Da quando cominciammo a parlarne qui, Shazam è diventata un’app usatissima e familiare, e attivarla ovunque per riconoscere una canzone è ora un gesto spontaneo, scontato. Come se non fossero vicinissimi i tempi in cui dovevamo appuntarci un brandello di testo per cercarlo su Google, o quelli in cui dovevamo canticchiare imbarazzati al commesso del negozio per trovare un disco.
E intanto, con la stessa rapidità, sta avvenendo la Shazamizzazione del mondo: lo stesso principio si diffonde ad altri ambiti e innovazioni. Amazon ha appena presentato il suo smartphone che riconosce “le cose” e permette di comprarle, inquadrandole con la sua fotocamera. È già nato un dibattito sul fatto che d’ora in poi “le cose” verranno cerate in funzione della loro identificazione da parte delle app, e che tutto diventerà “prodotto”. Lo smartphone di Amazon riconosce un libro o un paio di cuffie, ma riconosce un cane? Il cane deve stare fermo?
Tutto questo suonerà disumano ai terrorizzati dal futuro e dal presente, ma quelli sbadati come me (che invidia sempre per la proverbiale capacità di Silvio Berlusconi di riconoscere tutti e ricordarsi di tutti) sognano da tempo un’app che riconosca le persone, e mi dica se sono mio cugino, un mio compagno del liceo, o uno con cui ho scambiato tre mail, offrendomi tutta la cronologia delle mie relazioni con lui e delle sue attività registrate online (offrendomeli direttamente nei processi cerebrali). Shazam delle persone.
Shazam delle persone
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A me piacerebbe avere Shazam per la voce delle persone.
Sentire a Radio 2 la voce di una persona che suona familiare di cui però non ricordi il nome e l’app ti dice che è “Luca Sofri ex conduttore di Condor”. Chissà quale delle due è più improbabile…
Uno Shazam delle persone esiste già anche se in versione beta. Si chiama Humin. https://www.humin.com/#/product