Da varie angolazioni

C’è un fondo ingannevole nel modo in cui molti mezzi di informazione – non solo di destra – raccontano da mesi il “caso Lusi”, confondendo rilievi penali e questioni etico-politiche. Aggiungere ogni giorno con toni scandalizzati nuovi nomi reali o potenziali di dirigenti della ex Margherita che abbiano ricevuto soldi da uno qualificato come un malfattore crea infatti scandalo e indignazione, e gogna per ciascuno di quei nomi: ma questo è un inganno. Leggendola correttamente, salvo rivelazioni a cui arrivo tra poco, quelli sono dirigenti di un partito che ottenevano contributi all’attività politica dal loro partito, e se ne occupava il tesoriere del partito. Se Lusi ha “dato soldi a Franceschini” o “dato soldi a Fioroni” o “dato soldi a Renzi” o “dato soldi a Rutelli”, non c’è niente di illegale né immorale. È quello che fa un tesoriere di partito in qualunque paese onesto.

E questo teniamolo a mente, prima di scandalizzarci per il prossimo nome in corpo 48 nei titoli di giornali che tratta Lusi come un corruttore invece che come un amministratore: “ha preso dei soldi” tra poco diventerà un accusa anche per il barista quando gli pagate il caffè..
Ora veniamo invece alle cose che non vanno bene, per distinguere quelle che non vanno bene legalmente da quelle che non vanno bene anche se sono legali. Parto dalle seconde.

1. C’è un problema generale e che riguarda tutti i partiti, quello del finanziamento e della truffaldina legge sui rimborsi elettorali, che elude il risultato del referendum. Gli italiani votarono contro il finanziamento pubblico, e il parlamento escogitò un sistema per tenerlo in vita. E quel sistema, per di più, consegna troppi soldi e su criteri discutibili. I partiti hanno fatto una finta di occuparsene, c’è in ballo una riduzione, ma il problema resta.

2. C’è un problema di un partito che non esiste più e che ha deliberatamente e consapevolmente mantenuto una struttura artificiosa e vuota solo per ottenere dei soldi pubblici e spenderli. Con il consenso e la volontà di leader politici di partiti tuttora esistenti a cui questa cosa deve essere contestata molto severamente. Tutti quanti.

3. C’è un problema di come questi soldi sono stati spesi, a chi sono stati dati, e con quali criteri. Se i soldi erano ottenuti come “rimborsi elettorali” è intollerabile che ne beneficiassero solo alcuni “capicorrente”. Ed è intollerabile che sulla validità politica ed elettorale delle iniziative che andavano a pagare non ci fosse nessun vaglio e filtro. Questo è conseguenza del punto 2 (nessuna struttura politica a cui facessero capo le decisioni sulle spese) ma non solo. E sarebbe ulteriormente intollerabile se si scoprisse che quei soldi sono stati spesi per interessi estranei al bene dell’attività politica di chi li usava, bene comunque già discutibile in quanto non era più il bene del partito che li aveva ricevuti.

Queste tre cose bastano già a mettere molto sotto accusa i responsabili, complici e conniventi di questo meccanismo. Nella Margherita e in altri partiti in cui meccanismi simili funzionano o hanno funzionato. E mi sembra che dietro l’aggressività di Rutelli – ragione o torto che abbia – molti stiano defilati fischiettando come se passassero di lì per caso. Ci troveremo con leader che diranno “mai stato della Margherita” come quelli che dicevano “mai stato comunista”.
Ma queste tre cose non sono violazioni della legge, vediamo di averlo presente. Quello che un partito fa col suo patrimonio non è regolato o sanzionato. E che quel denaro abbia provenienza pubblica cambia poco le cose. Immaginate che la Margherita abbia ricevuto un miliardo di rimborsi e un miliardo da Warren Buffett, e abbia in cassa due miliardi. E con un miliardo ci compra il Milan. C’è qualcosa di illegale? No (come per la casa di Calderoli, e la storia della Lega ha punti in comune con questa, e punti assai diversi). Cambia le cose che quei soldi siano “nostri” o privati? No, sono della Margherita. Quello che gli elettori possono criticare è l’acquisto del Milan da parte di un partito da cui ci si aspetta il bene di tutti, ma questo è indipendente dalla provenienza dei soldi.

Detto questo, delle questioni penali e potenzialmente penali esistono, separate da quelle politiche ed etiche.

