Filippo Facci ha spiegato perfettamente uno dei drammi del quadro politico e culturale italiano: l’abbandono di ogni responsabilità di scelta nella gerarchia delle notizie da parte dei giornalisti. E così, tutti a discutere dei ruttini di Bossi.
Ieri, a metà pomeriggio, l’uscita di Bossi sull’SPQR (Sono Porci eccetera) registrava qualcosa come duecento lanci d’agenzia: reazioni, controreazioni, querele, denunce, sfide, richieste di scuse, indignazioni da Bruxelles, altre da Tor Bella Monaca, ministri del Pdl a precisare questo e quello, serie proposte di perizia psichiatrica, i giornalisti gasati perché anche per oggi (ieri) c’era l’ennesima cazzata da rilanciare, ingigantire, trasformare in caso con approfondimenti, ricostruzione dei precedenti, analisi dietrologiche: che dirà Silvio, che farà Giorgio? E Ballarò? Oddio, e Annozero? Questo mentre Bossi era a Lazzate, domenica sera, e a Lazzate è rimasto. Lui è ruota, noi i criceti.
A chi lo avrebbe spiegato? Facci spesso scrive cose che noi tutti (tutti chi?) noi! sappiamo bene e ci siamo anche vagamente rotti le scatole che ogni tanto voi (voi chi?) voi! ce le ricordate. Quando questo accade, noi ci sentiamo un po’ fessi. Comunque le parole pronunciate da Bossi sarebbero pure gravi, qui passano per acqua fresca perché ormai è folclore. E il folclore piace.
Quelle di Bossi son battute.
Son più pericolose le azioni dei “banchieri” leghisti o l’operazione “paura dei romeni” che Maroni sta rimettendo in scena.
Ma scherziamo? Facci e altri sono talmente assuefatti a questo linguaggio da pecorai da quattro soldi da non capire neanche più la gravità di queste affermazioni. Ricordo al Facci che Bossi è un Ministro della Repubblica che ha giurato di fronte al Presidente della Repubblica e sulla Costituzione della Repubblica e che quotidianamente attacca la capitale della Repubblica con affermazioni che, immagino, suscitino goliardia al Facci, quali “pulirsi il culo col tricolore”.
Provo pietà per Bossi e per chi manca di amor proprio votando la lega. E in questo momento la provo anche per Facci.
Diceva Umberto Eco che la gente legge volentieri quello che si aspetta di leggere e quello che conosce già: fa meno fatica.
E così i giornalisti e i politici che rispondono ai giornalisti. La sparata di Bossi è comprensibile e fa colore.
Le percentuali di PIL perse; il tasso di disoccupazione depurato dalle persone che non cercano lavoro son meno comprensibili e colore non ne fanno. E gli articoli che li raccontano NON vengono letti
Nel deserto politico italiano anche le parole del furbo Bossi sono un miraggio per i poveri giornalisti costretti a raschiare il fondo di un barile vuoto di notizie significative.
Certo per i giornalisti ci sarebbero le inchieste, ma i giornali otre a vandere, a chi interessa l’inchiesta seria? devono anche stare molto attenti a non pestare piedi pieni di calli, allora evviva le furbate di Bossi, la buona fede degli arbitri di calcio e, delizia, Fabrizio Corona.
Ruttini? Da un ministro? Se proprio ha bisogni di liberarsi stomaco e intestino, dia prova di fegato e venga a farlo qui, da solo.
Continuate a minimizzare, come Chamberlain…
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Non sono i gesti, le parolacce, il rincorrere le sue esternazioni, assistere, o vedere attraverso i video duranti i suoi comizi il movimento delle dita della mano destra, che impugnando il microfono, le solleva, quasi ritmicamente, come se suonasse il piffero, come nella favola, dove come tanti topi, inseguono i suoi deliranti monosillabi gutturali, in disprezzo delle necessità della gente. Altrettanti giornalisti inseguono la notizia che non c’è, ricamandoci altrettanto ardite tesi, in questo modo si guadagnano la pagnotta, consapevoli del danno che recano alle coscienze assopite.
Una volta c’era la strategia della tensione ora ci sono le battute di Bossi e le case di Montecarlo…
per fortuna c’e’ una certa differenza….che sia sintomo….che il piatto e’ povero?
Il metodo Repubblica ha contagiato ormai tutti, e dato che funziona e fa vendere non sarà abbandonato tanto presto. Ieri ad esempio sul quotidiano gossiparo la notizia (si fa per dire) su Corona era molto più in evidenza che non quella sugli arresti alle cinque terre o sulla truffa della Coop a danno dei consumatori.