Rincoglioniti e fieri

E a proposito della longevità di certe cose, e delle riflessioni di ieri di Mereghetti sull’antintellettualismo dello spot di Sky sui cinepanettoni, questo era un post del 2008.

Qualche giorno fa il Washington Post ha pubblicato un articolo di Susan Jacoby – che anticipava il suo libro – con una tesi del tutto opposta: assai meno originale e affascinante, ma per le stesse ragioni anche più verosimile. La tesi è che gli americani stiano rincoglionendo, diventando più ignoranti e fieri della propria ignoranza, e che si sia diffuso un sistema di esaltazione di questo rincoglionimento a base di antintellettualismo, antirazionalismo e accuse di elitismo retrogrado a chiunque sottolinei il suddetto rincoglionimento.

Le considerazioni che suggerisce sono tre: che la Jacoby ha probabilmente ragione, che il processo non riguarda solo gli Stati Uniti, e che non c’è forse niente da fare

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7 commenti su “Rincoglioniti e fieri

  1. Giordano

    I contenuti “bassi” e i loro fruitori ci sono sempre stati ma il loro numero e la bassezza dell’asticella erano calmierati da una sorta di “vergogna sociale” verso il consumo esclusivo di questi contenuti. Si può guardare un cinepanettone per passare una serata sapendo che si tratta di un cinepanettone e sapendo di poter e dover, a volte, aspirare a qualcosa di più.
    Ora invece i poli si sono invertiti e sono io che devo “giustificarmi” perché preferisco una puntata di “Scrubs” o un fumetto di Makkox o Zerocalcare a Massimo Boldi.

    Quello che non capisco è proprio questo forte bisogno di polarizzare a tutti i costi. Non è che io, che odio i cinepanettoni, non rido mai e guardo solo i film di Kubrik (per esempio). Semplicemente rido con altre cose a mio avviso più intelligenti.

    È questa convinzione che bisogna combattere: il contrario dell’aerofagia di Boldi non è Lars Von Trier, è Corrado Guzzanti (che pure a volte pecca di troppa seriosità e impegno).
    L’alternativa alla risata di pancia non è l’impegno o la noia ma un’altra risata.
    Questo tipo di commenti si potrebbe fare perfettamente anche sulla musica (l’alternativa alle brutte canzoni pop con arrangiamenti poveri sono belle canzoni pop suonate bene, non necessariamente le Variazioni Goldberg) o alla lettura.
    Mi pare un discorso che ha qualche collegamento, con le dovute proporzioni, anche quello fatto qualche giorno fa sulle elite (Populismo, elitismo, e Sarah Palin) ma mi fermo qui che sono già andato troppo lungo, cari i miei 25 lettori…

  2. jack skellington

    Il commento di Giordano mette in luce una caratteristica interessante dei nostri tempi, cioè la sopravvenuta incapacità di misurarsi con contenuti un tantino più ambiziosi dell’intrattenimento spiccio.
    Io capisco che Scrubs e Guzzanti siano cento volte superiori a Boldi, ma esiste pure una produzione artistica che magari ha finalità un tantino più elevate della semplice risata o del mero divertimento, sia pure “intelligente”.
    La cultura non vive, o almeno dovrebbe vivere, di solo Scrubs, di soli serial americani dai dialoghi arguti, di solo Aaron Sorkin o di solo Judd Apatow.
    Esistono, sono esistiti, e spero continuino ad esistere, anche quelle opere a cui mi pare si riferisca Mereghetti quando parla di una “cultura che si vorrebbe all’altezza dei tempi e che quei tempi vorrebbe interrogare”: il buon vecchio cinema “d’arte” di Bellocchio o di Malick (e di Bergman, Kubrick, Fellini, Losey, Bunuel…) di cui bisognerebbe sempre riconoscere la dignità e l’importanza, in tempi che invece sembrano volerlo condannare a tutti i costi come roba buona solo per gli sbadigli.

  3. Pingback: Essere sempre stupidi, diventa noioso | Wittgenstein

  4. Giordano

    Eh no, Jack. :)
    Siamo perfettamente in sintonia, mi sono spiegato male ma in realtà siamo perfettamente in sintonia.
    Io mi reputo un buon fruitore di prodotti culturali e sono dal “lato della barricata” di quelli accusati dagli amici di essere sempre troppo impegnato, anche nel divertimento (“Domenica andiamo alla biennale di Venezia?” “no, è domenica, andiamo a sbronzarci”).
    L’ho evidentemente dato per scontato e anche io concordo che sia molto fastidiosa l’incapacità di concepire come “divertente” anche la fruizione di un contenuto culturale un po’ più ostico e la scarsa voglia di provare a misuracisi.

    Detto questo, lo ammetto, neanche io ho voglia di vedere tutte le sere “il Settimo Sigillo”. A volte torno dal lavoro e, sorpresa, voglio farmi una risata o semplicemente guardarmi Batman o un film di fantascienza. Non ci trovo niente di male, li guardo per passare il tempo consapevole che è intrattenimento puro e semplice e che c’è di meglio.
    Anche per intrattenermi però, non riesco ad andare troppo “in basso”. Volevo solo dire che, fatta salva la buona abitudine di sforzare il cervello e cercare di elevarsi un po’, se a volte sento il bisogno di divertirmi e basta cerco almeno di farlo in maniera (che reputo) intelligente e le due cose non si escludono a vicenda. Non è che se mi piace l’aragosta allora sono condannato a mangiare sempre quella, a volte una pizza è molto più gustosa. Da Mc’Donalds però, mai! :)

  5. Giordano

    Jack,
    l’ho letto solo dopo: quello che ho provato a dire malamente io è detto molto meglio da Luca nel post successivo

  6. jack skellington

    Giordano,
    ovvio che siamo d’accordo.
    Aggiungo poi che l’intrattenimento di livello medio-alto (chiamiamolo così, per semplificare) è qualcosa di cui il cinema italiano (non solo il cinema) è tristemente carente da due o tre decenni, con l’eccezione di Virzì e pochi altri.
    Mi premeva soltanto dire, partendo dal tuo commento, che l’arte può anche essere “lenta”, ostica, difficile e non necessariamente piacevole, arguta e divertente: ed è una concezione che di questi tempi mi sembra si stia un po’ perdendo, in favore di un’arte vista troppo spesso come mero “svago intelligente”.
    Poi, certo, tutte le sere Bergman è una follia :) Come di sicuro non tutti i mattoni d’autore sono dei capolavori imprescindibili. (Ma questo lo sa bene anche il Merego, che notoriamente non ama Antonioni e Von Trier ma ha dato il massimo dei voti a E.T., alla Sposa cadavere ai Blues Brothers :)

  7. bobryder

    Bersani, piccato per la critica(ingiusta) di Casini di stare con sel,risponde:”tu stavi con silvio”.
    Anche tu Pierluigi Bersani, anche tu, non te ne sei accorto?E prima di stare con Silvio oggi hai fatto ieri(non solo tu, tutto il pd e prima i ds)un’opposizione da ridere(per non parlare di anni di governo cenTRISTI).Insomma Casini, e qui non gli si può dare torto, chiederebbe un minimo di coerenza visto che da anni, Pierluigi Bersani e i suoi accoliti fanno fare al maggior partito (fu) di sinistra una politica di centro,continuando però a spacciarsi per progressisti.Quindi, signor Bersani,quando lei avrà fatto per qualche anno, almeno,una politica davvero di sinistra(magari addirittura da palazzo Chigi)potrà rispondere piccato a Casini.Per ora continui a portare il caffè e le pantofole a Monti,in compagnia del suo”gemello”Silvio.

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