La politica che vince

Sulla demagogia, sul “dare alla gente quello che chiede”, sul “non contano gli uomini”, eccetera, Tony Blair – uno che ha vinto e governato, parecchio – molto controcorrente:

Il principio guida per i progressisti, nel Regno Unito e in tutta Europa, dovrebbe essere questo: noi siamo quelli che cercano e forniscono risposte, non i depositari della rabbia delle persone. Nel primo caso, dobbiamo essere obiettivi e spassionati anche quando parliamo di temi che suscitano grande passione. Nel secondo caso, ci riduciamo a essere compagni di viaggio delle persone, non leader. E di questi tempi, su tutto, le persone cercano leadership.

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Un commento su “La politica che vince

  1. teo vinci

    Certo, siamo messi male se anche Tony Blair diventa un punto di riferimento, un maestro del pensiero. Blair non è un personaggio di sinistra, è un uomo molto ambiguo e discutibile, forse il vero erede della Lady di ferro. Qualche anno fa, non a caso, Giuliano Ferrara lo propose come presidente della Commissione europea, con l’evidente scopo, utilizzando Blair, di far crollare definitivamente la già, per suo conto, traballante Unione europea. Detto ciò bisogna dire che sono, ovviamente, quasi d’accordo con lui: certo un politico dovrebbe fornire analisi, essere convinto delle sue proposte e dare risposte concrete alle aspettative dei cittadini. Fra le righe, però, il Tony fa emergere qualche perplessità: perché le persone cercano leadership, perché molte persone sono in preda alla rabbia? Non sono sicuro di saperlo, ma la questione potrebbe essere rovesciata: perché nonostante NON ricevano risposte le persone continuano a persistere nelle loro idee?Guardate gli operai nordisti erano comunisti, ma poi, dimostrando grande acume, sono diventati leghisti e in VENT’ANNI hanno ottenuto proprio un bel niente, né soldi, né lavoro. Però vuoi mettere, la vera soddisfazione è urlare ed agitarsi nei comizi!

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