Educare le masse

When you’re scientifically literate, the world looks different. Science provides a particular way of questioning what you see and hear. When empowered by this state of mind, objective realities matter. These are the truths on which good governance should be based and which exist outside of particular belief systems.

Our government doesn’t work — not because we have dysfunctional politicians, but because we have dysfunctional voters. As a scientist and educator, my goal, wouldn’t be to lead a dysfunctional electorate, but to bring an objective reality to the electorate so it could choose the right leaders in the first place.

NEIL deGRASSE TYSON, Astrophysicist, Director of the Hayden Planetarium at the American Museum of Natural History,

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

26 commenti su “Educare le masse

  1. Raffaele Birlini

    Ancora con questa menata della ri-educazione? La scienza come fonte di purezza razionale e dunque, chissà per via di quale sillogismo, anche morale (lo sai che in passato ha prodotto terribili dittature)? Se ‘portare all’elettore la realtà oggettiva’ (già qui mi metto a ridere) ancora non funziona, pur di non ammettere la fisiologica imperfezione della democrazia causata da una naturale quota di deficienti nella popolazione, al fine di ottenere la maggioranza dei voti potremmo passare da un massiccio bombardamento propagandistico e pubblicitario all’utilizzare gli individui disfunzionali come cavie, mandarli in esilio, eliminarli fisicamente con la droga, l’inquinamento, l’entertainment. E vale anche se lo dice un ‘professore’, una testa d’uovo, un plurilaureato, un premio Nobel, perché anche gli scienziati sono stupidi, soprattutto quelli molto specializzati (e questo è nientemeno che il direttore di un planetario, mizzega che impressione, sono ammutolito dal senso di inferiorità intellettuale, che soggezione che mi fa).

  2. tonio

    Si parte dalla premessa di dividere l’elettorato in buoni e cattivi: uno competente ed impegnato, in grado di scegliere autonomamente il proprio leader; un altro piuttosto immaturo e bisognoso di un mentore, al fine di evitare scelte disturbate dall’ignoranza.
    A mio parere, invece, sia nel primo che nel secondo gruppo c’è una gran quantità di persone che scelgono per istinto, prescindendo da tutte le considerazioni di buon senso, che magari anche conoscono. Scelgono cioè chi sentono più vicino al loro modo di essere, in modo da avere un potenziale alleato contro i loro timori e a difesa del “particulare”. In altre parole, se l’educatore pone la questione solamente sul piano di una rappresentazione oggettiva della realtà, egli ha già fallito. È necessario, infatti avere cognizione delle preoccupazioni e delle aspirazioni dell’elettorato, bisogna entrare nel personaggio dell’elettore e non limitarsi ad esporre la realtà per come la vede o la vorrebbe vedere lo scienziato educatore.

  3. uqbal

    Immaginiamo di mettere un annuncio: “Cercasi dirigente, con grande esperienza pregressa anche in altri ambiti, in grado di gestire l’insieme delle attività della nostra società (milioni di individui), con esperienza nelle pubbliche relazioni internazionali (conoscenza delle lingue straniere prerequisito essenziale), e capace di valutare, programmare e realizzare programmi di ampio respiro tenendone accuratamente la contabilità. E’ richiesta una solida preparazione scientifica, economica e giuridica. Una buona conoscenza del sistema universitario e di istruzione in generale è titolo preferenziale.
    Si richiedono grandi capacità comunicative ed organizzative, in particolare leadership e carisma nonché attitudine alla trattativa.
    Disponibile a lavorare 24 ore al giorno, deve essere in grado di gestire qualsiasi tipo di emergenza”.

    Ecco, stante il fatto che fare il PresDelCons come mestiere è una roba un po’ così, mi chiedo cosa ci sia di tanto scandaloso nel dire che i responsabili dell’assunzione è bene che abbiano un po’ di cognizione di causa.
    Non è snobismo e non è paternalismo. Peraltro, non si capisce per quale altra ragione dovremmo avere una scuola dell’obbligo, diplomi dalla terza media alla laurea, se non per mettere le persone in condizione di fare scelte oculate, in politica come nella vita in genere.

    Se sappiamo già tutto e non sbagliamo mai, ci potremmo risparmiare la spesa. Poi, però, non stupisce che quando ci lamentiamo della nostra classe politica, facciamo tanta fatica a trovare capri espiatori: perché noi elettori di certo non sbagliamo mai e per diritto divino facciamo sempre la scelta giusta.

