Fragile

Vedo le “analisi dei flussi” – formulazione da gastroenterologi – sul voto di domenica e mi chiedo quanto dobbiamo prendere sul serio delle valutazioni fatte sullo stesso genere di sondaggi che hanno fatto fallire le previsioni: ma ho rispetto per i sondaggisti (è un lavoro terribile: fai lo scienziato ma ti vogliono indovino, e poi ti bruciano come stregone) e mi fido, anche della versione per cui Renzi avrebbe “preso voti dall’elettorato montiano”, pur ricordando che il presunto “elettorato montiano” è vissuto un solo giorno, a una sola elezione, e quindi non direi che fosse un bacino così definito e identificabile come tale.

Ma aggiungo un’altra riflessione, basata “a occhio”, invece: Renzi è, come si sa, molto malvisto da un pezzo di persone di sinistra (le persone di sinistra sono tante cose, alcune si definiscono proprio per malvedere qualcuno, di volta in volta: diciamo che mi riferisco a quelle che tendono a votare solo partiti del “centrosinistra”). Il suo successo negli ultimi tempi ha moderato o tacitato queste insofferenze, ma sono sempre assai estese, sia dentro il PD che fuori, e tra gli elettori. “Pur di non votare Renzi”, era ipotizzabile che molte di queste persone votassero altro dal PD, che non riconoscono più, che “non è di sinistra”, e via discorrendo. O che non votassero.

Invece, all’apparenza, non hanno votato altro. La lista per Tsipras ha ottenuto un risultato molto più basso di quelli che erano i numeri potenziali di partiti e movimenti “a sinistra del PD” negli anni passati. Il M5S ha perso più di due milioni di voti, ed è abbastanza implausibile che abbia ricevuto molti nuovi elettori provenienti dal voto al PD. Gli altri piccoli – Verdi e Di Pietro – sono spariti. C’è stato sì un cospicuo numero di astenuti in più (l’8% circa), ma sembra realistico che siano voti persi un po’ da tutti, e se anche la proporzione fosse più a carico del PD, non credo sia ipotizzabile che siano più di un 3% di elettori persi, ma al massimo. Il PD è cresciuto del 15%.

Insomma, l’ipotesi è che la comunità degli “antirenziani interni” – parlo dei più agguerriti, non i molti non renziani che si sono pubblicamente e lealmente disposti a sostenerlo – si sia turata il naso e abbia votato Renzi. E l’ipotesi successiva è che lo abbia fatto perché nelle ultime settimane il PD di Renzi era dato in difficoltà, il che ha generato due reazioni: una più “politica” di volersi opporre a un eventuale successo del M5S nei confronti del PD, e una più “personale” di rendere più indulgente la suddetta comunità nei confronti di un Renzi perdente e in difficoltà. Tendo abbastanza a pensare che se alcuni di loro avessero immaginato un trionfo di Renzi di queste dimensioni, e un Renzi trionfale a fare il bullo poche ore dopo, gli sarebbe venuta l’orticaria e non lo avrebbero votato.

Se ne ricava che a Renzi abbia giovato – presso questi elettori – un’immagine più umile e fragile, proprio mentre guadagnava invece altri elettori per quello che ha mostrato in termini di successo e decisionismo nei mesi passati: il suo discorso da perdente alle prime primarie era già stato apprezzatissimo, ricorderete. E se ne ricava la saggezza di essersi presentato di nuovo con grande umiltà il giorno dopo i risultati (e di non essersi nemmeno presentato, il giorno dei risultati). È un grande tema, quello della conservazione del consenso che sfrutti il successo e non soffra l’arroganza: come diceva anni fa un mio amico “per le persone, non appena ti candidi a qualcosa sei già un altro”. E simmetricamente, tra mostrarsi umili e sembrare sfigati il passo è brevissimo (noi maschi impariamo presto la falsità del cliché sentimentale delle donne che “mi piacciono gli uomini che sanno mostrarsi fragili”), in un tempo così machista e competitivo.
Renzi non è partito benissimo nel cercare di tenere un equilibrio – però non ci riesce mai nessuno – ma la ricerca della “vocazione maggioritaria” richiede risultati mai visti anche su questo fronte. E Renzi fa progressi.

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5 commenti su “Fragile

  1. Marco 67

    uhmmm…
    d’accordo che a una certa sinistra i vincenti non piacciono proprio, ma da qui a dire che le difficoltà (apparenti) degli ultimi giorni abbiano scatenato l’istinto da crocerossina dell’elettore di sinistra, mi pare una lettura un po’ azzardata.

    Insomma se alle primarie del PD Renzi ha avuto quell’affermazione significa che nell’elettore è scattato il click, le minoranze (nonostante non abbiano fatto mancare in questi mesi critiche pretestuose) ragionevolmente (se alla fine non lo fossero, sarebbero in un altro partito) hanno fatto prevalere lo spirito di appartenenza. Non dovrebbe essere normale in un partito?

  2. rgiordani

    Le analisi dei flussi elettorali non sono valutazioni fatte su sondaggi, ma elaborando i risultati con il modello di Goodman o sistemi analoghi.

  3. goemon

    Sulla Lista per Tsipras dici una balla e lo sai (spero). La Sinistra in Italia è morta. Il colpo di grazia glielo ha dato Bertinotti presidente della Camera e sul cadavere ha infierito Vendola con il suo partito “di sinistra” ma con ambizioni di governo (con Bersani, ricordate? Sembra un secolo fa!).
    E ricordo che alle ultime elezioni politiche, le sinistre radicali prima “unite” nella “Sinistra Arcobaleno” e poi in quel bluff di “Rivoluzione Civile”, non hanno raggiunto il quorum per entrare in Parlamento.
    Quindi il 4% strappato dalla Lista per Tsipras è stata un’impresa, un piccolo miracolo da cui la Sinistra italiana (forse), con umiltà, può tentare di ricostruire qualcosa a sinistra del PD che è un partito moderato di centro.
    Complimenti a Renzi per aver sfondato a destra pur tenendo serrate le fila dei suoi.

  4. lorenzo68

    L’Europa fa meno paura adesso che è la stessa Germania a stabilire che non ci sarà più residenza per gli stranieri disoccupati da più di sei mesi? (Oltre alla negazione del sussidio di disoccupazione)
    Direttore lo chieda a Renzi che in campagna elettorale millantava la bandiera dell’Unione come sacra ed inviolabile.

Commenti chiusi