Cesare Battisti, prima era un altro

Costretto dal giorno della marmotta, mi copio e incollo, esattamente due anni fa:

E allora: non è che la sgradevolezza umana di Battisti e delle cose che va dicendo da anni deve impedirci di dire almeno una volta che questo impazzimento anti-brasiliano sulla sua estradizione è cialtrone, ridicolo e demagogico: l’odio va forte. Basti pensare che solo pochi anni fa nessuno in questo paese sapeva chi fosse Battisti, o per cosa era stato condannato. Adesso pare ne vada del destino del paese.

(e anche questo, sette anni fa)

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19 commenti su “Cesare Battisti, prima era un altro

  1. johndoe

    Forse non ho capito bene ma….che vuol dire sto post? Pensi che mio figlio (16 anni) sappia qualcosa del delitto Moro o della strage di Capaci? E quindi che si fa, si lascia perdere?
    Con i tempi della giustizia italiana è un miracolo che ci siano, al momento del processo, persone che fossero già nate al momento del reato.

    In generale, e posto che chi ha indagato, chi lo ha arrestato e chi lo ha giudicato sia in pensione o peggio….non è sufficiente che il buon Battisti lo conoscano i tribunali, le sentenze e i parenti delle vittime?

    A voler essere un po’ bruschi….quei quattro poveretti sono sempre morti, il tempo non è servito a correggere questo.
    A me sembra che non serva altro per buttare via la chiave.

  2. Luca

    stavo per risponderti sulla differenza tra “lasciar perdere” e far diventare la maggiore priorità nazionale una cosa del genere, poi sono arrivato all’espressione “buttare la chiave”.

  3. ilbarbaro

    Credo che, sull’argomento, il commento più lucido sia stato quello di Leonardo Tondelli (http://leonardo.blog.unita.it/un-latitante-troppo-fotogenico-1.263909), mentre quello più sconnesso (e basta leggere i commenti per rendersene conto) sia stato quello di Francesco Costa (http://www.ilpost.it/2010/12/30/lestradizione-di-cesare-battisti/).
    Del primo, vorrei riprendere un paio di cosette.
    1. Battisti diventa un argomento interessante soltanto davanti ai microfoni italiani. Ai brasiliani magari fece più effetto il party privato con sei ballerine che Berlusconi si concesse per l’occasione (il vertice italo-brasiliano di fine giugno, nota mia).
    2. Il caso Battisti è un esempio classico dell’approccio berlusconiano ai problemi: perché risolverli, quando li si può trasformare in spettacolo? E in annunci/promesse (nota mia)?
    3. L’Unione delle Camere Penali parla senza mezzi termini di strage, e lamenta che le carceri italiane siano diventate una “discarica sociale dove vengono meno i principi fondamentali del diritto e dell’umanità”: di fronte a tutto questo desta stupore che una richiesta di estradizione venga rifiutata per ragioni umanitarie?
    4. Il ritorno in patria di personaggi che fanno molta più audience finché recitano, loro malgrado, la parte di cospiratori all’estero [non è conveniente]. Molto meglio continuare a far baccano, blaterando di sanzioni e altre misure minacciose che danno un tono molto virile ai nostri governanti.

  4. johndoe

    No vabbè, se il modo di dire ti disturba e, premettendo che di fronte all’irreparabilità dei morti il mio pensiero è proprio quello….rimuovilo pure dalla discussione, era solo un modo di dire ed è in ogni caso ininfluente. Per la legge italiana, che è quella che io mi auguro venga applicata, il carcere a vita non esiste. Chiuso.

    Dopodichè perchè parlare di “sgradevolezza umana” e di quello che “va dicendo”? È irrilevante, e lo poteva dire nelle sedi proprie. Quello che conta ora è solo la legge, non c’è altro.

    Se mi è permesso solo un accenno, direi che proprio la storia della tua famiglia insegna che c’è un modo di affrontare le cose, e poi ci sono tutti gli altri modi. Beh, a me tutti gli altri modi non piacciono, e trovo giusto che se ne parli.

