Altre tre cose sulla scuola

Ancora per cercare di mettere ordine nella discussione sulla scuola, cito tre cose che mi sembrano sensate tra quelle che mi hanno detto alcuni insegnanti in questi giorni, sempre a prescindere dal merito.

1. Parlano tutti per slogan e dichiarazioni apodittiche, da Renzi, ai nemici di Renzi, ai sindacati, e agli studenti. Nessuno sa argomentare con efficacia e chiarezza “perché è una buona legge” o “perché è una cattiva legge”, spiegando gli sviluppi logici e concreti dei cambiamenti, e così nessuno è in grado di farsi un’idea non faziosa, o non superficiale a base di lavagne e gessetti: «Poi, intanto, alcuni insegnanti scrivono lettere dettagliatissime e sulle questioni puntuali che però nessuno legge perché son lunghe eterne».

2. Non è una cosa che si possa chiamare “riforma della scuola”. Una riforma della scuola è un progetto complessivo e più esteso, di maggiore profondità, visione e coerenza: questo è un gruppo di interventi, diversi tra loro e a macchia di leopardo, che affrontano alcune questioni del funzionamento della scuola.

3. Una vera riforma della scuola, o un progetto che metta la scuola e l’istruzione al centro dei programmi di crescita e miglioramento del paese, ha bisogno prima di tutto di una cosa, che Renzi non ha e non ha nessuno: soldi. La scuola migliora e diventa meccanismo rivoluzionario del futuro di un paese se riceve investimenti che sostengano un progetto costoso, come ogni cosa: e questo vale ancora di più essendo la scuola già ora in deficit di investimenti. Quindi nessuno pensi che questo o altri interventi sulla scuola ottengano questo risultato: un governo da tempi di crisi al massimo mette delle pezze, limita i danni della mancanza di risorse, ottimizza qualcosa. Ma questo è un governo che non ha i soldi neanche per obbedire a una sentenza della Corte Costituzionale.
Certo, aggiungo io, si può ripensare tutto e mettere davvero la scuola davanti a tutte le altre priorità e impegnandosi in un grande progetto costoso: togliendo soldi altrove, togliendo soldi ad altri, togliendo soldi a qualcuno. Vedete voi se sia realistico.

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4 commenti su “Altre tre cose sulla scuola

  1. peogbert

    Condivido lo spirito del commento che altri hanno sintetizzato facendo una distinzione tra riforma e prerequisito di riforma (questa lettera lunga eterna di un professore su Internazionale lo spiega bene all’inizio poi va al dettaglio sulle graduatorie e altre amenità: http://www.internazionale.it/opinione/mauro-piras/2015/05/07/buona-scuola-quello-che-serve-davvero-alla-scuola-italiana). Ma non sono così pessimista. Alcune delle pezze sono piuttosto importanti (stabilizzazione ecc.) e ritengo potranno avere un effetto comunque positivo. A differenza di altre riforme che puntavano a stravolgere programmi e cicli e in definitiva diminuire le risorse questa punta a aggiustare l’efficienza della macchina esistente e inietta un po’ di risorse. Sicuramente migliorabile, certamente non così negativa come viene dipinta.

  2. hdr

    1- non si può fare un discorso oggettivo perché ogni discorso oggettivo parte dal presupposto che la scuola attuale è piena di incompetenti e gente parcheggiata li perché non ha trovato niente di meglio da fare. C’è gente bravissima, ma c’è anche gente che semplicemente dovrebbe fare un altro mestiere e non lo fa perché se hai 40 anni e hai fatto solo il prof di liceo non ti file nessuno. Abbiamo assistito a manifestazioni su manifestazioni dove, a detta del “mondo della scuola”, la scuola di oggi è perfetta, libera e plurale. No, la scuola di oggi ci ha fatto finire in fondo a tutte le graduatorie OCSE. Ma ovviamente non puoi dire cose del genere.
    2- questo è marketing.
    3- Se assumi maestri e professori che sono dei cani, non importa quanti soldi butti nel sistema scolastico. Le due cose sono egualmente importanti, buttare soldi in un sistema che è un colabrodo porta solo a sprechi, prima cambi il sistema, poi fai investimenti ingenti. La spesa principale per la scuola sono comunque gli stipendi dei professori, e la riforma cerca un modo per ottimizzare questa voce di spesa. L’apertura a finanziamenti privati e 5 per mille poi è una pezza che può però far comodo. (Comunque io ho fatto un liceo scientifico famoso di Milano, pubblico, e ci eravamo fatti sponsorizzare già all’epoca da una ditta privata, con tanto di proteste ecc.)

  3. Pingback: Al secondo posto | Danieleoppo.com

  4. ulysses

    Meno male che qulcuno sembra in grado di ragionare senza i toni tragici che hanno reso la discussione impossibile quasi dappertutto. Da insegnante, apprezzo quanto scritto da Luca e in diversi commenti a seguire. Certo, alcuni interventi nel sistema scuola vanno fatti, e giustamente non è per questo una ‘riforma’, che dovrebbe affrontare anche la didattica, i programmi e il prendere atto di certi cambiamenti antropologici. Lì i proclami servono a poco, come dimostrato dalle cosiddette ‘riforme’ che abbiamo visto negli ultimi 20 anni. Che il mondo dell’istruzione sia pieno di incongruenze lo sappiamo, che è complicato da vecchie logiche e autoreferenzialità pure, che la tendenza è stata tagliare risorse anche, con la scusa di modernizzare che è una cosa spesso ambigua se si parla di cultura. Certo servono investimenti, e qui la squadra di Renzi avrebbe potuto dimostrare più coraggio, naturalmente togliendo da qualche altra parte ( nelle spese militari? grandi opere cialtrone?…. ‘vedete voi se sia realistico’ mi pare un buona conclusione, ma dipende da cosa si considera realistico. Io un paese di persone istruite lo considero realistico, augurabile e possibile, forse la cosa più realistica che si possa fare).

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