Ci sono canzoni così pazzesche che anche se ci hanno sfracellato le orecchie in mille versioni, uno ogni tanto si ferma a pensare: questa canzone è perfetta. Semplice, perfetta, funzionerà sempre. E mai che ti venga da chiederti: ma chi l’avrà scritta? Succede con “What a wonderful world”, quella “di Louis Armstrong” (ma la cover di Joey Ramone è fenomenale), resuscitata vent’anni fa dal film “Good morning Vietnam”. Un’altra è “Can’t help falling in love”, quella “di Elvis” (ma sono fenomenali mille cover, fino a quella degli Eels). Oppure anche “The lion sleeps tonight”, che arrangiata meno filastrocca kitsch sarebbe anche quella una canzone cristallina. E chi le avrà scritte?
Tutte e tre la stessa persona, ed è morta la settimana scorsa. Si chiamava George David Weiss e aveva composto le prime due con due newyorkesi come lui, che però si chiamavano Peretti e Creatore. “What a wonderful world” invece la scrisse con Bob Thiele, grande produttore di jazz e per diversi anni capo dell’etichetta Impulse. Peretti è morto nell’86, Thiele nel 96, Creatore ha 90 anni. Weiss ne aveva 89: ricordatevi di tutti loro, la vecchia guardia, le prossime mille volte che sentite “And I think to myself, what a wonderful world”.
What a wonderful world
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E “The Lion Sleep Tonight”?
Wikipedia riporta come autori Solomon Linda (il cantautore Zulu che scrisse la melodia originale, non prese mai un soldo di diritti d’autore, morì poverissimo ma felice del successo internazionale della sua creatura, una vicenda esemplare nella storia del copyright), quindi Hugo Peretti, Luigi Creatore,George David Weiss (il trio di cui sopra) e infine un quarto, Albert Starton, che non si sa come ci sia entrato.
La prima versione “occidentale” non è comunque quella di Weiss-Peretti-Creatore, ma dei Weavers, il fantastico quartetto vocale – l’equivalente dei Cetra in Italia – in cui cantava anche Pete Seeger.
Sulla vera storia di “the lion sleep tonight” c’è il bellisimo articolo “in the jungle” di Rian Malan in cui si descrive com’è nata la canzone e del furto perpretato ai danni di S. Linda.
qui il pdf dell’articolo:
http://www.coldtype.net/Assets/pdfs/Jungle.pdf
se ne trova una versione in italiano nel libro “rock pop jazz ed altro” a cura di Nick Hornby Guanda 2002
la MIA storia legata a questa canzone è il ricordo di una mattina di giugno all’inizio degli anni ’90 ascoltando Radio-Capodistria, durante la breve guerra successiva alla dichiarazione di indipendenza della Slovenia… una voce femminile raccomanda ai capicondominio di portarsi negli alloggi dove sono copnservate le attrezzature e le armi per gli adulti della casa poi annucia che sono decollati dagli aeroporti dell’ex-Jugoslavia gli aerei per iniziare i bombardamenti… poi parte un disco… Amstrong… What a woderful world…