    E quindi nel merito, chi è il destinatario di questo tuo post? I giornalisti che hanno picchiato troppo su questa roba? Vabbè dai, sperare nella misura della stampa italiana mi sembra davvero un po’ troppo…
    I politici che hanno dato il loro peggio? Rispondo con una domanda: ti aspettavi altro?

  5. Broono

    Il fatto è che da quando questa maggioranza ha preso il timone, non si è semplicemente cambiata la guida del paese ma la stessa percezione di cosa sia un paese e gli stessi parametri che fino a ieri misuravano le cose.
    Si è “umanizzato” il tutto, per renderlo trasferibile dalla testa alla pancia e attraverso la pancia gestirlo, processo che per essere efficace ha bisogno di fagocitare tutto e tutti.
    Il partito si è trasformato in un fanclub, il parlamento in un posto dove col voto si deve confermare l’appartenenza, la discussione è diventata tradimento, il sostegno si chiama gratitudine, i ministri risolvono le questioni tra loro a colpi di “doveva telefonare a me e risolvevamo”, il voto di scambio è diventato sistema, le soluzioni ai drammi durano lo spazio di un sondaggio, la contestazione è manganellata a prescindere dall’età e dai perché della contestazione, la politica industriale è elementarizzata fino a trovare ovvio l’affidarla agli industriali, la politica militare è parametrata sulla personale passione di chi la guida, la politica estera ridotta a barbeque in giardino.
    In uno scenario come questo, abnormemente preistorico, una questione come questa di Battisti non poteva che diventare tavolo per chi ce l’ha più duro e così volano paroloni come orgoglio nazionale, farsi rispettare, far vedere che non finisce qui.
    Linguaggi e metodi che fino a qualche anno fa avrebbero fatto inorridire persino i più appassionati della piazza e che oggi invece sono, come sopra, così tanto sistema che non serve nemmeno più sapere chi sia Battisti.
    L’Italia lo vuole e chi lo tiene deve darlo.
    Fine, la questione è ridotta a confronto tra regole e fierezza e quando da questa parte non si parla nemmeno più di regole, la fierezza appiattisce tutto e rende ogni discussione inutile.
    Strano che qualcuno nei commenti di un certo quotidiano non abbia ancora chiesto a La Russa di invadere il Brasile.
    Più o meno il livello oggi è questo ed è comodamente (e fieramente) in parlamento.

  6. dadorotondo

    “…mettere in galera per un reato commesso venti anni fa, una persona che ha una vita normale, una famiglia, non vive neanche in Italia, col risultato di infliggere solo un dolore e un’incosciente punizione a lui e ai suoi, e destinare alla vergogna e all’inutilità del carcere un uomo che non è più pericoloso per nessuno. Riabilitazione, deterrenza, sicurezza: nessuna delle ragioni legate a un uso della reclusione di qualche senso compare in questo caso.”
    forse GIUSTIZIA PER I FAMILIARI DELLE VITTIME potrebbe essere la ragione giusta?
    Come ti sentiresti tu se uno dei tuoi familiari venisse ucciso e, il colpevole, che ci ha saputo fare ed è riuscito comunque a farsi una vita, non fosse punito come da legge?
    io mi sentirei tradito dalla giustizia, dea bendata con la bilancia in mano, che pende decisamente a mio sfavore. Un delitto a mio avviso va punito, punto. Non ci si può rifugiare dietro ai 20 anni passati, all’inoffensività attuale dell’omicida e alla reazione della sua famiglia: il tempo non cancella le colpe, ne il dolore di chi le ha subite.
    Questo è per quando riguarda la tua frase.
    Poi, si, sono d’accordo sul solito caos mediatico e politico, perchè comunque battisti adesso è in carcere, non in siberia, ma è in carcere! Certo, pesa quella possibilità della eventuale concessione alla condizione di rifugiato politico. Ma, figuriamoci, ci si occupa di scavolini, trans, escort e bondi, questo non mi sembra un argomento di levatura inferiore.
    davide

  7. Luca

    Come mi sento io non deve avere niente a che fare con una seria e proficua scelta di applicazione della legge e delle ragioni della pena.

