Qualche anno fa andai in Giappone qualche giorno – l’unica volta nella mia vita – assieme a Cesare Picco, che vi avrebbe tenuto dei concerti. Fu bello. Lui adesso ha inciso una canzone per un progetto legato a quello che è successo una settimana fa.
Per il Giappone
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Visto adesso un pezzo nel programma di tua moglie, registrato in quel museo di modernariato impolverato che sarebbe lo studio di Pagani. Lasciamo perdere le buone intenzioni, che non discuto, ma la vergognosa imitazione di un Sakamoto qualsiasi è veramente imbarazzante, particolarmente per un pezzo che sarebbe dedicato al Giappone. Meglio piangere in silenzio, molto meglio.
E perché non lo hai fatto, allora?
Perché era troppo orrido per non dirlo. A tutto c’è un limite, anche al silenzio.