Ho visto la settimana scorsa quel film che si chiama Contagion, roba di epidemie e catastrofismo e apocalissi, ma si faceva vedere. C’era, ad ammodernare il canovaccio, il blogger sgamato e cialtrone che accusa e sbugiarda i poteri (con ragione) ma fa casino dilettantescamente ed è imbroglione pure lui, macchietta interpretata da Jude Law. L’avevo già vista, la macchietta, in quel film sui giornali in crisi con Russel Crowe, come si chiama, e altrove.
Mi è tornato in mente leggendo ora sul sito di un quotidiano di una “isteria collettiva” alimentata da “blog e social network”, tipico meccanismo dei giornali tradizionali per lanciare isterie collettive attribuendo ad altri la responsabilità. Un blog lo leggono in cento, ben che vada in mille; un sito di un quotidiano in milioni. Eppure “la rete” è sempre altro, oscuro e minaccioso, infantile e scellerato, e sempre altro. C’è un senso di assedio e decadenza da parte dell’establishment mediatico e culturale, di arrivo dei barbari, che si risolve in capricciosi sfoghi alla “spostati ragazzino, lasciaci lavorare”.
Così, ripensando a Contagion, mi è tornato in mente che quel personaggio lì, quello di Jude Law, esisteva già nei manuali di sceneggiatura precedenti a internet, e prima che arrivassero i blogger: me lo ricordo almeno in un Die Hard, quello che per fare lo scoop rischia di far ammazzare tutti e la moglie di Bruce Willis alla fine gli dà un liberatorio cazzotto in faccia.
Era un giornalista.
Niente di nuovo
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Russell si scrive con due elle.
Jude Law come Byoblu?
Torniamo indietro fino al 1951 e troviamo “L’asso nella manica” di Billy Wilder per vedere fin dove arriva Kirk Douglas per uno scoop.
Il blogger, barbaro rispetto al giornalista vecchio stampo. E lì ci sta. Non ho capito il giornalista di Die Hard barbaro rispetto a chi. Cioè chi vorrebbe o dovrebbe rimpiazzare?