Un migliaio di volte

«L’ho detto un migliaio di volte, guadagnadomi sul campo l’accusa di “nemico del popolo”: ci sarà pure un motivo se gli americani, che le primarie le hanno inventate, hanno un sistema che assicura il voto solo agli iscritti al partito, e non al primo che passa»

(Massimo D’Alema, intervistato da Repubblica oggi)

Stati degli Stati Uniti in cui le primarie sono “aperte“, ovvero non bisogna essere iscritti a un partito per votare:

Alabama
Arizona
Arkansas
Georgia
Hawaii
Idaho
Indiana
Massachusetts
Michigan
Minnesota
Mississippi
Missouri
North Dakota
South Carolina
Tennessee
Texas
Vermont
Virginia
Wisconsin

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42 commenti su “Un migliaio di volte

  1. Fabio

    Ma il problema è anche altro, come mai Massimo Giannini che lo intervista non lo sa o non glielo dice? Oramai questa storia delle primarie presunte chiuse negli Stati Uniti è stata tirata in ballo da tanto, non sarebbe il caso che uno si va a guardare due dati? Ma?

  2. dalecooper

    Ma neanche per songo. Nelle Open primaries, Chi vota alle primarie per un partito poi non puo’ votare per le altre primarie. E comunque il sistema prevede che TUTTI i partiti tengano primarie ed e’ regolamentato dalla legge.

    Le primarie del PD, invece, sono assimilabili alle cosidette Blanket primaries (o anche “jungle primaries”) in cui gli elettori scelgono senza alcun tipo di registrazione. Queste ultime sono state ABOLITE dalla Suprema corte.
    Ripeto: in USA le primarie veltroniane SONO VIETATE.

  3. francescorocchi

    Sì, ma a prescindere dalla precisione dei dati, D’Alema usa semplicemente un ipse dixit.

    Valersi delle buone pratiche altrui va bene, ma dire che gli Ammerigani hanno ragione a prescindere, no (D’Alema ci casca spesso: Ammerigani, vescovi, moderati…).

    Secondo me, in un sistema in cui gli elettori NON vengono pagati e anzi DEVONO versare un piccolo obolo per votare alle primarie, è difficile mobilitare abbastanza “infiltrati” da ottenere qualche effetto sensibile.

    Se poi un elettore di destra, NON pagato, decide di andare alle sedi del PD, sia pure “strumentalmente”, entrare necessariamente in contatto con militanti e simpatizzanti veri, sorbirsi anche solo di striscio le idee politiche del PD, mbé, c’è anche la possibilità che il senso delle primarie fosse anche quello di attirare gente.

  4. pinosp

    luca, se dalecooper ha ragione…
    comunque pensavo che avresti commentato tutto il resto dell’intervista di d’alema, non solo l’ultima risposta. per la prima volta dopo molti anni mi trovo d’accordo con d’alema…

  5. Luca

    L’obiezione di dalecooper non c’entra niente: torno a incollare quello che dice D’Alema, che è falso: “hanno un sistema che assicura il voto solo agli iscritti al partito, e non al primo che passa”.

  6. Luca

    E le blanket primaries si definiscono per altri criteri, non perché “gli elettori scelgono senza alcun tipo di registrazione”. Ma perché gli elettori non possono scegliere di votare per candidati dell’uno e dell’altro partito.

  7. dalecooper

    Luca, e’ vero che D’Alema e’, parzialmente (visto che in 31 stati e’ come dice lui), impreciso quando parla di iscritti.
    Ma tu ometti di spiegare che negli stati che citi non e’ come si fa nel PD.
    Si chiede comunque che il voto alle primarie sia unico, tutti i partiti le fanno, e la scelta dei candidati e’ interna al partito.

  8. Francesca

    Supposto che D’Alema abbia torto, abbiamo risolto il problema?
    Dunque siamo d’accordo che le primarie siano aperte a tutti, che la nomenclatura non interferisca: abbiamo si o no un problema anche banalmente tecnico e amministrativo di governo del processo, della conduzione delle primarie? Abbiamo si o no il problema del voto di scambio o simili in quel processo? Ce l’ha la ‘rete’ o ce l’ha qualche struttura del partito o qualche struttura della rete?

