La stampa racconta delle cose. Le ambasciate leggono i giornali e scrivono dei report per il ministro degli esteri su quelle cose. Qualcuno trafuga questi report e li pubblica su un sito. La stampa racconta questi report con un clamore doppio o triplo rispetto alla stessa cosa raccontata prima e finita poi nei report. È una forma di partita di giro tesa a creare plusvalenze mediatiche.
(Daniele Bellasio sul suo blog)
O come diceva Karl Kraus, i diplomatici raccontano menzogne ai giornalisti e poi ci credono quando le leggono sul giornale.
Non è che non ci siano cose interessanti in questi documenti, ma resta l’impressione che la vera storia sia il declino del potere americano più che altro – e pensare che Echelon ce l’hanno loro…
Scusate ma temo di non capire(ed il fatto non e’ strano…).
Secondo voi la stampa non doveva fare i titoli a 50 colonne sul fatto che l’intelligence americana pensava tutto quello che sappiamo del nostro primo ministro? Cioè credo che neanche nella redazione del Manifesto si raccoglievano cose del genere e con certi termini in giro per il mondo… Io sinceramente non mi aspettavo nulla di tutto ciò…
Non sono d’accordo: le notizie più rilevanti sono state riferite ai diplomatici da esponenti di primo piano del Governo o dell’entourage di Berlusconi; non è come averle lette sul giornale; senza contare la condivisione di giudizi che da noi nemmeno Travaglio e Di Pietro.
No ma infatti la sublimazione del tutto adesso sta nelle 100mila persone cui Assange ha spedito la documentazione come garanzia. Se fossero giornalisti di tutto il mondo avremo l’ennesimo triplo salto carpiato.
Ecco, Echelon è il classico esempio di disinformazione inventata da un giornalista randagio, pardon, “freelance”, presa sul serio da una commissione (!) UE, e quindi diventata vera.
Donato, non hai seguito con attenzione. L’intelligence non c’entra niente. Qui si parla di ambasciatori, che raccolgono informazioni facendo vita da ambasciatori: colloqui, incontri. E se leggi i vari rapporti, vedi che ognuno eredita quello che aveva riassunto il precedente, quindi nel complesso le informazioni sono pochissime e molto generiche e quasi sempre – appunto – corrispondono alle stesse cose che noi leggiamo i giornali. Poi non c’è solo quello, certo, e infatti la cosa di Bellasio è una forzatura: ma di certo i giornali hanno fatto molti titoli su cose che diciamo tutti – ambasciatori compresi – perché le hanno scritte a suo tempo gli stessi giornali.
Veramente il file di assicurazione era scaricabile per tutti: http://www.ilpost.it/2010/08/02/assicurazione-wikileaks-insurance-assange-afghanistan/
Su cosa dovrebbe fare la stampa:
Non usare frasi come “secondo wikileaks”: quattro importanti quotidiani internazionali pubblicano (con revisioni e analisi) molti messaggi ufficiali delle ambasciate USA per la sede centrale, trafugate da una misteriosa “gola profonda” e consegnate ai giornali in cambio della garanzia della loro pubblicazione con il massimo clamore, wikileaks ha fatto da tramite, quindi non “sostiene” proprio nulla (salvo le poche dichiarazioni di Assange)
E poi, prima di fare i titoloni, leggere bene e soprattutto analizzare, le vere notizie sono poche (lo spionaggio all’ONU, l’Arabia odia l’Iran, i “si dice” su cosa pensano i funzionari americani sono incredibilmente precisi, la Cina potrebbe scaricare la Corea…), il resto è commento.
Sì, ma in certi casi (non sempre, è vero) i giornali, come gli ambasciatori e le persone normali, si limitano a registrare qualcosa che sta sotto gli occhi di tutti. Ad es., i giudizi degli americani su Berlusconi, sia che vengano dalla lettura dei giornali, sia che siano il frutto di considerazioni personali, mi sembrano abbastanza equilibrati e semplicemente oggettivi – o vogliamo credere al suo medico che dice che SB ha il fisico di un cinquantenne (con un pace-maker e vari svenimenti in pubblico) e che due minuti del suo sonno equivalgono a due ore dei comuni mortali? Poi è chiaro che ci sono diplomatici più o meno seri, ed è anche per questo che alcuni stanno in ambasciate importanti e altri in culo al mondo.
Però finiamo di credere che il mondo ruoti intorno ai giornali, come piacerebbe ai giornalisti. Non è che uno ha sempre bisogno di leggere una cosa sul giornale per accorgersene. Il giornale registra dei fatti. A volte arriva pure a crearli, ma non mi sembra che nessuno dei documenti di wikileaks sull’Italia (ad es.) parli della casa di Montecarlo, dell’affare Telekom Serbia, del caso Boffo ecc.