare – e poi transizioni e accrocchi e va’ a sapere.
In Australia hanno nominato un nuovo capo del governo il 24 giugno, e lei il 17 luglio ha indetto nuove elezioni fissandole per il 21 agosto.
Pensate che bello: domani di sabato Berlusconi annuncia la crisi di governo, va da Napolitano, lui scioglie le camere e fissa le elezioni per il 19 settembre. C’è da fare una nuova legge elettorale? Ok, facciamo il 26, allora.
In Australia, però, è inverno. (Canberra, in particolare, è il punto più gelido di tutto il continente; i politici, gli australiani l’avevano capito già cent’anni fa, vanno trattati male.)
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