    Lo abbiamo forse risolto quando siamo in grado di comunicare efficacemente ai giornali le nostre reazioni EX-POST? Lo abbiamo risolto una volta determinato che preferiamo le elezioni aperte a tutti?
    ‘Aperte a tutti’ è una qualità immanente delle primarie del PD o comporta anche, proprio perché le si sceglie aperte, l’invenzione di qualche strumento per gestirle?

  9. Urlo

    @Luca: ma perchè devi stare sempre a cavillare sguainando i guanti della sfida logica ogni volta che uno fa un’obiezione? Dalecooper ha fatto notare una cosa che probabilmente o non sapevi o non avevi considerato, perchè intestardirsi su chi ha ragione o meno anzichè ripartire costruttivamente da lì?

    @Francescorocchi: “Secondo me, in un sistema in cui gli elettori NON vengono pagati e anzi DEVONO versare un piccolo obolo per votare alle primarie, è difficile mobilitare abbastanza “infiltrati” da ottenere qualche effetto sensibile.” –> ma a Napoli cosa è successo?

  10. Oznerol

    Massimo D’Alema: “L’ho detto un migliaio di volte: in Italia, per fortuna, se uccidi finisci in carcere”.

    Luca Sofri: “Codice penale, Articolo 51, Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere: L’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la punibilità.
    Articolo 52, Difesa legittima: Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.
    Articolo 53, Uso legittimo delle armi: Ferme le disposizioni contenute nei due articoli precedenti, non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità.
    Articolo 54, Stato di necessità: Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.

  11. Fabio

    Scusa francescorocchi, il problema, infatti, non sono le primarie ma, nello specifico Napoli e la Campania.
    Ad esempio, durante il periodo congressuale si moltiplicavano le tessere del partito fino ad arrivare ad essere più dei votanti.
    http://fazioso.wordpress.com/2009/07/15/pd-scoppia-lo-scandalo-tessere-gonfiate-in-campania/

    Rispetto alle definizioni ha ragione Luca. Almeno secondo Wikipedia.
    An open primary is a primary election that does not require voters to be affiliated with a political party in order to vote for partisan candidates.
    A closed primary is a type of direct primary limited to registered party members who have declared their party affiliation.
    A nonpartisan blanket primary is a primary election in which all candidates for elected office run in the same primary regardless of political party. Under this system, the top two candidates who receive the most votes advance to the next round, similar to a runoff election.

    Non ho capito bene, ma sembra che, comunque, neanche le blanket primaries siano state messe completamente fuori gioco. Strane cose accadono in Louisiana, e poi c’è la California con la Propostion 14 passata a giugno dell’anno scorso.
    http://en.wikipedia.org/wiki/California_Proposition_14_(2010)

    D’Alema è impreciso su tutta la linea, dice proprio il falso. Poi si può discutere se si tratta di ignoranza o di malafede.

  12. francescorocchi

    @Urlo

    Stando a quel che è stato denunciato (ovviamente tutto deve essere verificato, ma Bersani commissariando il partito ha confermato le denunce), molti sono stati pagati tra i 5 e i 10 euro. Il voto di scambio politico peraltro si compie anche con altre utilità o vantaggi.

    Prova ne é che in tutti gli altri posti problemi non ce ne sono stati.

  13. dadorotondo

    tesserato o no non cambia nulla, perchè udite udite anche per il tesseramento ti danno dei soldi: nel 2008 visto che non ero proprio sicuro di volermi iscrivere al partito, e che da studente non navigavo proprio nell’oro, mi hanno pagato la quota di iscrizione di 15 euro (a tutta la fila erano stati dati i 15 euro)…e sono un elettore del pd, FIGURIAMOCI per convincere un non elettore…
    mi dispiace dirlo ma qui a napoli c’è ben poco da fare…camorra e politica vanno a braccetto è facile a parlare dalla toscana, dall’emilia romagna, dalle marche…ma che tenit a ve lamentà???

  14. spago

    Io segnalo che ho trovato delle riflessioni molto interessanti sulle primarie di Napoli e sulle primarie in generale su D-avanti, il blog di Tommaso Caldarelli.