  8. Wizardo

    Battisti era uno che pensava che per fare la rivoluzione bisognasse ammazzare i tabaccai. Non solo non particolarmente brillante, ma sgradevole è dir poco. Soprattutto per chi nel rinnovamento di quegli anni ha creduto e crede ancora.
    Il punto che mi sembra rilevante è quello sottolineato da Napolitano. Lula pensa di avere difeso un rivoluzionario da un sistema ingiustamente repressivo. Lo stesso pensano gli imbarazzanti ex-engagè francesi che, nella loro sciatta ignoranza, fanno di tutta l’erba un fascio. Nessuno è riuscito a spiegargli che anche la rivoluzione, in questo paese, è stata profondamente italiana.
    Che poi ci siano cose più importanti cui pensare è cosa drammaticamente vera. Ci sono sempre purtroppo.

  9. siviez

    non siamo di fronte ad un “impazzimento anti-brasiliano”: si sta solo constatando che non si è voluto esporre le nostre (italiane) ragioni.
    un piccolo difetto di comunicazione….: non credo che sia “cialtrone” sottolinearlo

  10. dadorotondo

    su questo punto di vista sono d’accordo con te, è vero: il sentimento delle persone non deve INFLUENZARE la legge e il percorso della giustizia, ma:

    “di fronte al dubbio sul dolore e la violenza di togliere un uomo alla sua famiglia e metterlo INUTILMENTE in galera, rispondiamo rinfacciando il dolore che ha causato lui, e ci mettiamo sul suo stesso piano: mettiamo l’esecuzione della legge sullo stesso piano dell’esecuzione di un omicidio”

    come puoi mettere sullo stesso piano il dolore che ha causato un assassino con la mera applicazione della legge? La sua applicazione non è una VENDETTA, lo sarebbe stata forse ai tempi del taglione, ma credo che da quel periodo ci siamo razionalmente molto allontanati…
    perchè, poi, dici “INUTILMENTE”? un omicida deve trarre utili dalla sua detenzione? la pena è la causa del delitto, non un premio! secondo te il carcere deve essere solo riabilitativo? sono contro la pena di morte, ma la certezza della pena è fondamentale per la società, e per fortuna non siamo nè io nè te nè i familiari delle vittime a decidere quanti anni debba restare in prigione un omicida.
    io vengo da un posto dove un pò tutti si fa un pò come ci pare, con l’ideologia del chi tardi arriva peggio alloggia & “ccà nisciun è fess”; in un posto come la mia città la vera luce (e non è silvio b!) è la certezza che almeno da qualche parte reato=pena sia una eguaglianza verificata, chiunque sia l’omicida chiunque sia la vittima.

  11. Luca

    La certezza della pena non c’entra niente con la sua applicazione pedissequa e indipendente dai contesti: tant’è vero che esistono mille opportunità di modifica, attenuazione, riduzione e annullamento della pena, che non le tolgono certezza. Ma una pena che sia solo pena e rigida applicazione di sé svuotata di ogni senso e efficacia per la comunità, è una stupidaggine. Lo è ancora di più se addirittura soddisfa desideri di vendetta o punizione.

  12. dadorotondo

    prima parlavo in generale, scendiamo nello specifico:
    battisti è stato condannato all’ergastolo?
    si
    battisti deve scontare la sua pena?

    la legge è stata applicata mi pare!
    lasciamo perdere vendetta, sentimenti dei parenti delle vittime ecc.. la pena che viene assegnata dopo tre gradi di giudizio (con attenuanti, aggravanti prescrizioni e via discorrendo) deve essere scontata o no?
    secondo me si. tu dici che è svuotata di ogni senso…perchè il tizio se l’è svignata per un bel pò di anni a fare il bohemien! se la legge funzionasse come dici tu, scapperebbero tutti e poi facile a dire, “mi sono autoriabilitato! fidatevi che non ammazzo più”
    insomma la pena intesa come castigo funziona da deterrente, tolto anche questo a questo punto reintroduciamo il delitto d’onore, poi la lapidazione, infine lo sterminio dei primogeniti!