  4. pla8

    “not because we have dysfunctional politicians, but because we have dysfunctional voters”
    perché vede l’una conseguenza dell’altra; penso che il potere attiri i peggiori prototipi umani, perciò la responsabilità è condivisa da tutti, eletti più votanti… poi li vedi da solo

  5. amaryllide

    “La scienza come fonte di purezza razionale e dunque, chissà per via di quale sillogismo, anche morale (lo sai che in passato ha prodotto terribili dittature)? ”
    dittature scientiste non le ho mai viste..

  6. Raffaele Birlini

    uqbal in francia hanno una scuola apposta per formare uomini di stato, ma li formano la classe politica, è altra cosa dall’educare le masse a non ‘sbagliare a votare’

    amaryllide al posto di virgolettarmi guarda ausmerzen di paolini, è un buon punto di partenza per capire che la ragione produce mostri anche da sveglia

  7. LorenzoM

    Da un grande potere deriva una grande responsabilità.
    Chi se non uno studioso onesto può contribuire a fornire gli elementi per prendere decisioni consapevoli.
    Il punto è rimanere onesti, nel senso di essere pronti a rivedere criticamente le proprie posizioni sulla base degli eventi. Ma questo problema dell’onestà lo hanno anche le altre categorie che pretendono di fare da guida meglio di studiosi e scienziati, no?

  8. uqbal

    Birlini

    Hanno una scuola per formare gli uomini di stato. E quindi?

    Vorrei anche capire: secondo te è proprio sbagliata l’idea dell’educazione di massa? Se un politico promette di togliere 10.000 euro di tasse a tutti i contribuenti, chi è che è in grado di capire che quel politico è un truffatore? Mi rispondo da solo: chi ha frequentato le scuole e sa che i bilanci dello Stato obbediscono alle leggi delle quattro operazioni, soprattutto addizione e sottrazione. Gli altri invece credono alle fanfaluche con serena felicità. A te piace così?

    Per la storia della ragione-che-produce-mostri due cose: l’alternativa qual è? La morale la stabiliamo con pensieri irrazionali, ché al cuore non si comanda e dobbiamo andare dove ci porta lui? Sono curioso.

    Ragione e scienza non sono peraltro la stessa cosa. Scienza è non rifiutarsi di guardare dentro un cannocchiale. Tutto lì.

  9. tonio

    Inoltre, pensare che chi vota sia completamente “libero di sbagliare”, vuol dire essere un incorregibile ottimista. Nessuno auspica l’uso aberrante della ragione, ma fuori di qui la manipolazione delle idee politiche dell’elettore già esiste. In alcuni casi viene compresa e neutralizzata in altri purtroppo attecchisce, perché trova forti insicurezze sociali, economiche ma soprattutto culturali; mentre le prime due devono trovare adeguate risposte nella politica, la crescita culturale offre, invece, spazio ad interventi esterni: giornali, televisioni, libri, internet, associazioni, comitati, ecc… Tutto questo, cioè, deve servire a far venire dei dubbi all’elettore medio e a farlo confrontare con gli altri. Altrimenti tenersi tutto dentro segretamente in attesa del giorno del voto, alimenta una falsa speranza di essere nel giusto, che immancabilmente si ritorcerà contro tutta la comunità, poiché la scelta dei politici sbagliati la pagheremo tutti.

  10. 1972

    Ma tu pensa questo Sofri. Da quando s’è messo a dirigere il giornale dei copioni che non citano le fonti, è tutto un educare le masse, un dire al popolo quel che deve vedere e quel che non deve, uno spiegare alla gente dove sbaglia, un indirizzare l’opinione pubblica, un istruire gli ignoranti. Il passaggio da blogger scadente a guida spirituale è ormai sancito. Un peccato che i comunisti abbiano rovinato il comunismo (mahatma docet), se no ci attendeva una altro “Che fare?”, presentato all’ora dell’aperitivo alla libreraia Mondadori. Col traduttore, ovvio. Totalitari di ritorno. Stavolta però fanno ridere. Saluti.