    Se comunque si fanno le primarie senza tessere aperte a tutti, si sa già da prima che esistono tutta una serie di possibilità ed evidentemente lo si accetta. Se il problema è che in alcune città o regioni specifiche non ci sono le condizioni perchè si svolgano in modo pulito, si può sempre prendere il microfono e spiegare le ragioni per cui lì si sceglie di non farle.

    D’Alema ha comunque visto sconfitti diversi candidati che lui ha sostenuto e secondo me questo è il primo motivo per cui a lui non vanno bene così come sono.

    Far votare solo i tesserati Pd può essere un’idea, nel senso che capisco che se si sta scegliendo la persona che poi il partito dovrà sostenere, è naturale che i membri di quel partito, che in quel partito fanno politica tutti i giorni, debbano essere i primi ad avere voce in capitolo.

    Però è anche vero che gli elettori non sono marchiati una volta per sempre come elettori centrodestra o centrosinistra. Possono tranquillamente fare le loro valutazioni di volta in volta e votare chi li convince. Io ho sostenuto Pisapia alle primarie di Milano, ma se si presentassero Albertini o Carrubba con il terzo polo non posso giurare chi voterei prima di vedere programmi e campagne elettorali. Lo scopo delle primarie potrebbe essere quello di coinvolgere chi si lascia coinvolgere senza indagare cos’ha votato prima o se pende più a destra o a sinistra.

  15. paolo.cosseddu

    Ma di cosa diavolo state cavillando? Il registro delle primarie esiste già, è quello che firmate al momento del voto e che dice, anche se magari non si nota, che con quell’atto si dichiara di “aderire al progetto politico del Pd”. Cosa che in gergo si definisce “militanza di secondo livello”. Vogliamo discutere di modello americano (che come dice Luca, è più complesso delle fette in cui lo taglia D’Alema)? Bene, allora iniziamo col dire che, anche dove è prevista l’iscrizione, non equivale al nostro tesseramento: né simbolicamente né economicamente. I riformatori delle primarie made in Italy sono pronti, a rinunciare alle tessere? In Campania, per dire, dove quelle stesse tessere sospette fatte a miagliaia in pochi giorni e superiori ai voti stessi del Pd in zona, avevano influenzato il congresso 2009: chiedo. E poi, se c’è un problema di condizionamento, forse che lo non lo si amplifica, restringendo il bacino della partecipazione con ulteriori richieste di registrazione, anziché risolverlo? Non si da in questo modo ancor più potere ai signori locali, delle tessere e dei cammellamenti di varia natura? Se (sottolineao se) a Napoli c’è un tizio che paga i cinesi, si mette d’accordo con il centrodestra, uno che magari è pure europarlamentare, il problema sono i regolamenti delle primarie o forse il problema è che lì il partito è marcio e bisogna cacciare un po’ di gente che non risponde esattamente ai principi etici del partito, specie quando siede al Parlamento europeo?
    E poi, non fa un po’ schifo approfittare così platealmente di un caso di malaffare non per fare giustizia, ma per far passare una propria linea politica strumentale, fuori dai regolamenti interni e dagli organi preposti?
    Proseguite pure a spaccare il capello in quattro, ma vedete un po’ voi.

  16. Luca

    Ragazzi, ok, se alcuni di voi ritengono irrilevante che D’Alema dica fesserie infondate per sostenere una sua propria tesi, a me va anche bene. Basta che non pretendiate che a sbagliarmi sia io.

  17. Hytok

    Hai ragione, D’Alema dice cose non vere, ma in effetti sarebbe giusto che alle primarie votassero solo i tesserati.

  18. jamesnach

    D’Alema dice cose imprecise, come direbbe cose imprecise chi sostenesse che in America le primarie funzionano esattamente come da noi.
    Quindi accanirsi su questo dettaglio come se fosse la prova provata di chissà quale crimine mi sembra davvero infantile.

    Non sarebbe forse meglio discutere del fatto che in effetti non ha senso che alle primarie di un partito voti pure chi a quel partito non è iscritto? A me sembra a dire poco logico, che questa sia un’assurdità autolesionista.