1. C’è la denuncia di Rutelli per appropriazione indebita. Rutelli dice che Lusi ha usato dei soldi per interesse proprio e a insaputa di Rutelli che ne era corresponsabile. Questa è una di due ragioni per cui Lusi può eventualmente essere definito un “delinquente” – se si dimostrasse vero – ma altrimenti no. Se Lusi dimostra – non gli sarà facile comunque – che Rutelli dell’uso di quei soldi era consapevole e ideatore, il reato non c’è.

2. Il reato che ci potrebbe essere, e appare realistico, ha a che fare con la correttezza dei bilanci della Margherita. Che può anche comprare il Milan, o pagare un cenone di pesce ai suoi ex leader, ma deve scriverlo in bilancio e rendere quel bilancio trasparente. Se nel bilancio si parla di attività diverse che nascondono il cenone di pesce, c’è un illecito e un imbroglio. Ed è questo che giustifica l’indagine della procura di Roma, da cui è partita la denuncia di Rutelli e tutto quel che è venuto dopo.

Questa ricostruzione, se avete avuto la pazienza di leggerla, consegna al “caso Lusi” una varietà di letture, aspetti e implicazioni e ipotesi di soluzione. È un quadro più articolato e complesso di “Ladri!”, e quindi meno invitante e più difficile da trasmettere. E soprattutto costringe a cambiare le cose molto più alla radice che non facendo arrestare un tesoriere, delinquente o no.
Il tesoriere è stato arrestato: sul resto non si vedono sviluppi.

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17 commenti su “Da varie angolazioni

  1. archi

    EBBRAVO !!! E’ così che si fa cazzo… il pensiero e la logica sono attività pesanti, ma salutari.

    Forse non farà troppa audience all’inizio, ma questo è fare giornalismo… andare oltre i soliti luoghi comuni e gli umori di pancia.

    E’ faticoso ma pagherà. Bravo Luca.

  2. Francesco

    +1 per Archi (due in due giorni, se non sbaglio, sto cominciando a pensare di avere un’identità segreta)

  3. johndoe

    Io sono per rispettare l’esito del referendum, quindi fine dei contributi a qualsiasi titolo. Si possono dare servizi, tempi televisivi e spazi giornalistici, sgravi postali e sulle tariffe di affissione….tutto, ma soldi basta.

    Siccome credo che non sarà mai come auspico, e mi diranno che l’iniziativa politica costa ed è un bene democratico da tutelare (l’animaccia loro)….bene, ma se servono a fare politica allora il segretario politico ne risponde. Me ne fotto dei tesorieri e dei commercialisti, con quelli se la vede lui. Se ci sono sprechi o ruberie di denaro pubblico (perchè quello è), ne risponda il segretario e il partito tutto, col suo patrimonio e davanti alla corte dei conti.

  4. Filippo Filippini

    Ti odio perché non hai i bottoncini per condividere sui socialcosi per il resto ineccepibile

  5. fausto57

    E’ talmente tanto giusto questo post che mi permetto di segnalarti quella che mi sembra una imprecisione di battitura che ci stona. Al punto 3 scrivi “Questo è conseguenza del punto 3 (nessuna struttura politica a cui facessero capo le decisioni sulle spese)”, che essendo dentro al punto 3 non torna. Mi sa che era conseguenza del punto 2 (come poi si capisce dal tra parentesi).
    Nel merito niente da aggiungere.

  6. momo

    Uno dei motivi per i quali Grillo sta sbancando (e che i politici stentano a capire) è proprio questo: non si rendono conto che non è necessario sconfinare nell’illegalità per doversi dimettere…

  7. noneim

    grazie mille Sofri per quest’articolo chiarissimo. è stato così difficile scriverlo? no perché da qualsiasi parte si vada a leggere della vicenda non si trova una spiegazione più chiara, possibile che i bravi giornalisti si nascondano sempre?
    @johndoe d’accordissimo con quello che scrivi, d’istinto, però c’è giusto qualche principio costituzionale contrario alla tua idea (vedi responsabilità penale personale)…si potrebbe pensare una responsabilità vicaria civile, ma la vedo un po’ difficile.
    per allacciarmi anche all’altro post sull’argomento e per avere un quadro completo della vicenda sarebbe bello capire in base a che cosa i pm abbiano chiesto la carcerazione preventiva, ad un anno dai fatti, con un imputato che mi pare sia sempre stato disposto a collaborare.
    poi, tutta sta vicenda è molto triste, anzi più che triste direi che fa schifo e puzza, però vorrei capire perché se a sinistra son ladri, a destra son ladri, al centro son mafiosi, ecc. io dovrei votare il movimento5s.che io sappia si vota in base ai programmi e non in base ad una conta su chi ha meno ladri nel partito.

