Vediamo di capirci

Il Foglio di oggi pubblica un articolo per dire che ci sarebbe di fatto un esagerato clima di persecuzione nei confronti degli stipendi dei parlamentari a cui gli stessi vilmente non si ribellano. È un po’ vero. Intanto i giornali stanno trattando il tema “alla rottweiler”, non nel senso che sono dei mastini dell’inchiesta ma in quello per cui ogni tema ha un suo periodo di moda giornalstica, come quando sembrava che tutti i bambini d’Italia venissero divorati dai rottweiler. Adesso improvvisamente lo spazio scandalo per i costi della politica pare ineludibile, come quello delle previsioni del tempo, e apre le riunioni di redazione: “che abbiamo oggi sulla casta?”, poi passerà. Ma a parte questo, è anche vero che in molti ci siamo chiesti – prima di far partire l’indignazione di routine – se le cifre di cui leggiamo siano adeguate o no a quell’impegno e a quel che implica. Per esempio, ieri ho letto alcuni contestare i rimborsi telefonici ai deputati, e francamente mi è sembrato eccessivo: qualunque azienda efficiente fornisce telefoni e traffico ai suoi dirigenti, per l’ovvia ragione che quello è uno strumento di lavoro importante, così come fornisce loro uffici e traffico internet, eccetera. Non si può pensare che un deputato debba valutare se fare una lunga telefonata di lavoro importante o no, magari dall’estero, per via del fatto che gli costa. E in generale, è sciocco misurare gli stipendi dei parlamentari su quelli della maggioranza dei lavoratori “normali” e trovarli indecorosi se li superano: è un lavoro diverso, particolare, straordinario, delicato e importante. È giusto che sia un lavoro pagato “adeguatamente”, una volta che ci accordiamo su cosa voglia dire “adeguatamente”.

Qui metto un accapo, per dare modo al commentatore sbrigativo che può andare nei commenti a tuonare contro la mia difesa della casta, senza leggere il resto.

Il problema degli stipendi dei parlamentari non è infatti abbassarli al livello del mediocre lavoro compiuto da molti di loro, ma innalzare il livello di quest’ultimo. DEVE essere un lavoro diverso, particolare, straordinario, delicato e importante. Deve essere vissuto così, condotto così, e l’attuale caccia allo stipendio si spiega umanamente con il penoso e mediocre esempio di qualità e capacità dato dalla maggioranza del parlamento in questi anni. Ma se un dirigente d’azienda fa male il suo lavoro, non gli si riduce la paga, lo si sostituisce o si cambiano i modi con cui è stato scelto. In generale.
Ma nel particolare, vengo al Foglio: mi sono chiesto anch’io se quello dei parlamentari non sia uno stipendio “giusto”. Può anche darsi che lo sia, o che per poterlo essere sia da abbassare in misure non così eclatanti (soprattutto sono da cambiare i criteri dei rimborsi forfettari, che nessuna azienda seria permetterebbe). Il punto è un altro: è che di questi tempi lo si sta chiedendo alla maggioranza degli italiani di rinunciare a uno stipendio “giusto” per il proprio lavoro, e moltissimi italiani lavorano in condizioni economiche che non sono per niente “giuste”. È un criterio che si sta facendo saltare, ed è forse inevitabile o “giusto” che salti per un po’, date le condizioni.

Quindi se il Foglio vuole dedicarsi ad accademiche discussioni sul sesso degli stipendi, sono benvenute: ogni riflessione teorica è proficua. Poi però, per essere pratici, SI INTERVIENE SU QUESTO DANNATO SISTEMA DI PRIVILEGI E LO SI CAMBIA PERCHÉ SÍ, perché stiamo cercando di ricostruire una credibilità delle classi dirigenti e delle istituzioni, perché bisogna guadagnarsi la fiducia, dimostrarsi all’altezza, i Primi per primi. E perché “la gogna” non è stata abolita nel Medioevo dai condannati ma dopo il Secolo dei Lumi, dagli illuminati.