    E comunque, per correttezza, forse sarebbe stato meglio citare anche il prosieguo della frase di D’Alema:
    “Se avessimo adottato questo sistema anche noi, oggi sapremmo chi ha votato a Napoli, e non ci troveremmo in questo caos. La democrazia è fatta di regole, altrimenti è pura demagogia. Io non sono contro le primarie. Anzi, le voglio salvare. Ma per salvarle, so che dobbiamo regolarle in un altro modo”.

  19. francescorocchi

    @jamesnach

    Il regolamento delle primarie di Napoli (http://www.primarienapoli.it/) prevede, come in tutte le primarie del PD, che si lascino le generalità (visto che per votare bisogna avere almeno 16, essere cittadini o stranieri con regolare permesso).

    Oltre a questo, si viene iscritti ad un albo di “elettori del PD”, che a conti fatti credo sia, in concreto, una newsletter.

    Quindi, se D’Alema vuole sapere chi ha votato, basta che faccia un salto a Napoli, e conoscere gli elettori uno per uno.

    Il passo da te citato mi sembra confermi il pressapochismo di D’Alema.

    Al di là della diatriba sì-no primarie, credo che Sofri volesse soffermarsi sull’onestà intellettuale dei partecipanti al “dibattito”.

    Se si prescinde dai fatti, allora si finisce a fare opinione in stile Libero o Giornale.

    A latere, io trovo cmq fastidioso il richiamo a quel che si fa all’estero, sia per le primarie che per il resto (“Ah, ma nei paesi civili!”). E’ vero che il nostro Paese avrebbe molto da imparare all’estero, ma non ne posso più di quelli che ci vengono a dire cosa pensano di noi all’estero. La pesante perdita di democrazia in atto da noi ha molti pessimi effetti, ma la brutta figura è decisamente l’ultimo.

  20. Marzio

    Un politico come D’Alema dovrebbe essere da un pezzo ritirato a vita privata. Scrivere libri, fare conferenze dove lo chiamano. Ma vita privata.

    E’ intollerabile che uno dei maggiori responsabili della situazione nella quale ci troviamo continui a pontificare.

    Lo so, quello che ho scritto non è in argomento con il Post di Luca. Perdonate lo sfogo.

    Ciao

    Marzio

  21. paolo.cosseddu

    No, vabbè, non ce la faccio.
    “Se avessimo adottato questo sistema anche noi, oggi sapremmo chi ha votato a Napoli, e non ci troveremmo in questo caos. La democrazia è fatta di regole, altrimenti è pura demagogia. Io non sono contro le primarie. Anzi, le voglio salvare. Ma per salvarle, so che dobbiamo regolarle in un altro modo”

    Ora, alle primarie si va a votare col certificato eletorale, e un documento d’identità. E si firma un foglio, pure, compilandolo coi propri dati.
    Noi LO SAPPIAMO GIA’, chi vota alle primarie del Pd e del centrosinistra, lo volete capire o no? Perché è così che abbiamo SEMPRE fatto tutte le primarie.
    Se in qualche seggio hanno contato per buone le schede bianche, o non hanno chiesto i dati, o sa Dio cos’altro, QUELLA è GIA’ una violazione del regolamento che GIA’ c’è.
    Immaginare di chiedere più controlli, rispetto a questi, mi spiegate cosa cacchio significa? L’esame del sangue?
    Ah, e poi: ai furboni secondo cui dovrebbero votare solo gli iscritti. Ma voi lo sapete, come va il tesseramento del PD? Avete una vaga idea di quanto sia in crisi il solo concetto di far tessere (tant’è che, appunto, ci sono i signori delle tessere che spadroneggiano, e gli riesce pure facile perché non devono poi farne molte)? Cosa credete, che basti dire “primarie” e decine di migliaia di cittadini saranno felici di farsi una tessera a 15 euro pur di partecipare? Pronto? Siete vissuti in Italia negli ultimi 20 anni? Certo, facciamo votare solo gli iscritti. Così il candidato vincente lo sceglie direttamente la famiglia del candidato vincente.
    Giesù.

