Tette e draghi

Mi sono chiesto a lungo se la passione di mio figlio diciassettenne per “Il trono di spade” dovesse suggerirmi di guardarlo anch’io, oppure di NON guardarlo anch’io. “Tette e draghi”, mi dicevano altri più adulti spettatori della serie, e benché questo spiegasse – connubio genialmente efficace per quel target – il successo presso gli adolescenti, non riusciva ad attirarmi molto: a me di solito piacciono le drammatiche tensioni di storie americane urbane e contemporanee, realistiche. Certo, poi però c’è stato Lost: orsi polari e sciami al posto dei draghi, niente tette, ma insomma i miei gusti non escludono il fantasy, mi sono detto, benché contemporaneo.
Quindi approfittando di un weekend ho fatto così: ho visto le prime due puntate della prima stagione del Trono di spade, letto su Wikipedia i riassunti di tutte le 28 seguenti, e guardato le prime due della quarta appena andate in onda.
Non vi dico se mi sia piaciuto o no, che non è che uno può arrivare così in ritardo e trascuratamente e pretendere di dire la sua. Ma per chi non l’ha mai visto completo la sintetica definizione di cui sopra, utile per recuperare un ruolo nelle conversazioni quando vi invitano a cena: “tette, draghi, e teste mozzate. E muoiono quasi tutti”.

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5 commenti su “Tette e draghi

  1. ergosfera

    L’ho abbandonata proprio perché era diminuito il numero di tette e aumentato quello delle teste mozzate… e non solo le teste

  2. Michelangelo

    Mah, secondo me è sbagliato cercare di farsi piacere un genere che non ispira molto. Se piacciono storie ambientate nel mondo contemporaneo, che siano di fantascienza (come Lost, che non è un fantasy) o no, allora una storia ambientata in un mondo fantastico non può che risultare dozzinale. In questo modo saranno evidenti solo gli aspetti più pacchiani della storia: tette, draghi e teste mozzate nel caso di GOT. L’aspetto interessante di GOT, ovvero le drammatiche tensioni scaturite dalle interazioni tra persone con valori e personalità estremamente diverse tra loro, sarà completamente perso da chi non apprezza il fantasy vero e proprio, e magari anche da chi non sopporta le trappole per adolescenti (tette, culi, draghi e teste mozzate). In altre parole, se a uno piace House of Cards per la sua ambientazione semirealistica e per via di Frank Underwood, è inutile che cerchi di guardare GOT, perchè si annoierà vedendo Daenerys, l’adolescente “madre” dei draghi, e perderà completamente la “bellezza” di un personaggio “malvagio” come Twin Lannister. Poi a cena si può anche parlare d’altro (magari facendo notare che ammorbare tutti quanti parlando solo di un telefilm, per quanro appassionanete sia, non sia molto simpatico). IMHO, naturalmente.

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