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34 commenti su “Vediamo di capirci

  1. funkallero

    Secondo me una parte del problema sta nel paragonare il lavoro di un parlamentare a quello di un dirigente d’azienda, e prendere quest’ultimo come lo standard su cui pesare lo stipendio che deve essere “adeguato” a quello di un parlamentare. Non ricordo chi, ieri o l’altro ieri, diceva che i parlamentari prendono quanto un dirigente di secondo livello (quindi prendono poco).
    Un dirigente d’azienda (in una situazione ideale) prende un compenso adeguato alle sue competenze e al carico di responsabilità; è giusto che guadagni dal suo lavoro, e non si può sindacare su equazioni del tipo – orelavorative = compenso – in relazione ad altri lavori, meno qualificati, per cui la relazione è evidentemente molto diversa.

    Ragionerò per ovvietà: la particolare delicatezza del lavoro di un parlamentare sta nel fatto che non dirige un’azienda (per quanto la locuzione “azienda italia” sia molto utilizzata), ma rappresenta una porzione di cittadini e cura il bene comune rivendicando le istanze di questi ultimi. Un paese dovrebbe essere amministrato da rappresentanti che non portino interessi particolari nella loro azione politica.

    Il solo fatto che gli stipendi ora siano tali da permettere ad un parlamentare di lucrare abbondantemente dalla propria posizione è una buona motivazione per ridurre gli stipendi: io proporrei come prima mossa la copertura – documentata e trasparente – di tutte le spese necessarie al lavoro di parlamentare, con l’eliminazione di ogni incentivo che possa invogliare un cittadino a diventare un politico perché ci può costruire su una vita di rendita.

    E’ inutile quel paragone con l’azienda perché nel ruolo del dirigente l’interesse particolare deve coincidere con quello dell’azienda che dirige, mentre in quello del politico la relazione è esattamente all’opposto; il ruolo del politico deve necessariamente tendere più verso la vocazione che verso la carriera: certo, la riduzione di uno stipendio troppo gonfio non eliminerà la corruzione e l’abuso di potere, ma sarà di sicuro un passo in quella direzione.

  2. looreenzoo

    Vediamo di capirci, meglio:
    A me non piace questo moralismo sulla questione degli stipendi, sia quelli dei parlamentari che quelli privati. E’ bene ricordare che siamo in un’economia di mercato e che quindi gli stipendi privati non sono una funzione delle competenze richieste o del carico di responsabilità, ma sono determinati dalla SCARSITÀ relativa di un certo talento. Qualche volta merito e scarsità coincidono (ad es. dirigenti d’azienda virtuosi), altre volte no (ad es. le veline). Quindi, non solo è ingiusto adeguare gli stipendi dei parlamentari al numero di ore lavorate, ma è anche difficile adeguarli alle competenze richieste. Gli stipendi dei parlamentari, essendo stipendi pubblici, non obbediscono alle leggi del mercato e dobbiamo quindi ricorrere a criteri alternativi rispetto a quello della scarsità. Storicamente, il criterio utilizzato non è quello del merito (il parlamentare fa un lavoro difficile e importante e dev’essere retribuito corrispondentemente), ma quelli di PROFESSIONISMO e INTEGRITÀ. Da un lato, vogliamo che si possa vivere “di” politica, cosicché anche persone non benestanti (e gli interessi che rappresentano) possano gestire la cosa pubblica. Dall’altro, vogliamo che si debba vivere “solo” di politica, in modo che coloro che gestiscono la cosa pubblica non siano incentivati a ricorrere ad altre forme di reddito (aka corruzione). Insomma, io in questa discussione sugli stipendi dei parlamentari cercherei il più possibile di abbandonare gli argomenti moralistici legati al merito e concentrerei l’attenzione su quelle riforme del sistema retributivo che davvero perseguono l’interesse pubblico: 1) tutti devono poter fare politica; 2) quelli che fanno politica non devono essere corrotti.

  3. looreenzoo

    Ovvio che la credibilità delle istituzioni politiche è di interesse pubblico e sono quindi d’accordo con il punto principale del post.

  4. Carlo M

    ancora una volta non capisco perché si continui pervicacemente a dare tutta questa importanza al foglio. vabbè.
    ciò detto, adeguare il compenso dei parlamentari italiani al livello dei compensi dei parlamentari degli altri paesi europei sarebbe davvero una persecuzione? perché di questo si tratta. e sono certo che i deputati inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli sono pagati adeguatamente, e parliamo di paesi dove il costo della vita è paragonabile a quello italiano (se non più alto). sicché un termine di paragone per definire la parola “adeguatamente” è lì bello pronto, senza bisogno di chiamare in causa gli esercizi di stile della combriccola del foglio.