  22. Carlo M

    d’alema o non d’alema, le primarie devono essere in qualche modo regolamentate. altrimenti il rischio di inquinamento del voto ci sarà sempre.

    e vanno regolamentate anche perché non voglio più sentire i paladini delle primarie aperte, tipo il sempre mitico uòlter, che protestano perché hanno votato “un sacco di cinesi” (e se sono aperte di che cosa ti sorprendi? sciocchino).

  23. Luca

    carlo, sono già “in qualche modo regolamentate”. In diversi modi. Se sono altre regole che vuoi, dovresti spiegare quali.

  24. dalecooper

    @luca: “Se sono altre regole che vuoi, dovresti spiegare quali”

    Come dice D’Alema, una qualsiasi tra quelle degli americani, anche degli stati che citavi; dove:
    – le primarie si fanno in tutti i partiti
    – ciascun partito sceglie i propri candidati
    – non si puo’ votare alle primarie di piu’ di un partito
    – bisogna decidere *prima* per quale partito si va a votare alle primarie

    e, infine, soprattutto

    – NON ESISTONO LE PRIMARIE DI COALIZIONE

  25. francescorocchi

    @Dalecooper

    -certo, aspettiamo che il PDL voglia fare le primarie…

    -A me sembra che i partiti già scelgano i loro candidati, o pensi che li estraggano a sorte? O pensi che scherzino quando dicono “Ha vinto il candidato di SEL/PD?

    -Ad oggi c’è solo un partito che fa le primarie.

    -Alle primarie si vota un candidato, non un partito.

    Nei famosi Stati Uniti non esistono le coalizioni…

  26. Pingback: Links for 31/01/2011 | Giordani.org

  27. george kaplan

    Con la solita aria da sopracciò, voleva pretendere di dare una lezione all’interlocutore.
    Tuttavia, l’errore non è tanto in questo, bensì nel non dire: “me ne fotto che in America alcuni stati facciano le primarie aperte, qua da noi facciamo così”.
    Era assolutamente legittimo.
    Aggiungasi, che il vero problema, nel caso di specie, non è chi non è iscritto al partito, ma chi è membro di un altro partito.

  28. giampaoloPR

    scusa Paolo, siamo d’accordo che D’Alema dice cose inesatte, siamo d’accordo sul fatto che le primarie agli iscritti sono un errore e va bene.
    però l’albo delle primarie non è una proposta che riguarda questo, almeno non la mia, non quella che potrebbe uscire da Prossuma Italia.
    tu dici cose giuste ma su un punto sono in disaccordo, perchè è vero che oggi possiamo sapere chi ha votato a napoli, ma non lo potevamo sapere il giorno prima.
    tutti i controlli sono fatti a posteriori, gli elenchi dei votanti sono inutilizzabili perchè estemporanei.
    fare una campagna delle primarie e creare elenchi diversi dalle tessere, più ampi, di simpatizzanti, quegli “elettori” che lo statuto prevede come elementi attivi del partito, potrebbe essere un modo fantastico per entrare davvero nel “territorio”, per fare politica davvero.
    e per avere una base consultiva stabile, ampia, autorevole, che potrebbe essere utilizzata per i referendum.
    D’Alema, come sempre, fa i suoi interessi, che secondo me non coincidono con quelli del PD e dei suoi elettori, ma piuttosto con gli interessi del sistema piramidale della bocciofila iscritti-dirigenti, che ha funzionato così bene da tanto tempo per “loro” e che rischia ogni giorno di perdere un pezzo da quando c’è lo statuto del PD.
    però arroccarsi sulla difensiva solo perchè il solito d’alema stravolge la realtà pro domo sua, e non valutare correttivi che potrebbero essere veramente utili, mi sembra un errore.