  8. the searcher

    mi sembra tutto corretto tranne al punto “il referendum ha bocciato ecc ecc” che ormai è diventato un mantra che si recita in automatico.
    Mi piacerebbe che facessi su questo una delle tue riflessioni “laiche” diciamo così. Io ti anticipo le mie perplessità. Quel referendum è stato un errore e credo che tutti se ci riflettessero ne converrebbero. Per far capire perché in modo semplice faccio un esempio; E’ come chiedere agli italiani via referendum se vogliono smettere di pagare le tasse. Il referendum passerebbe ma questo non vuol dire che sia giusto. La strada referendaria insomma non ha un dogma di giustezza in sé. Una materia così al rischio di demagogia come il denaro alle strutture politiche non dovrebbe essere messa nelle mani di una consultazione di per se semplificatoria. Sappiamo tutti che la politica ha dei costi necessari. Che tutti quelli che si accostano alla politica come passione , se diventano bravi e sempre più impegnati devono iniziare a farla a tempo pieno e questo è un costo che la comunità deve sostenere perché qualcuno si occupi di cosa pubblica. Diverso è il denaro ai partiti certo, ma fino ad un certo punto. Una procedura davvero rigida di controllo del denaro che permetta il funzionamento della politica di base (le sezioni) e che aiuti a formare il ceto politico credo sia un attività strategica per qualunque paese. Buttare via questa necessità con la semplificazione dell’abolizione del finanziamento, perché la attuale classe politica è clamorosamente inadeguata ad affrontare il tema non è comunque una soluzione. Già la proposta di John Doe di rendere il segretario politico responsabile penale dell’uso dei fondi è una strada. Un inizio di discussione che sarà necessariamente complessa e articolata.

  9. johndoe

    @ noneim: La responsabilità penale è personale ma a me di quella non importa nulla, non mi interessa mandarli in galera. Se rubano o dissipano io voglio i soldi con gli interessi e i danni, come si fa con qualunque amministratore delegato, basta fargli controfirmare i movimenti di denaro e la manleva se la scordano. Il tutto, come dicevo e trattandosi di denaro pubblico, vagliato dalla corte dei conti.

    Comincino a risponderne anche col patrimonio personale, tanto per eliminare casi come quello in questione, dove Rutelli può dire che non sapeva nulla di quello che faceva Lusi. E poi per me puoi dare tutte le deleghe che vuoi, ma quelli agiscono sempre in nome e per conto tuo.

  10. fausto57

    @THE SEARCHER Le tue considerazioni sul finanziamento pubblico dei partiti sono da me, sia pur non al 100%, abbastanza condivise e io non condividevo il referendum abrogativo.. Ma sul tema referendum (in generale) per me non ci siamo. C’è stato un referendum? Si, Era regolare? Si. Era decisionale? Si. Allora si rispetta. Il rimborso delle spese elettorali, il VERO rimborso, lo avrebbe rispettato. Ma in realtà è stato solo un trucchetto per continuare nel finanziamento violando l’esito del referendum. Ovviamente altro discorso è se sia necessario cambiare la legge che regola i referendum. Per esempio i trattati internazioni (e altre materie) non sono refrendabili. Se ne può parlare. Ma se consideriamo giusto il raggiro di un risultato referendario allora si fa come quelli che gli elettori non si intendono di nucleare e quindi l’esito inequivoco del referendum che ha detto no al nucleare sarebbe una spiacevole anomalia da superare con un qualche escamotage legislativo.
    @JOHNDOE “Se rubano o dissipano io voglio i soldi con gli interessi e i danni, come si fa con qualunque amministratore delegato”. Sicuro sicuro che le cose stanno così? E questi tanti amministratori delegati et similia che vengono “licenziati” con laute buoneuscite dopo avere portato sul lastrico (o quasi) fior fiore di società? Capisco la tua intenzione, condivisibile, ma mi sa che la cosa è un po’ più complicata di come la metti tu. Approfondiamo.