  5. carlo

    sono sostanzialmente d’accordo. l’obiettivo deve essere quello che i nostri parlamentari (e i nostri dirigenti pubblici ecc.) arrivino a *meritare* quel trattamento economico che, di per sé, non è vergognoso, ma lo è solo relazionato alla triste condizione di molti politici.

    a margine di ciò, mi permetto di ricoprire l’odioso ruolo del maestrino per segnalare quel “un’esagerato” che fa un po’ accapponare la pelle (è certamente un refuso, e se l’avessi scritto io mi dispiacerebbe che la gente lo leggesse senza farmelo notare…)

  6. Luca

    Carlo M, se non vuoi parlare del Foglio, ne hai facoltà. Quanto al misurare con gli altri paesi europei, criterio ora tanto popolare, non vedo peché debbano avere criteri più affidabili dei nostri: non credo che loro li abbiano stabiliti guardando quelli degli altri paesi europei, si creerebbe un bizzarro corto circuito.

  7. Sop

    Vi fu infatti, negli “illuminati”, uno sbrigativo miglioramento della gogna: a medesima posizione tra i ceppi, si predispose superna lama, di modo che la permanenza tra i ceppi suddetti fosse molto più rapida, e lo spettacolo più piacevole per ogni tricoteuse per bene.

  8. ferrotagliente

    Due considerazioni:

    1. oggi ho fatto i conti sulla mia pensione. Mi toccano ancora 10 anni (fino ai 67 e oltre)e comunque verrò penalizzato. Premiato se mi fermerò ancora altri tre a anni (70 e oltre). Sembra che non potrò riscattare la laurea, quindi il valore della pensione scenderà ulteriormente perché avrò una quota contributiva maggiore. Altrettanto vale per mia moglie. Lavoro in una università, come impiegato, lo stipendio è modesto e i bilanci delle università vengono tagliati anno dopo anno così come le diverse forme di indennità negoziate all’interno. In quanto pubblico dipendente ho lo stipendio bloccato (almeno) fino al 2014. Sono proprietario di un piccolo appartamento – come molti altri italiani – sul quale pagherò una IMU più alta. Non posso fare molto per sostenere i miei figli in una carriera qualunque. E’ una cosa che usa molto in questo [grande] paese(ho appena visto Pieraccioni che ha fatto lavorare la figlia nel suo ultimo film “per dissuaderla dlal’intraprendere questa professione”.
    A quanto detto si aggiunge che mia moglie sta messa come me e anche peggio avendo cominciato a lavorare prima. Da dipendente pubblica è già da un po’ che il diritto alla pensione le era stato portato a 41 e 4 mesi e guarda con sorpresa al fatto che 40 – Camusso docet – è un numero magico. Mia figlia cerca di lavorare in Inghilterra e sta cominciando a trovare normative che privilegiano “i nostri ragazzi” – nel senso dei loro.

    2. L’attenzione rottweiler ai “tagli della politica” è diversivo giornalistico, modesto e di poco sugo, epperò è legittimo pensare che molto si parlerà ancora di stipendi di parlamentari e altro e poi, non appena gireremo la testa, l’istinto di conservazione prevarrà tra i parlamnentari, i consigleri provinciali e regionali e così via. Caro Luca, quella che si sta consumando è una tragedia, un’autentica tragedia ed è appena all’inizio. L’intera classe dirigente di questo paese si comporta come se, abbassata la testa durante la sfuriata, tutto torni come prima. Non ti sembra che la questione della direzione politica del paese sia esattamente questa e nessun’altra?

  9. Sauron

    Non è lo stipendio. E’ che ne sono 1000. Se è solo per schiacciare un bottone ogni tanto, a comando, ne bastano molti meno.

  10. vit

    Concordo con chi parla di paragonare lo stipendio di un parlamentare a quello di un parlamentare di un altro Paese piuttosto che a quello di un dirigente d’azienda.
    Certo, non è detto che i loro criteri siano migliori dei nostri. Ma si parla di quantificare quel “adeguatamente”. Quindi di dare una misura. In tale ottica è più giusto il confronto con una persona che svolge la stessa professione piuttosto che con un dirigente.