  29. Carlo M

    la mia proposta è la stessa che ha fatto giampaoloPR, sia qui sia nel blog di civati.

    giampaolo ha spiegato bene le pecche del sistema aperto attuale:

    “L’attuale formula…consiste nel presentarsi al gazebo con tessera elettorale e documento; l’incaricato verifica il nominativo negli elenchi elettorali (pubblici) poi fa firmare la dichiarazione di impegno a sostenere il PD e quindi si vota.
    Se uno non è negli elenchi, nessuno lo manda via, vota lo stesso (e magari due o tre volte cambiando seggio).
    Questo tipo di sistema è aperto, quindi vulnerabile.
    Passare ad un sistema meno aperto (ma non chiuso, per chiuso si intende che vota solo l’iscritto, cosa per me inutile) significa solo regolarizzare a monte, in via preventiva, quello che adesso è regolamentato a valle, cioè la volontà di partecipare alle decisioni del PD, che è qualcosa di più che fare l’elettore, e qualcosa di meno che fare l’iscritto.”

    il problema è dunque chiarissimo.

    wikipedia (già citata da giampaolo) riassume bene qual è il sistema per risolverlo:

    “….si è affermato un tipo intermedio di primarie, che consente il voto anche ai cittadini non iscritti al partito, ma potenzialmente sostenitori dei suoi candidati.

    In questo terzo tipo, i cittadini per poter votare alle elezioni devono “iscriversi” in un apposito registro presso uno dei partiti in lista. L’iscrizione può aver luogo in qualità di aderente o indipendente.

    L’iscrizione, qualsiasi sia la qualifica scelta (aderente o indipendente), non obbliga certamente il cittadino a votare solo per il partito presso il quale si è iscritto. Permette, invece, la possibilità di partecipare alle primarie del partito prescelto.”

    in buona sostanza, non si tratta di restringere le primarie ai soli iscritti al partito, ma di introdurre un albo, in modo tale da poter limitare inquinamenti, manipolazioni e sabotaggi.

  30. Fabio

    Ci sono tre problemi distinti.
    1. Modalità di selezione della classe dirigente e delle candidature.
    2. Questioni di Scienza Politica comparata.
    3. Inquinamento clientelare, corruttivo e para-mafioso.

    Pensare che una soluzione inclusiva (albo degli elettori) possa risolvere 3 è un errore, perché (a) nemmeno il tesseramento risolve 3 e (b) nemmeno le elezioni istituzionali riescono a risolvere 3.

    Su 2, D’Alema non solo è iper-semplicistico ma falso. Non possiamo pensare che uno nella sua posizione non sappia la verità nei dettagli e se la sa ha il dovere dell’onestà intellettuale.

    Rimane da chiedersi ancora, perché si vogliono usare 3 e 2 per piegare 1 a, nel migliore dei casi, un giudizio politico?

    Siccome D’Alema non stava facendo un comizio ma era intervistato, sarebbe stato necessario un intervento correttivo del giornalista che avrebbe dovuto pretendere questi punti fossero chiariti. Invece no. Ci si limita a porre il microfono sotto la bocca e si chiede che l’Eminenza di turno dica tutto e il contrario di tutto, senza spregio della verità e dell’onestà intellettuale. Il modello di giornalista megafono è altrettanto responsabile del prodotto finale.

  31. Carlo M

    fabio, l’albo degli elettori non risolve l’inquinamento clientelare, corruttivo e para-mafioso, però lo può in qualche modo limitare.
    un certo grado di “inquinamento” del resto è presente anche alle elezioni politiche.

    con un albo però si possono controllare meglio e arginare alcuni fenomeni. il rischio che tizio dia dei soldi a caio per indurlo a votare sempronio tu certo non potrai eliminarlo mai del tutto, ma con un albo potrai almeno evitare che lo si possa fare il giorno prima delle primarie, o addirittura fuori dal seggio durante le operazioni di voto…

    i sistemi di controllo servono per arginare un problema, e sono utili anche se non eliminano del tutto il problema. il fatto che ci siano dei limiti di velocità e dei pubblici ufficiali che possono farti una multa certo non ti impediranno di infrangere il divieto se vorrai infrangerlo, però ti indurranno a essere più prudente.

    se invece vale il tuo discorso, aboliamo il codice della strada e sticazzi, no?

  32. Lazarus

    Se alle primarie avessero sempre vinto i candidati dalemiani costui non si sarebbe certo messo qui a disquisire su primarie americane e amenità simili. Solo i perdenti si mettono a fare gli azzeccagarbugli per cercare alibi e giusitifcazioni. E D’Alema è un perdente nato (e purtroppo noi con lui daro che da 150 anni è lui che comanda da quelle parti).

