Giovedì il quotidiano argentino Clarìn ha scritto sul suo sito che Papa Francesco aveva fatto una telefonata al dittatore siriano Assad, a proposito delle tensioni internazionali intorno alla guerra civile in Siria. La notizia è stata ripresa da diversi siti di news in tutto il mondo, e anche da quelli italiani. Ma è stata poi smentita decisamente dal portavoce del Vaticano Lombardi, e non ha avuto successive conferme. Alcuni quotidiani, Repubblica tra l’altro, hanno raccontato la notizia e la smentita il giorno dopo, titolando “È giallo”.
Sempre sulla Siria, diversi quotidiani italiani hanno pubblicato una vecchia fotografia di Assad a cena con il Segretario di Stato americano John Kerry, presentandola come una rivelazione dei rapporti intimi e amichevoli tra I due, ora che Kerry è il principale fautore di un intervento militare americano in Siria. Ma la foto era nota da tempo e visibile su internet, dove già un anno fa su alcuni siti importanti era stata sottolineata la sua incongruenza con i rapporti attuali tra Stati Uniti e Siria. Che Kerry fosse stato poi a suo tempo il maggiore sostenitore di aperture e diplomazie con Assad era cosa altrettanto scritta e raccontata.
Come avrete notato, il governo Letta è stato “sull’orlo della crisi”, minacce di crisi”, “a un passo dalla crisi”, altre due o tre volte da quando ne abbiamo parlato la settimana scorsa. Al momento è tuttora in carica né è stato messo in discussione nelle sedi istituzionali, comunque.
In generale – vale in queste settimane per la Siria e anche per il governo italiano, ma per molte polemiche di politica interna e rischi di rotture, o altre tensioni – molti giornali italiani usano ormai con grande frequenza la formula “pronto a” per indicare un fatto che non è avvenuto ma che se avvenisse sarebbe una notizia. Dopo, la maggior parte delle volte quel fatto non avviene, ma nessuno – nemmeno questa rubrica – potrà dire che era stata data una notizia falsa. In effetti I soggetti erano “pronti a”, come lo siamo tutti su un sacco di cose che non facciamo.
Ormai possiamo solo sperare che la profezia di Casaleggo si avveri: “Giornali e tv sono lo strumento del potere, ma per fortuna declinano davanti al web”.