  11. trentasei

    Luca, concordo pienamente, ma perchè-contrariamente al tuo esempio sul dirigente d’azienda- non facciamo il discorso a rovescio, come clienti di questo Stato?

    Io pago il pesce per quello che è e non per quello che vorrei che fosse.

    Ora, davanti a noi, ci sono gli Scilipoti, i Borghezio, i Calderoli, i Bossi, i Di Pietro, i Trota e le Carfagne; i Berlusconi e i Veltroni, i Gasparri e le Mussolini! Perchè non adeguiamo lo stipendio al livello di prodotto che i partiti, attraverso la selezione dei candidati, riescono a fornirci? Perchè non ci comportiamo da clienti di questo Stato? Pagheresti pesce marcio? il Trota che non supera l’esame di liceo -e non vuol dir nulla, forse, che mia nonna dà fumo a tutti, per dire- e fa dichiarazioni che anche un minus habens avrebbe vergogna di fare -e mia nonna, ti giuro, dà fumo a tutti invece- fa parte di questa classe dirigente. Io non pago, questo pesce marcio. Siano loro, prima, ad adeguare la selezione. Poi io sarò contento, anche, di pagare delle persone competenti, educate, che facciano il mestiere nelle radici più nobile che si possa fare. E sarò contento di pagarlo lautamente, anche più del dovuto, anche più che adeguato, alla stessa stregua di quando, mangiando del buon pesce, e si è soddisfatti, si è disposti a chiudere un occhio se il conto è salato. Ma se il pesce è marcio, io non pago. E oggi, caro Luca, il pesce è in gran parte avariato, e lo spettacolo che è davanti ai nostri occhi è raccapricciante, per chi abbia un minimo di buon gusto. E la domanda è, la ripeto: perchè non rovesciamo la domanda? Perchè non paghiamo per quello che ci offrono ADESSO, e non DOMANI? Io penso che anzi, limitare all’ inizio i benefici, servirebbe a depurare la fogna del Parlamento da chi vi accede solo per quei benefici, lasciando spazio solo a chi è animato davvero da nobili intenti-di destra o sinistra poco importa-. Solo dopo sarò contento di pagare, lautamente e profumatamente, una classe politica adeguata. Scusa lo sfogo, ciao.

  12. Marghe

    Riguardo agli stipendi medi europei. Può darsi che i loro criteri non siano necessariamente migliori dei nostri; però a occhio direi che funzionano. Si dice che stipendi alti servono a ridurre il rischio di corruzione: beh mi parebbe risibile affermare che qui le cose vanno meglio che in Germania perchè i nostri compensi sono più generosi. Stipendi alti servono anche a permettere a tutti di accedere alla carica parlamentare: ma non vedo un un parlamento di operai e insegnanti, bensì di gente che continua a mandare avanti anche in contemporanea studi professionali e cattedre. E così via. Il punto non è trovare un criterio di retribuzione attraverso calcoli infallibili. Il punto è chiedersi come facciano gli altri paesi europei a far funzionare le rispettive democrazie parlamentari a un costo minore e con risultati migliori, e perchè non dovremmo riuscirci pure noi. Il resto sono sofisticherie in malafede del Foglio.

  13. Luca

    Mi sembrava chiaro, ma a scanso di equivoci: il paragone “dirigente d’azienda” non era pedissequo, e non sulle dimensioni degli stipendi. Era un paragone sul rapporto tra impegni, responsabilità, sacrificio, capacità e retribuzione. Punto.

  14. trentasei

    Appunto. tu dici “se un dirigente d’azienda fa male il suo lavoro, non gli si riduce la paga, lo si sostituisce o si cambiano i modi con cui è stato scelto. “. Tu ti muovi su degli ideali, io ti invito a cambiare ottica e a guardare a quello che c’è, che è completamente diverso da quello che indichi come la figura de il Politico su cui costruisci i tuoi rapporti, perchè quel politico, al momento, non c’è. Tu dici cerchiamolo, cambiamo. Ok, ma al momento è questo, non è quello che descrivi tu. il tuo sarà il modello, forse, ma non ha senso parlare di idee, ma del riflesso opaco nella spelonca, ovvero della realtà. E da lì poi fare gli stessi, identici rapporti e magari capire che si sta un po’ sognando, a ragionare come ragioni tu. Lo dico perchè a sinistra ci si tende a muovere secondo un ideale di uomo, di politico e intellettuale senza spesso guardare al vero uomo al vero politico e al tronista che è.E quindi fare i conti male.