    Enzo Reale

  11. ILSENSOCRITICO

    Per me vi sfuggono un paio di cosette. Una di queste, ad esempio, è che “istruzione” non è sinonimo di “senso critico” [scusate l’auto-citazione involontaria]. Prova ne è che, ad esempio, migliaia di studenti discretamente istruiti un paio di mesi fa manifestarono nelle piazze italiane chiedendo il default controllato, ritenendo [a torto] che avrebbe risolto i nostri problemi e ignorando le conseguenze drammatiche che il default avrebbe comportato per le fasce più deboli della popolazione.
    Ci sono docenti, per fare un altro esempio, che a lezione dicono apertamente che l’Olocausto sia un’invenzione degli inglesi, http://roma.repubblica.it/dettaglio/La-Shoah-Non-esiste-Prof-negazionista-al-liceo/1546675.
    Si può provare ad educare le persone ad affinare il proprio spirito critico, in modo tale che non corrano dietro a progetti o proposte semplicistiche e qualunquiste. Ma nessuno può vietargli di seguire comunque la corrente.
    A ciò aggiungerei quanto sosteneva Raffaele Birlini sulla “realtà oggettiva”, che qualsiasi epistemologo ci potrebbe spiegare che non esiste, soprattutto in politica. Ad esempio, l’aborto è oggettivamente una cosa da ammettere giuridicamente oppure no? Siamo sicuri che ci sia una verità assoluta a riguardo? Il proposito di chi punta a ri-educare le masse, pur espresso in buona fede, parte dal presupposto sbagliato che ci sia una via unica da seguire e che dovrebbe essere accettata da tutti. Purtroppo questo presupposto è la negazione stessa della politica e della dialettica che ne sta alla base.
    Fare politica significa cercare di convincere gli altri delle nostre idee, discutere di una cosa partendo da opinioni contrastanti e vedere chi prevale.
    Chiedo scusa per la leggerezza delle mie argomentazioni, ma a quest’ora non sono in grado di entrare più nel dettaglio! Invito però le persone come Enzo Reale a capire che il ragionamento di Luca Sofri parte dallo squallore politico in cui viviamo e che si cerca in qualche modo di risolvere. Hai altre soluzioni, oltre al sarcasmo fine a sé stesso?

  12. tonio

    Enzo Reale, la realtà oggettiva finisce per essere la nostra personale precezione del mondo circostante. Ciò significherebbe inquadrare, in maniera tirannica, le masse più che educarle. Io credo che si debba partire dal fatto che ci troviamo davanti ad un’evoluzione dell’individuo e come tale non può avere una fine temporale, ma va intesa nel suo continuo divenire. D’altronde anche il suffragio universale è una tappa di questa evoluzione. Adesso è necessario raggiungere un’altra tappa rappresentata dalla piena coscienza dell’elettore, che ha una responsabilità civile verso la collettività. Cosa significa nel concreto tutto questo? Per esempio, eleggere una persona che conduce affari loschi è una prova che questa coscienza manca; mentre le primarie sono già uno strumento che va nella direzione di affinare la cultura politica dell’elettore. Inoltre, fino a qualche anno fa i candidati provenivano da ambiti di formazione politica, oggi dobbiamo fare i conti con una diversa realtà, che propone candidati provenienti dai settori sociali più disparati. In questo caso pretendere di conoscerli meglio, per capire se rapresentano un’opportunità o meno, non mi sembra chiedere la luna. Ma questo è solo un esempio.

  13. ggiudici

    azzardo: vi siete messi a fare un po’ troppe elucubrazioni, mentre il senso della cit. era un po’ più semplice ed elementare di quanto non crediate (e il titolo un po’ ironico).

  14. vit

    @ilsensocritico
    “parte dal presupposto sbagliato che ci sia una via unica da seguire e che dovrebbe essere accettata da tutti.”

    in realtà parte da un presupposto incontestabile: libertà e “benessere” devono essere accessibili a tutti e sempre.
    A tutti, non solo al singolo individuo a alla comunità a cui appartiene.
    E sempre, non solo per la generazione corrente, ma anche per quelle a venire.
    Esiste una via unica per raggiungere questo obiettivo? No, forse ve ne sono molteplici, forse non ce n’è neanche una. Ma esistono di sicuro vie sbagliate e fatti oggettivi che lo dimostrano. Esistono anche vie controverse che possono essere analizzate in maniera dogmatica o in maniera scientifica e la cui scelta va lasciata all’individuo o alla maggioranza (altrimenti non avrebbe senso parlare di democrazia).

    Certo è più facile applicare questo principio quando si tratta di contestare gli elettori dei Fratelli Mussulmani rispetto a quando si parla di elettori che hanno la nostra stessa radice culturale (e non parlo solo di religione). Ma la sostanza non cambia.

  15. vit

    @ggiudici
    può anche essere che Luca avesse un intento più leggero e provocatorio. Ma qui si sta elucubrando sul contenuto originale, fatto salvo qualche commento, non sulla posizione di Sofri.

  16. wiz.loz

    Il problema è che molta gente crede ancora nella fuffa (spiritualità, religione, medicine alternative…) e fa proselitismo a favore della fuffa, e combatte attivamente la visione scientifico-razionale del mondo, che è considerata una pericolosa deriva. E’ per questo che noi razionalisti dobbiamo combattere attivamente ogni tipo di fuffa e convertire i creduloni.

