Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha mai battezzato un genere musicale nato alla fine degli anni Ottanta e divenuto immortale malgrado comprenda canzoni del tutto diverse tra loro e sia ascoltato in luoghi molto diversi. Fu un genere “revival” di fine millennio, che recuperò un mischione di cose tra lo stupido e il danzereccio dai decenni precedenti, tutte unite dall’effetto che quando la musica attacca gli ascoltatori si danno di gomito e si sentono spiritosi, e idem i compilatori. Avete capito di che parlo. “Sciolgo le trecce e i cavalli”, il Tuca Tuca, le sigle dei cartoni giapponesi, Le mille bolle blu, Disco duck e le cose più sceme o allegre della discomusic, Toto Cutugno, i Righeira, eccetera. E naturalmente Discosamba.
Cioè, all’inizio fu anche divertente reinvadere alcune zone del palinsesto dei locali colonizzate dalla house e dalla techno con quelle idee sdrammatizzanti e che buttavano in vacca il prendersi sul serio della cultura club. Poi però le scelte fecero la muffa, e finirono come il liscio per le generazioni prima: buone per i villaggi vacanze e le feste più deprimenti, con il geometra Calboni e la signorina Silvani contemporanei. E soprattutto, buone per le piste da sci: trasformate da anni da luoghi di bellezza a luoghi di caciara e mediocrità conformista. Dove Sciolgo le trecce e i cavalli impazza, alternato alla techno col moscone e a Baltimora.
Ha un nome, quel mischione di scemenze per sentirsi tutti molto scemi e contenti? E soprattutto, il governo Monti può far niente?
Sciolgo le trecce e i cavalli
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Un mio amico la chiama musica di quelli che fanno finta di divertirsi, anzi, di stra-divertirsi.
Se non fossi estremamente democratico, direi “bruciare i dischi”.
Per dire, solo adesso, grazie a questo post, realizzo d’aver sempre capito “sciolgo le trecce ai cavalli”.
Un mio ex credeva che la Bertè dicesse “crocifissa al burro” ed un altro “il carrozzone davanti alla siepe”. E soprattutto “che confusione, sarà perchè ti chiamo”.
Mi rendo conto che Il carrozzone non fa parte del mischione succitato. Però aggiungo un altro svarione di me bambina: “corri ragazzo laggiù, vola tra lapidi blù”.
La situazione è analoga negli Stati Uniti. Con un amico mezzo frusinate mezzo westchesterese avevamo fatto una playlist di cose da bandire, intitolata “C’avete rotto il cazzo”.
Qui a Roma, una sorta di nome ce l’ha. C’erano queste feste, “Toretta Style”, si chiamavano (Toretta con una “ere” sola), i guru erano Luzy L. e Cory X, che arrivavano dai centri sociali ed avevano un veejay che metteva i video (youtube non c’era), si facevano nei centri sociali, con cadenze irregolari. Forse non furono i soli, ma certamente quelli che ebbero maggior successo. Anni ’90, era divertente e anche molto, le feste si riempirono presto di gente estranea ai centri sociali. Affittarono tendoni, andarono in radio. Poi come tutte le cose passò il Toretta Style è diventato convenzione e loro hanno smesso. E la musica bora al baretto in quota è una cosa bellissima, basta che sia solo lì e non filodiffusa lungo i piloni (c’è anche quello, c’è).
Si chiama – piuttosto adeguatamente devo dire – musica “trash”.
C’è anche la versione rockoteca di codesto fenomeno; la solita playlist con tutto il rock primi anni ’90: nirvana, pearl jam, RATM, soundgarden, guano apes.. Ogni tanto mi capita in qualche locale di riascoltarmela dall’inizio alla fine: ora non pogo più ma, dato che il rock si sente molto poco in giro, me la ascolto sempre volentieri.
Tra Rovereto e Riva del garda, una cosa che gli assomiglia con qualche modifica in playlist, la chiamano afro-music, e non ho mai capito perché. La prossima volta che passi prova a chiedere ai locals ;-)
Credo che il nome sia Veltroni.
Chiamasi divertentismo http://forum.webdeejay.it/threads/80878-Canzoni-Divertentismo-Anni-70-80-90
Facci +1
in alternativa fazismo, anima mia.
Da qualche parte si trova “Sciolgo le trecce AI cavalli”. Mi piace di più. Quanto al nome propoggo STABLEMUSIC
in Kenia un fenomeno simile è chiamato Hotel Pop
http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_del_Kenya#Hotel_pop_.28anni_.2780-oggi.29
http://en.wikipedia.org/wiki/Music_of_Kenya#Hotel_pop
l’unica differenza è che in quel caso si tratta di musica suonata dal vivo
Chiariamo subito una cosa: questa cacca è l’antitesi dell’elettronica, non tutto quello che fa tunz tunz è techno.
Tutte queste persone, però, votano.
@Silenzia
in Playlist il padrone di casa Wittgenstein ammette che diceva “c’è l’immensi”, nei Giardini di marzo di Battisti. che per fortuna nei mischioni non entrerà mai
Ah ma parlate degli anni 90. Ero già pronto a contestare l’assunto iniziale, ma sugli anni 90 non ho alcuna competenza. Ad inizio anni 80 però il revival aveva (quasi sempre) un’altra consistenza: Bindi, Tenco, I Giganti, Equipe 84…. certo c’erano anche porcherie inascoltabili, ma c’erano anche perle swing del Quartetto Cetra e di Gorny Kramer. E molte radio libere (allora) ne programmavano una stringa quotidiana. Fu educativo come un complementare almeno per me che allora avevo 20 anni.
@gedeone80:
“c’è l’immensi” ha un che di metafisico.
Purtoppo non leggo Playlist o simili per idiosincrasia con la weltanschauung che ne sottende. Discorso da articolare in altra sede; ma anche no. Però ho un cognato molto playlist, ipod etc.
@Luc_woland:
Gorny Kramer nelle radio libere annni ’80? Davvero?
Giuro che questa “sciolgo le trecce e i cavalli” non l’avevo mai e poi mai sentita (le altre cose citate sì). L’ho fatto adesso, non la trovo poi così male nel suo genere, sarà che mi è mancato l’effetto saturazione di cui al presente post.