  15. Marghe

    Appunto, ma allora cosa c’è da discutere?
    Dal tuo discorso sembra che visto che in tempo di crisi a tutti tocca subire ingiustizie di qualche tipo, è meglio che vengano colpiti anche i parlamentari. Una misura quasi prudenziale, per evitare i forconi.

    Pero’ il discorso mi pare scorretto: abbassare certi stipendi potrebbe essere proprio giusto in sé, a prescindere dallo stato di emergenza. Oppure devi dimostrare che gli stipendi più bassi degli altri parlamentari europei non sono sufficienti a garantire e ricompensare impegni, responsabilità, sacrificio ecc.

  16. ilprovocatoreoccidentale

    Il problema è molto semplice. Si discute sull’adeguamento degli stipendi alla media europea. Il gravoso e nobile compito dei parlamentari italiani è lo stesso, ed ha la medesima dignità, di quello dei parigrado degli altri stati dell’Unione. Ergo, non ha alcuna giustificazione mantenere gli attuali livelli contributivi. Lo scandalo, se si vuol credere alla scusa dell’autonomia decisionale del Parlamento, è che esista una Commissione che da settembre (tre mesi) è al lavoro (…) per individuare una media con gli altri sistemi europei. Con tutta la buona fede del mondo, si tratta di un calcolo effettuabile in una settimana, a voler stare larghi, anche senza l’ausilio di una computadora.

  17. Marghe

    PS qui si parla di stipendi ma il discorso è allargato a pensioni, vitalizi, sconti di vario genere, ovvio.

  18. tonio

    Mirabile l’interruzione pro-sbrigativi in difesa del dibattito.
    Nel merito io un corto circuito invece lo vedo laddove a decidere il giusto stipendio siano gli stessi stipendiati. In ogni prestazione il quantum viene dopo una trattativa tra le parti, per cui si addiviene ad un compenso (benefit inclusi) che nella globalità soddisfa sia il comittente che chi presta la propria opera. Nel caso dei politici no. Sono loro stessi ad autodeterminare la giusta indennità, diaria, ecc… Allo stesso modo: dire che un’azienda può silurare il proprio ceo non trova raffronti nei parlamentari il cui mandato può benissimo essere portato a conclusione, nonostante siano stati in corso di legislatura assenteisti, incompetenti o più frequentemente inutili.

  19. pizzeriaitalia

    Lo “stipendio” è piuttosto alto, forse immeritato, ma non scandaloso… il numero dei pèarlamentari è molto elevato in rapporto alla popolazione ed una sforbiciata non guasterebbe. Ma il vero scandalo sono gli accessori: la diaria (pagata anche ai residenti di Roma, o sbaglio?), il vitalizio… c’è persino un aiuto economico per chi rientra nel mondo del lavoro quando smette l’attività parlamentare (quando è dimostrato che il reddito professionale, dopo aver fatto il parlamentare, è molto superiore a quello precedente all’attività politica.

  20. Marzio

    Spazi per razionalizzare le spese dovuti agli stipendi dei parlamentari ce ne sono. Ci sono anche dei privilegi aggiunti che sono diventati intollerabili (ricordo qui lo scontrino da 3 euro di un pranzo “sostanzioso” al senato).
    Dico questo partendo dall’assunto che il taglio servirà ai conti pubblici nella misura dello 0,00001%.
    Tuttavia:
    a) L’esempio è quello che conta. Se si soffre, si soffre insieme.
    b) Io vorrei pure poter scegliere chi è meritevole di quello stipendio, quando vado a votare. E ora non posso.

