Non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, è solo una piccola cosa laterale, e vale quello che vale: però un po’ vale, a dare un’impressione, scoprire tra gli altri complessi casini legati al Monte dei Paschi di Siena che a un certo punto fu nominato “vicepresidente di Mps Factoring e leasing” Antonio Degortes, figlio del popolarissimo fantino del Palio Aceto, e noto per la sua competenza nella gestione e frequentazione di locali notturni e negozi (e che sul suo profilo di Facebook indica una “Laurea presso liceo scientifico galilei di siena”, oltre a dirsi “perseguitato dalla finanza” a Porto Cervo).
p.s. scopro che la “laurea presso liceo” è un default di Facebook, annullatene l’allusione.
Non bisogna lasciarsi ingannare le apparenze
Dalle apparenze vero? Piccolo errore di battitura.
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Detto questo non è un’apparenza, purtroppo. Una cosa concreta parrebbe…
Sarà un bruscolino, ma comunque non dovrebbe esserci.
Prima di licenziarmi ho lavorato al ‘Monte’ per un anno e mezzo.
Una cosa che mi aveva colpito, già prima di essere assunto, era l’organizzazione di due concorsi, uno per figli di dipendenti e uno per comuni mortali: al corso di formazione eravamo poi metà e metà, come se imparare a fare questo lavoro derivasse da una dote familiare acquisita.
Mi ricordo che c’erano laureati in lettere, psicologia, o altro, che spinti dai genitori e dall’idea tutta italiana del ‘posto sicuro’ avevano fatto questa scelta, oltretutto reprimendo le loro passioni e vivendo infelicemente.
Leggere ora quello che succede non mi stupisce affatto, dopo che si fanno scelte in base alla provenienza familiare piuttosto che al merito. Non c’è nessuna logica economica che le supporti.
australopiteko ha fatto bene a licenziarsi.
Guardate che l’assunzione dei figli dei dipendenti e’ una cosa tipica delle banche italiane, non solo di MPS, se n’e’ parlato anche sul Post riguardo al caso Unicredit:
http://www.ilpost.it/2010/10/19/accordo-sindacati-unicredit-figli/
Questo per dire che MPS di cui tanto si parla ora non e’ per nulla diversa dalle altre banche, tutte ugualmente in mano ai politici (di destra, di centro e di sinistra). E ovviamente sono tutte piene zeppe di vicepresidenti come quello raffigurato qui sopra.