Ho uno zio, si chiama Gianni Sofri, è quello colto in famiglia, e anche la migliore persona che abbiamo e ne andiamo piuttosto fieri. Fa lo storico, ha 76 anni, per un breve recente periodo è stato presidente del Consiglio Comunale di Bologna dove si è fatto apprezzare dai pochi che ancroa non lo apprezzavano e si è credo convinto della fortuna che quel periodo sia stato breve. Vabbè, dico queste cose – e altre mille ne potrei dire: grande esperto di Cina e India, Gianni è stata la migliore guida al mondo con cui passare una settimana in India – solo per non segnalare un suo libro come quello di una persona qualunque.
Il libro che ho letto in questa domenica di sole racconta di cinquant’anni in cui Gianni ha lavorato per la casa editrice Zanichelli di Bologna, si chiama Del fare libri, ed è una specie di biografia dell’uno e dell’altra. Non so se le cose che riguardano l’uno saranno per i lettori godibili quanto lo sono per me – ma tenderei a pensare di sì – ma di certo il racconto di mezzo secolo di un posto straordinario come la Zanichelli e delle cose che vi sono fatte (e soprattutto di come si sono fatte) è avvincente per chi sia appassionato anche di uno solo dei molti temi che tratta: l’editoria, la produzione fisica dei libri, la divulgazione scientifica, la geografia, la storia, il rapporto con gli autori, la storia d’Italia del Novecento, la cultura bolognese, l’evoluzione tecnologica e altri ancora.
«Mi sono formato come redattore in tempi che sono più vicini a quelli di Gutenberg e Ramusio che a quelli dei redattori attuali, prodigiosi dominatori di Mac OS X e di iPad»
Ma ha una curiosità per il cambiamento, il professor Gianni Sofri, che è ancora imbattibile.
In genere sono gli zii che proteggono i nipoti, ma l’inverso è molto più bello. Io non sono nipote e sono sicuro che il libro è bellissimo come qualcuno che in anni lontani ho letto. Salutalo per me. Cesare