L’altra sera c’è stata una buffa conversazione su Twitter tra me e la vicesindaco di Vicenza Alessandra Moretti – adesso curatrice della campagna per le primarie di Bersani – che ora vedo finita persino sul Corriere della Sera (e su Italia Oggi), ma raccontata in modo un po’ parziale, quindi suggerisco la lettura dell’originale, eventualmente.
Aggiungo solo – perché poi su Twitter si sono agitati i bellicosi facendo maggiore confusione – due cose. Una è che io non ho naturalmente niente in contrario a che il segretario del PD si candidi alle elezioni parlamentari, e ci mancherebbe altro.
L’altra è una spiegazione semplice della questione dei tre mandati: che è stata assai dibattuta nel proseguire della discussione su Twitter e che suscita molti dubbi e curiosità.
1. Nello statuto del PD si prevede che non si possa candidare chi ha fatto tre mandati parlamentari, ma anche che sia possibile concedere deroghe, col voto della Direzione Nazionale e con alcuni limiti (contro queste deroghe si era detta Moretti).
2. Pierluigi Bersani è stato eletto tre volte ed è stato deputato per tre mandati parlamentari (era questo in garbata discussione tra me e Moretti: che chiedeva “un passo indietro” a chi ha fatto “tre mandati”: ma non a Bersani, sostenendo ne avesse fatti due).
3. In una recente Direzione Nazionale si è deciso di sostituire il limite dei “tre mandati” (iniziati? completi? “la durata di tre mandati” è stata ritenuta formula ambigua) con uno più esatto di “quindici anni”. Scelta che consente a Bersani di non aver bisogno di nessuna deroga.
Quindi chiunque sia stato seduto in Parlamento per 10 anni e 1 giorno non potrebbe candidarsi, in quanto chiuderebbe il mandato (supponendo che la legislatura termini naturalmente) superando il limite dei 15 anni?
O 15 anni è limite che non deve essere stato raggiunto al momento della candidatura?
In ogni caso, fatta la legge trovato l’inganno.
Tralasciando un attimo il ridicolo di una che dice “per me ne ha fatti due” come se fosse una questione di opinioni (“secondo me ti sta largo”, “Ma come, mi tira anche le spalle!”), dico solo una cosa: leggere un dibattito sviluppatosi su twitter è veramente irritante: in 140 caratteri davvero non ci si fa.
Twitter non mi ha mai affascinato e ci vado ogni tanto soltanto per trovare qualche link interessante. Per le discussioni, mi dà meno fastidio un troll in un blog qualsiasi.
Il dialogo di tweets che è scaturito ieri con la Moretti (per la cronaca citato anche da “La stampa” di oggi, a pagina 9, trafiletto in basso a destra) mi ha fatto sorgere l’idea che la squadra di Bersani per le gestione della campagna per le primarie sia stata fatta in quattro e quattr’otto, come pura mossa strategica e d’immagine contro Renzi. L’ingenuità e il pressapochismo della Moretti nel rispondere alle Sue provocazioni ne sono prove lampanti.
Solo in Italia è ammissibile che la portavoce della campagna non sia sicura nel rispondere ad una domanda del genere sul candidato che rappresenta il giorno dopo che è stata nominata. Epic fail. E lo dico da democratico vicentino.
Niente mezze misure:massimo tre mandati, che tu ti chiami Bersani o pincopallino.Ok,non tutti sono uguali ma allora il pd(regola dei tre mandati max) lo dimostri nei fatti,non a parole,come fa solitamente, anzi nel 99% dei casi.
In italiano, ‘mandato’ significa ‘incarico’, non di certo ‘lustro’ (e, tecnicamente, in 15 anni uno potrebbe farne decine di mandati!).
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bravo direttore, ma ti ci vorrà ben altro per far vincere renzi. tipo un gnocco fritto pagato con i soldi del partito. e poi sta storia dei tre mandati possiamo dirlo che è una ca….ta? se uno è bravo (e onesto) perchè non può fare il politico tutta la vita? fiorito a che mandato è?
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Fiorito è stato mandato a fanc…
Non come altri che dopo 20-30 anni di politiche fallimentari, di destra e sinistra, e che hanno ridotto l’Italia in queste condizioni, siedono ancora in quelle poltrone.
Tuttavia, non ho capito questa cosa dei “15 anni” deciso dalla Direzione Nazionale. Perchè lo Statuto prevede che ogni mandato duri 4 anni. Quindi, tre mandati sono 12 anni. Bersani ha fatto il primo nel 2001. Ciò significa che, secondo Statuto PD, nel 2013 non potrebbe più ricandidarsi.
A meno che non cambino anche questo adesso….i “democratici”.
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