Cancellati dalle intenzioni

Che poi, secchiate di ghiaccio o altro, stiamo sempre a ripetere le stesse cose. Questo era del 2003, sintetizzato.

La questione è se i risultati debbano essere giudicati in base alle intenzioni di chi li ottiene. Rimaniamo ancora un momento sulle intenzioni, poi passiamo ai risultati: quello che voglio dire è che se io aiuto una vecchietta ad attraversare la strada perché sono buono ed educato, o per fare colpo sulla ragazza che mi sta guardando, o per ottenere una mancia dalla vecchietta, l’atto di aiutarla non è più o meno giusto per questo. Quello che cambia è il giudizio su di me: sarò un generoso altruista, un pappagallo vanesio o un avido interessato. Ma sarà comunque un bene che l’abbia aiutata e sarebbe stato peggio se non l’avessi fatto. Le azioni hanno un valore indipendentemente da chi le compie. Il risultato giustifica i fini, insomma.

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