  17. splarz

    Parlo quotidianamente con gente convinta delle cose più assurde, totalmente incapace di comprendere i propri errori. Forse la citazione si riferisce a questo: parecchi problemi si risolverebbero se le masse fossero meno stupide (sì: le masse sono stupide). Non tutti, per un sacco di motivi, ma mi scontro tutti i giorni con gente incapace di ragionare per il semplice fatto che non ha imparato a risolvere i problemi di geometria alla scuola elementare. Questo non c’entra nulla con un’ipotetica superiorità dei laureati nei confronti dei contadini (ce ne sono di intelligentissimi).

  18. uqbal

    Quel che non s’è capito, e provo anche io ad essere più sintetico è semplicemente questo: per saper essere elettori consapevoli ed adulti, la scienza bisogna conoscerla.

    L’astrofisico, cari Birlini e Reale, non vi sta dicendo per chi dovete votare, bensì che forse le cose andranno meglio quando la gente avrà una solida preparazione scientifica e smetterà di andare appresso a quelli che fanno politica dicendo che i bambini nascono sotto i cavoli, che tutta l’energia che ci serve possiamo prenderla aggratis dalle rape, che sconfiggeremo il cancro in tre anni.

    Tutto là.

  19. 1972

    Bisogna prima di tutto rendersi conto di un fatto: se una scoreggina di Sofri, senza capo né coda, ottiene venti commenti, è inutile educare le masse, perché le masse hanno già perso il senso della realtà. E mi ci includo. Il problema non sono le masse, la loro educazione, né l’astrofisico: il problema è che siete (siamo) così pecore da sforzarvi di commentare qualsiasi espettorazione di un signore che in un paese normale sarebbe preso in considerazione solo dai familiari stretti. E forse nemmeno da quelli. Il senso di tutti i miei interventi a proposito del direttore copione è questo. Nel resto del mondo i blog e i lettori di blog fanno opinione. Qui perdono il tempo a spellarsi le mani dietro la manifesta inutilità della cultura da calcio-balilla, quella degli amici di Fabio Fazio. Potete pure provare ad educare le masse, se vi piace tanto l’idea. Ma a farvelo dire da Sofri – e a pensarci pure su – non ci fate una gran bella figura. Saluti.

  20. tonio

    Personalmente la penso come Seneca: “non credere di aver perso tempo e fatica, se hai imparato per te stesso”. Aggiungo che per me è un’occasione per discutere di certi argomenti, ma non pretendo certo di trovare la pietra filosofale, né mi sento trasformato in ovino dalla maga Circe-Sofri, per avere il mio carattere questa particolare inclinazione.

  21. ggiudici

    @1972
    andavi a scuola con Sofri, lui ha copiato da te alla maturità ma tu hai preso un voto minore? Ti ha menato? Ti ha fregato la ragazza?

  22. Pingback: Links for 06/02/2012 | Giordani.org

  23. Steve Romano

    Io non ho nessuna ostilità verso Luca Sofri, anzi qualche volta mi trovo d’accordo sulle cose che dice, ma questa dell’educare le masse… mica per altro: ricordo benissimo, quasi parola per parola, un suo post di uno o due anni fa in cui diceva, con un certo orgoglio, di non leggere un libro intero da anni: “solo prefazioni, quarte di copertina, una pagina qui e là” e di non arrivare in fondo nemmeno agli articoli del web, se erano troppo lunghi. Ecco, da queste premesse ergersi a educatore delle masse fa ridere, effettivamente.

  24. minimAL

    Non credo sia una questione di “ostilità” nei confronti del titolare di questo blog: del resto, non è la prima volta – né, immagino, sarà l’ultima – che il bimbo Sofri s’inventa post di questo tipo (l’ottimo commento di “1972” è perfetto).
    In più, non è la prima volta che il bimbo Sofri cita una parte di un tutto, o senza contesto, o senza onestà intellettuale, o banalizzando tanto per banalizzare, o tutte le cose insieme. Colpevoli noi/voi che ci ostiniano a dargli importanza.
    Per inciso, la famosa terrificante frase in cui bimbo Sofri si vantava di non leggere libri da tempo, conteneva anche un altro passaggio, veramente da ricovero:
    “Non leggo libri da mesi e mesi, forse anni: cioè, li apro, ne leggo dei pezzi, o li sfoglio, ma non li riprendo quasi mai. Ne apro degli altri, eccetera. So di cosa parlano, insomma, e anche come sono scritti. Conoscenza superficiale, eccetera: ma io avevo un’attitudine alla conoscenza superficiale già prima che il mondo diventasse a mia immagine ed accoglienza”.
    Bah…

Commenti chiusi