C’è, una linea

A contestare il superficiale e pigro luogo comune che alla satira debba essere permesso tutto è arrivato persino Garry B. Trudeau, autore di Doonesbury, in un articolo (tratto da un suo discorso) intitolato “Abuso di satira”. L’abuso di satira esiste, i limiti della satira esistono.

A un certo punto l’assolutismo della libertà di opinione diventa infantile e poco serio. Diventa a sua volta un fanatismo.

(obiezioni di David Frum – ma soprattutto su un altro punto di Trudeau – qui)

p.s. prima che ci siano sbadati equivoci: per limiti della satira – come di ogni cosa dibattuta – si intendono limiti oltre i quali do un giudizio negativo di quello che fai: penso che tu sia un cretino, un incosciente, un presuntuoso, un prepotente, un violento, e non valga l’alibi che “la satira è libera” per giustificarlo moralmente. Non che ti si debba arrestare: la libertà è una cosa, il modo in cui la usi è un’altra. I reati sono una cosa, i comportamenti stupidi un’altra.

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