Si discute molto in questi giorni dell’incapacità da parte dei media tradizionali di accettare e raccontare le complessità, le sfumature, le cose che hanno più letture: tutto è rivoluzionario, è novità, è decisivo, è schematicamente monolitico. Il titolone come chiave di interpretazione di ogni cosa. Se ne discute per via del fatto che ora internet è diventata rivoluzionaria e portatrice di sconvolgimenti nella politica e nella società italiana, nelle pagine dispari. Mentre nella pagine pari resta veicolo di imbrogli, menzogne, incompetenze e ragazzini ignoranti che ci rubano il lavoro. A noi.
Sintomatico del brivido che circola nelle redazioni quando qualcosa può portare acqua al mulino di una o dell’altra versione è la scelta di oggi del Corriere che decide di superare due tradizionali resistenze giornalistiche in un articoletto: ovvero dichiara notizia il commento dell’opinionista di un quotidiano concorrente (Luca Ricolfi) e addirittura attribuisce valore di fonte a un piccolo sito di news (Linkiesta, che sono bravi). Il superamento di entrambe le resistenze è benemerito, ma indovinate quale titolo lo ha favorito?
«Su Internet non c’è democrazia»
(per la cronaca, l’articolo di Ricolfi “spacca il popolo di internet”)
I casi in cui un piccolo giornale come il Corriere della Sera sfila di mano una foto al blog di turno (Intravino), senza chiedere permesso o citare la fonte, non fanno più notizia, immagino. Articolo che termina con “riproduzione riservata”, chiaro.
http://www.intravino.com/primo-piano/svegliarsi-e-trovare-la-tua-foto-sul-corriere-della-sera-citare-la-fonte-proprio-no-eh/
L’importante è a)che se ne discuta, b)che il Corsera riconsca la rete come fonte. Poi si può giudicare indecente l’uso che fanno delle notizie, ma la democrazia è data dal fatto che circolino. Altrimenti come potremmo sopportare che esistano letamai informativi come “Il Giornale”? Eppure chiuderlo con dentro alcuni dei più infervorati “giornalisti” che vi lavorano e appiccargli fuoco non sarebbe un’azione molto democratica, ritengo.
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su libero hanno messo «La grande bufala di internet democratico». però sul corriere di oggi ho trovato un’intervista a Garzanti che annulla il mio giudizio «Su Internet non c’è democrazia». ha ragione Giovanni: l’importante è parlare degli altri, anche male
Nihil sub sole novi.
Il ‘titolone’ premia anche e soprattutto su internet. Basti vedere tutti i video di Youtube che contengono filmati assai diversi dal titolo eclatante che li riguarda. Questa incongruebza viene bellamente ignorata da un popolo (quello ‘della rete’) di analfabeti di ritorno. Ma ve lo ricordate l’affaire Bigazzi? Ve lo ricordo io.
Marino Poerio
htt://cato-maior.blogspot.com
Chiedo venia: avevo dimenticato il link al mio articolo.
MP
http://cato-maior.blogspot.com/2010/06/laffaire-bigazzi-e-lanalfabetismo.html
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