Una storia è una storia

Il Guardian ha pubblicato ieri un interessante articolo sulle proprietà immobiliari a Londra, oggi ripresa da molti giornali in tutto il mondo. La storia è buona, e racconta in sostanza di come il Vaticano investì a Londra dei soldi ricevuti da Mussolini nel 1929 “in cambio del riconoscimento papale del regime”.

Quello che volevo notare qui è come ancora una volta una buona storia che non è uno scoop sia invece presentata con dei profili di mistero, segretezza e di inedito che vengono ritenuti necessari a catturare l’attenzione del lettore. Tutto quello che l’articolo mette ordinatamente insieme e racconta in modo chiaro – che sono grandissimi risultati per chi scrive – è infatti presente in gran parte in un libro pubblicato dall’Università di Cambridge nel 2005 (che lo stesso articolo cita) ma anche in altri documenti. È quindi un po’ fuorviante parlare di “sorprese” e “segreti” come fa il Guardian: è vero che ci sono tuttora elementi e dettagli non noti su queste proprietà, ma non diversamente da quello che accade in generale nel mondo della grande finanza e dei ricchi investimenti immobiliari. E i milioni ricevuti nel 1929 stanno dentro i Patti Lateranensi e sono ampiamente documentati.

E ancora più fuori luogo è il carico che ci mettono i diversi articoli italiani che hanno ripreso la storia. Repubblica, per fare un esempio, scrive che il Guardian “è rimasto sorpreso dallo sforzo fatto dalla Santa Sede per mantenere l’assoluta segretezza sui suoi legami con la British Grolux Investment Ltd.”. Ma la segretezza di questo rapporto appare così “assoluta” (ricordo che assoluta vuol dire assoluta) che lo si trova persino su Wikipedia (oltre che nel testo citato):

Grolux, the holding company for the profits of the Special Administration of the Holy See between 1932 and 1935, was housed in Luxembourg due to its dearth of public disclosure laws

E l’articolo è titolato – tra virgolette – “Vaticano, il tesoro segreto coi soldi del duce”. Segreto. Tutto per non dire ai lettori: ecco una storia che alcuni sapevano già e voi no. Nel timore che i lettori ne siano delusi, o persino umiliati. Che questi timori siano purtroppo fondati, è un’altra storia su cui varrebbe la pena riflettere.

 

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4 commenti su “Una storia è una storia

  1. PieBongio

    Grazie per la sua preziosa annotazione. Le ricchezze della Chiesa sono sempre un argomento appetitoso, soprattutto se condito con misteri e segreti.
    Ci sarebbe un altro dettaglio poco chiaro da come viene raccontato dal Guardian, e ancor più oscuro da come è stato ripreso in Italia: da dove venivano quei soldi. In realtà non sono altro che parte del mega-rimborso che lo Stato Italiano pagò alla Santa Sede come compenso per i territori e le proprietà sottratte nel 1870 con decisione unilaterale attraverso la Legge delle Guarentigie nel 1871. Tecnicamente quindi non sarebbero soldi di Mussolini, ma dello Stato Italiano, dai tempi di Lanza in poi. Da quell’immenso capitale nacque lo Ior e la ricchezza della Chiesa. Di fatto una decisione ben precedente al regime, che risolveva un contenzioso di diritto internazionale tra due soggetti giuridici indipendenti.
    Il tutto è spiegato nel testo della convenzione finanziaria dei Patti Lateranensi.
    Facendo un veloce calcolo, il miliardo di lire pagato allora oggi equivarrebbe a circa 854 miliardi di euro. Una somma niente male, con cui fare tranquillamente shopping a Londra, senza troppi segreti.

  2. PieBongio

    Errata corrige, rifacendo con più calma i calcoli, non si tratta di 854 miliardi ma di milioni. Una bella differenza.

  3. Esau Sanchez

    Be’, non si tratta di esagerare o montare un titolo o un articolo. Semplicemente, alcune storie, alcuni scoop nascono da trafiletti, da libri poco letti, da vecchie dichiarazioni rimesse in piedi in un momento ben preciso. Il segreto è segreto anche se lo conoscevano centinaia di persone contro milioni che non ne sapevano nulla.

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