    Ciao

    Marzio

  21. pifo

    Vediamo di capirci …
    molti dei benefit (vitalizi inclusi) che vengono prospettati ai parlamentari in carica e non, si configurano come assoluti privilegi. Privilegi che forse sarebbero tollerabili e sostenibili in una societa’ dal benessere diffuso e dalla economia virtuosa ma non per la nostra. Prima ancora che una questione di credibilita’ da recuperare e’ una questione etica: non e’ possibile tollerare che un deputato possa godere, a partire dai 49 anni di eta’, di un vitalizio (reversibile!) di 5800 euro lordi mensili dopo aver versato per soli 25 anni, quando si chiede ad un qualsiasi altro lavoratore di rimanere al suo posto sino ai 67(con 41 di versamenti) per percepire importi di gran lunga inferiori. Non e’ eticamente accettabile che al beneficio del vitalizio possa accedere una classe molto ampia di persone (scrittori, attori, cantanti, giornalisti, imprenditori, avvocati) che palesemente, essendo tornati con successo alle loro attivita’, di quel cospicuo vitalizio, per nulla commisurato agli importi versati, non hanno alcuna reale necessita’.
    E’ vero, stiamo cercando di ricostruire una credibilita’ delle classi dirigenti ma credo che vogliamo combattere anche una campagna etica e la guerra al privilegio fa parte di questa campagna.

  22. diariapenna

    Io non capisco questa ossessionante difesa del Foglio, del suo direttore e di tutti coloro che ci impallinano di verità assolute dopo aver spalleggiato un governo inconcludente per anni. I nostri parlamentari non meritano quello che guadagnano perché sono degli inetti, ma soprattutto perché la cifra complessiva supera quella dei loro colleghi europei. Se questi ultimi siano più o meno efficaci non è rilevante (non in questo caso), anche se visti i risultati, propenderei per la prima. Semplicemente non è giustificabile e non esistono “se”, “ma”, “forse” o “però” che tengano, i loro stipendi devono essere adeguati alla media europea. Abbassati alla media europea.

  23. palzan

    Out of topic:
    ora, è vero che è importante sapere che il WWF ha scoperto 200 nuove specie viventi (e perdinci tutte intorno al Mekong), però una notiziola, un accenno, un tweet sull’accordo firmato ieri alla Fiat che cambia tutto sulle relazioni sindacali, sulla rappresentanza, sul diritto di sciopero eccetera non lo potevate fare sulla Vostra homepage..?
    Il lavoro in fabbrica per il Post è molto meno “cool” del geco psichedelico..

  24. Hytok

    Secondo me Luca si sta preparando il terreno per sostituire Sallusti, sorpassandolo a destra.

  25. Carlo M

    Luca, nello specifico non so se gli altri paesi europei abbiano criteri di misurazione più affidabili dei nostri. Però, a titolo di esempio, se in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna i parlamentari guadagnano tutti 7, e solo in Italia guadagnano 10, è probabile che siamo noi quelli che hanno misurato male. Non trovi?

  26. Lazarus

    Palzan non è solo il Post, una delle notizie più importanti di ieri è stata ignorata da molti. Tanto riguarda solo i lavoratori.

  27. ILSENSOCRITICO

    Io credo che l’Italia avrebbe molto da guadagnare da un raffronto con gli altri paesi europei. Questo vale per il mercato del lavoro [all’estero è più flessibile e l’economia va meglio che da noi], ma vale anche per gli stipendi dei politici. Mi permetto di sottolineare che nei giorni scorsi abbiamo visto un filmato in cui un parlamentare italiano eletto nelle file dell’Italia dei Valori [credo fosse Razzi] dichiarava che la sua principale preoccupazione fosse far continuare la legislatura per non perdere il diritto al vitalizio. Il malcostume della politica italiana porta molti a candidarsi solo per ottenere prebende e benefici personali. E’ quindi giusto, secondo me, con la richiesta di forti ‘tagli alla casta’, far presente che queste persone stanno in Parlamento per occuparsi dei problemi del paese, non dei loro.

  28. palzan

    @Lazarus, hai ragione.
    D’altra parte si sa, Landini porta la t-shirt bianca bene in vista sotto il colletto della camicia poi il golf e sopra la giacca, mica è tanto figo..
    Marchionne invece ci ha dei pulloverini stile blasé che levati.