  33. ro55ma

    Scusate, continuo a leggervi per cercare di capire ma è tutt’altro che semplice. Oltre ai problemi di accesso al voto (aperto/intermedio-albo/chiuso), mi pare esista anche il problema del candidato: la possibilità di scegliere un soggetto “estraneo” al partito che organizza le primarie (Cagliari, Milano, ecc.), rende parte dei discorsi sui soggetti che possono votare “inutile”: perchè dovrei impegnarmi sulla linea del partito quando posso scegliere un candidato non del partito?

  34. 3ndriu

    Luca e Massimo (D’Alema) hanno entrambi torto? Il voto alle primarie USA non è per gli iscritti (parola priva di significato, negli usa) e nemmeno per “chi passa per strada”.

    IMHO Dalecooper è l’unico che qui ha dato una visione chiara e precisa della questione. E nemmeno off-topic

    Comunque le primarie (quelle vere e serie):
    – sono regolate per legge
    – sono obbligatorie per tutti i partiti
    – definiscono l’affiliazione ad un partito tramite la partecipazione mutuamente esclusiva (chi vota alle primarie di un partito non vota per le altre)

    Come fate a parlare di “iscritti” ad un partito USA? La definizione stessa di affiliation passa dalla volontà di sostenere – alle primarie – un candidato.

    Gli USA hanno milioni di difetti, ma lì i cittadini sono ben più attenti a non farsi fregare, rispetto all’elettore medio italiano. Qualcuno di voi sa citare al volo un nome di segretario di partito USA? No, perché i segretari non contano una fava.

    Il potere di selezione dei candidati è il principale potere in mano alle segreterie dei partiti in italia.
    Sarebbe bello se i tempi fossero maturi per un’iniziativa seria, totale, sul meccanismo di selezione dei candidati in Italia. In omaggio, ci risparmieremmo pure le Nicole Minetti…

  35. giampaoloPR

    concordo con carlo m.
    ormai se ne parla non solo qui e noto un paio di aspetti preoccupanti.
    prima di tutto si tende ad accomunare questa proposta a proposte, come quella di d’alema, radicalmente diverse.
    d’alema vorrebbe le primarie fatte dagli iscritti, e da subito tutti, io per primo, abbiamo detto che questo genere di primaria non interessa, non ha senso e soprattutto è incompatibile con lo statuto.
    quello che potrebbe essere interessante è proprio curare la partecipazione dell’elettore da primaria, innaffiandolo come un geranio, e farlo fiorire.
    è vero come ha scritto mi sembra Paolo che l’albo esiste già, se consideriamo tale l’elenco di chi HA VOTATO ad una consultazione primaria precedente.
    elenco che viene poi messo da parte e che non ha alcuna utilità per la primaria successiva nello stesso territorio.
    la proposta alla fine consiste solo nel cercare di dare continuità a questo elenco che oggi, non dimentichiamolo, è un vuoto a perdere.
    secondo me potrebbe essere un validissimo modo per contattare l’elettorato ed averne il polso, sempre come da statuto.
    non mi cristallizzo sul modo di raggiungere questo scopo, sono aperto a tutte le possibilità.
    per come la vedo io, credo possa essere un buon argomento politico e mediatico il propagandare l’iscrizione all’albo dedicandovi una campagna nazionale a cadenza annuale e spiegando che l’iscrizione servirebbe proprio a prendere le decisioni.
    in un momento in cui, rimanendo al nostro campo, siamo esposti al rischio astensioni da parte di chi perde la fiducia nella delega in bianco che firma col voto (a maggior ragione col porcellum) e dall’altro al rischio che invece di astenersi le persone che perdono fiducia il voto lo diano al mov. 5 stelle (anche a SEL e IDV, ma almeno con quelli si spera di potercisi alleare un giorno, letta e d’alema permettendo), una campagna dove si spieghi alle persone come possono fare per contare davvero nel PD e giocare un ruolo attivo nella sua politica, beh, forse qualche passo avanti ce lo farebbe fare.

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