  13. Luca

    Secondo me deve scontarla per osservanza delle regole, ma la sua pena va modificata: fare una battaglia a forza di “in galera!” mi pare che non tenda verso il rispetto della regola ma verso la tignosa punizione. E allora se il rispetto della regola deve implicare che la regola sia vendicativa, abnorme e umiliante anche per chi la impone, allora preferisco che il Brasile faccia come sta facendo, osservando le sue regole.

  14. Raffaele Della Ragione

    “La certezza della pena non c’entra niente con la sua applicazione pedissequa e indipendente dai contesti: tant’è vero che esistono mille opportunità di modifica, attenuazione, riduzione e annullamento della pena, che non le tolgono certezza”. Giustissimo, Luca: ma – tornando alla sostanza – da dove si evince che nel caso specifico l’ applicazione della pena sia “pedissequa”, e “tignosa” la punizione (ergastolo per quattro omicidi)? L’ impazzimento anti-brasiliano, poi, è oggettivamente insopportabile, ma mi chiedo cosa sarebbe successo a parti rovesciate, cioè quali sarebbero stati i commenti dei giornali brasiliani di fronte a un no all’ estradizione dall’ Italia di un eventuale connazionale condannato all’ ergastolo da un loro tribunale che lo avesse riconosciuto pluriomicida: forse ci sarebbe stato meno can can, ma non credo avrebbero applaudito. A meno che. A meno che non si ritenga viziato, o comunque non credibile il verdetto di condanna, ma questa è un’ altra storia. Nel caso Battisti tu ritieni che la pena vada modificata: secondo me, andandoci piano, si può discutere. Ma stando tutti qui, in Italia, condannato compreso; dal Brasile, o dalla Francia, non vale.

  15. Luca

    A me, Raffaele, non interessa valutare le cose in paragone al Brasile: se l’Italia non concedesse l’estradizione per un condannato di fatti che risalgono a trent’anni fa, e che vada incontro realisticamente a detenzioni lunghe, il quale evidentemente non fosse oggi in nessun modo pericoloso né per il suo paese né per il nostro, non lo troverei scandaloso. Penso che Battisti non abbia fatto niente per meritarsi nessuna simpatia o solidarietà, ma penso anche che sia questo il concetto di Nessuno tocchi Caino. Oggi, tra Battisti in Italia e Battisti in Brasile passa un’unica differenza: un uomo in galera in più o in meno.

  16. johndoe

    “Oggi, tra Battisti in Italia e Battisti in Brasile passa un’unica differenza: un uomo in galera in più o in meno.”

    Scusa Luca, ma come fai a dire una cosa del genere?
    Senza polemica e solo per capire…cosa non è chiaro nella differenza tra la vita e la morte? Perchè quelli sono ancora morti, e l’omicidio è sempre vietato. Non vorrei attribuire al caso Battisti il potere di cambiare queste due cose, e tantomeno il principio di giustizia.

    E quindi cosa è cambiato in queste due cose a causa del fatto che lui sia scappato per decenni? Qual’è il fattore che limita la sua responsabilità nella morte di quelle persone, e la limita a tal punto da rendere irrilevante il fatto che lui sconti o meno la pena?
    Di nuovo e sinceramente, io quella frase non la capisco.

  17. Wizardo

    Scusa, ma il rispetto della legge, dei trattati internazionali, non hanno nessun valore? Che società può essere quella in cui le leggi non vengono rispettate sulla base di vaghi principi come quelli che indichi?
    Se la legge non piace, si cambia. In parlamento.
    Questa è democrazia. Un sistema che può non piacere, ma gli altri sono peggio.
    E noi per un Battisti qualsiasi vogliamo rinunciare alla legge uguale per tutti? Non è questa la più essenziale e necessaria forma di uguaglianza?
    Non me ne frega niente di vedere Battisti in galera. Si difenda di fronte alla legge e spieghi i suoi motivi. Ma il diritto non si può calpestare alla bisogna, facendo prevalere il più forte o chi meglio rappresentato da gruppi di pressione internazionale, in questo caso nemmeno bene informati.

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