  29. andrea61

    Io non mi scandalizzo sei parlamentari hanno uno stipendio da favola. Mi scandalizza invece il dirtto ad un vitalizio privo di ogni agganciomcon lamrealtà.
    Quello che peró non riesco proprio a reggere é il sistema di furberie su cui si regge l’intera impalcatura della retribuzione parlamentare. Anch’io trovo normale che un parlamentare abbiamdiritto ad un telefono per uso lavorativo, ma anziché mettergli in mano soldi preferisco dargli il telefono. Servono collaboratori ? Benissimo, il Parlamento assume con contratto a tempo determinato i collaboratori versando loro lo stipendio e non mettendo in mano al parlamentare i soldini permettendogli poi di assumere stagisti o parenti incassando i soldi come gratifica.
    Potremmo andare avanti con i biglietti aerei, gli uffici di rappresentanza, i biglietti allo stadio, etc. etc.
    Quello che non é accettabile é proprio questo voler lucrare su tutto rubacchiando qua e là come fosse la cosa piú normale di questo mondo per dei massimi componenti delle istituzioni.

  30. stefano b

    Ci sono miliardi di problemi che girano intorno agli stipendi dei parlamentari. In linea di principio è giusto che guadagnino bene, e diciamo pure molto. Perché è un lavoro di straordinaria importanza sociale e di responsabilità. E non è certo pensabile che un parlamentare che deve occuparsi di risolvere i problemi del paese e di farlo funzionare, debba vivere con il pensiero di arrivare a fine mese. Su questo aspetto sono d’accordo al 110% con il direttore. Sul resto però no. Si tratta pur sempre di un mestiere pubblico il cui stipendio grava sulle tasche dei contribuenti. Quindi c’è il diritto/dovere al decoro e alla sobrietà. Troppi parlamentari italiani invece ritengono che il loro sia un mestiere che gli debba consentire di pernottare 20 giorni al mese al De Russie, cenare 3 volte a settimana a La Pergola, e fare shopping incessante in via Condotti. Ma quel che è peggio è che ritengono che solo per il fatto di essere stati parlamentari, anche se per un breve periodo, gli debba essere riconosciuto un vitalizio/pensione diciamo “robusto”. Se si vuole fare i ricchi si vada a lavorare nel settore privato dove i guadagni, in linea di massima, sono commisurati al proprio valore o alle proprie capacità imprenditoriali/manageriali. Entrando nello specifico, come qualcun altro ha già detto, è semplicemente inaccettabile che i politici possano autodeterminarsi i propri stipendi. E questo avviene anche a livello locale, non solo parlamentare. Quindi deve essere trovato un meccanismo che glielo impedisca, perché non si può certo continuare a far conto sulla loro serietà e buon senso. Trovo altresì inaccettabile che i parlamentari continuino a fare contemporaneamente un altro mestiere. Non si può fare l’avvocato, l’architetto, il professore, il medico o quello che è, e a tempo perso occuparsi del paese. Vuoi continuare il tuo lavoro e fare anche il parlamentare? Allora rinunci all’indennità e incassi solo i rimborsi per le spese effettivamente sostenute. Stesso dicasi per chi ha redditi provenienti da rendite o aziende, se l’importo di tali redditi è ragionevolmente elevato. Altri suggerimenti possono essere l’assegnazione di un alloggio pubblico ad ogni parlamentare. Chiaramente adeguato all’onorabilità della carica, che non sia un monolocale da convitto studentesco ma neppure un attico di 400mq con vista sul Colosseo. Chi rinuncia all’alloggio si arrangia con lo stipendio da parlamentare, niente extra. Un 60% dello stipendio deve essere fisso, la restante parte deve essere legata all’effettiva presenza e partecipazione in camera e nelle commissioni. Con meccanismi che siano meno laschi e che non consentano di firmare presenza e poi andarsene a spasso. Ovviamente le assenze motivate da impegni istituzionali, campagna elettorale e malattia sono giustificate. Le assenze ingiustificate e persistenti devono però andare ad incidere sullo stipendio in maniera progressiva, in modo da scoraggiare fenomeni alla Gaglione.

  31. The Life After

    Si devono alzare gli stipendi della gente. In Germania per esempio un ingegnere prende 2000 euro di partenza (cioè appena uscito dall’università). Il costo della vita è lo stesso…

    The Life After

  32. halley

    i RADICAL-PANNELLATI Andreani, Boneschi, Craveri e Pezzana, per un solo giorno alla Camera, 2.384,00; Pannella percepisce 6.465,00

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