“Voi andate e venite”

La verità è che ogni occasione è buona per citare Il Migliore, il film con Robert Redford tratto da un romanzo di Bernard Malamud che parla di baseball e – come tutte le storie di baseball – di molto altro. E ogni volta che uno lo vede capisce o nota delle altre cose (la prima volta, non capii quasi niente di quello che era successo all’inizio, e mi piacque lo stesso).
Due settimane fa, rivedendolo con l’occhio di quello che si occupa assiduamente di cose di giornalisti, ho notato una specie di monologo di Max Mercy, il vecchio e navigato cronista sportivo (nel libro – che ha svolte assai diverse – questo scambio non c’era): poche battute che ricordano come funzione quelle ancora più memorabili di un altro avversario di Robert Redford, nei Tre giorni del Condor. Max Mercy lo interpreta Robert Duvall, ed è l’ennesimo esempio cinematografico di giornalista cinico, bugiardo, corrotto e disposto a tutto. E a quel punto del film – nei corridoi dello stadio, di fronte al protagonista giocatore che disprezza i suoi modi e i suoi scopi – dice una cosa, in cui sta tutta la condizione unica e imbattibile dell’informazione sportiva o politica in generale (alla fine i giornalisti vincono sempre, dicevamo qui), e anche dell’informazione peggiore, cinica, bugiarda, corrotta e disposta a tutto.

– Voi andate e venite, Hobbs. Andate e venite. Io sarò qui più a lungo di te o di chiunque altro qui dentro. Io sono qui per proteggere questo sport.
– Già, per conto di chi?
– E lo faccio costruendo o demolendo tipi come te.
– Hai mai giocato a baseball, Max?
– No, mai. Ma vedi, io lo rendo un po’ più divertente. E dopo di oggi, che tu esca un brocco o un eroe, mi avrai dato una grande storia. Ci vediamo in giro.

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