  11. Broono

    Mai valutata l’ipotesi che in questo caso il recinto che la carcerazione preventiva (abbasso!) alza intorno all’indagato, potrebbe non servire per recintare chi sta dentro ma chi sta fuori?
    Cioè non voglio togliere a te la possibilità di entrare in contatto con il reato, ma togliere al reato la possibilità di contattarti, cosa che oltretutto spiega anche il motivo per cui la tua rassicurazione circa la tua volontà di collaborare non è stata sufficiente per smettere di considerare opportuno lo strumento.
    Perché sei fine ma in quanto tesoriere sei anche mezzo e trovati i tuoi reati non è detto che l’indagine si esaurisca, magari sei parte di un’indagine che va anche in direzioni nelle quali sei coinvolto e indispensabile solo in quanto tesoriere e il tenerti dentro servirebbe anche per impedire ad altri di passare da te.
    Cioè in un’indagine sei imputato, nell’altra sei prova e viaggiano parallele.
    Se ti metto dentro dopo un anno, compio certo un abuso rispetto alla prima ma faccio un colpo perfetto per la seconda perché ti isolo e quindi preservo.
    Certo sarebbe un aberrante uso dello strumento della c.p., ma questo in realtà è motivo per considerare l’ipotesi tutt’altro che fantascientifica e anzi paradossalmente l’unica che risponde anche al perché del carcere preventivo dopo un anno e con disposizione a collaborare.
    Appunto, perché sei disposto a collaborare e vai congelato così prima che qualcuno ti faccia cambiare idea.
    Ti levo di torno e decido io cosa arriva alla stampa di quelle dichiarazioni che ti dici pronto a fare, dopodiché mi siedo sulla riva e aspetto.
    Molto dietrologic-spy, lo so, ma quella è pur sempre la città nella quale le Brenda e i Cafasso diventano famosi e morti tutto nel giro di un battito di ciglia senza che qualcuno senta il bisogno di farci qualche fiction su quanto la droga e il sesso facciano male e nella quale per fare il test del dna alla salma di un assassino devi chiedere permesso al parroco che se ne prende cura.
    Ma vuoi vedere mo che in una città così, con 20 milioni non ci fai veramente la qualsiasi con un sacco di gente parecchio peggiore di te?

  12. roberta

    il lavoro di questo giornale e di wittgenstein sulla qualità dell’informazione sono ammirevoli, molti giovani giornalisti dovrebbero leggere queste pagine…una formazione continua.
    grazie

  13. Pingback: Da varie angolazioni | Wittgenstein

  14. reb

    che sia troppo facile limitarsi a spedire in galera il tesoriere e basta e’ evidente: ovunque un rutelli si sarebbe dimesso da parlamentare per correttezza; se non per aver commesso qualcosa, almeno per essere stato incapace di impedirlo, dando quindi prova di non essere adatto ad amministrare beni pubblici… spero tanto che si torni prima o poi alla politica etica, ne sento un gran bisogno

  15. evp

    Vivaddio ci sono dei giornalisti che cercano di spiegare le cose, dirle per quello che sono, mettere diversi aspetti su diversi piani ecc. Grazie Sofri!
    Sulla vicenda hai colto secondo me un punto decisivo quando dici: “Cambia le cose che quei soldi siano “nostri” o privati? No, sono della Margherita”. Ecco: quei soldi che si accusa Lusi di aver sottratto erano della Margherita, non soldi pubblici, non più. E questo per un semplice motivo che tu chiarisci benissimo: la Margherita poteva farci quello che voleva con quei soldi, e senza il clamore della vicenda di Lusi noi non avremmo mai saputo che fine avessero fatto.
    Credo che la cattiva informazione su questo punto abbia enormemente contribuito a mascherare il vero problema che emerge dalla vicenda (quello dei “rimobrsi” elargiti – peraltro oltre i limiti consenstiti – a partiti ed ex-partiti senza l’obbligo di un riscontro dell’effettiva spesa per attività politica) e a creare la figura di un solo colpevole in una vicenda molto complessa che coinvolge la responsabilità di molti, i vertici della Margherita in primis nel caso specifico.
    Mi spiego meglio: dopo i primissimi giorni in cui sembrava essere emerso il problema dei finanziamenti ai partiti, la questione è completamente sparita dagli organi di informazione in favore del solo “caso Lusi”, il caso del losco politico impossessatosi di soldi pubblici per comprarsi ville e mangiare caviale. Una bella immagine per far arrabbiare i cittadini onesti e alimentare sentimenti di odio anti-casta e anti-politica.
    Ma un tesoriere non fa quello che gli viene detto? E se gestisce un’enorme quantità di soldi il cui impiego non è controllato se non da controllori interni, non è probabile che i vertici dell’ex partito in questione ritengano quei soldi roba loro (altro che soldi pubblici!), e siano molto molto attenti a come farli fruttare, magari davvero suggerendo sottovoce investimenti immobiliari al tesoriere in questione?
    Perché nei maggiori organi di informazione non si fanno queste domande? Se ascoltate le conferenze stampa di Rutelli c’è da restare esterrefatti: un branco di giornalisti pecorelle incapaci di fare mezza domanda, mentre Rutelli racconta la favoletta del Dr. Jekyll e Mr. Hide…

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