Che non lo è

Mi chiama una vivace giornalista del Fatto per chiedermi notizie sul “fatto” che “avete assegnato ieri il premio Spotorno a Monica Maggioni”. Il premio Spotorno è un premio giornalistico presieduto da Gianni Riotta nella cui giuria sono stato invitato due anni fa: con un’altra quindicina di colleghi ogni anno mandiamo per mail un voto a favore di giornalisti che ci sembra abbiano fatto cose apprezzabili. Quest’anno lo abbiamo fatto un mese fa, e l’8 luglio sono stati annunciati i due vincitori, che hanno preso più voti: Michele Masneri e Monica Maggioni.

Lo spiego alla giornalista che mi chiama, immaginando di aiutarla dandole informazioni più esatte di quelle che aveva (chissà come mai ha chiamato me e non l’organizzazione: le suggerisco di farlo e le do un numero), ma percepisco palesemente una delusione alla notizia che la scelta fosse di un mese fa e non di ieri, contestuale alla nomina di Maggioni a presidente della Rai: me ne chiede persino conferma un paio di volte, scettica. Allora le aggiungo un po’ di dettagli, spiego i meccanismi della votazione per darle maggiori elementi, ma mentre sto parlando mi interrompe con un “va bene, va bene, grazie, chiamo l’organizzazione”. Le dico che mi pare strana la sua improvvisa bruschezza, ma faccia come vuole.

Poco dopo, chiedendomi quali loschissime manovre il suo giornale saprà individuare l’indomani, scopro che il direttore del suo giornale le aveva già individuate stamattina.

Ieri Gianni Riotta ha fatto tempestivamente sapere di aver assegnato il prestigioso Premio Spotorno da lui presieduto a Monica Maggioni. Questo sì che si chiama professionismo. Chapeau”

E non che io avessi bisogno di questa piccola cosa per conoscere la cospicua e quotidiana distanza tra il Fatto e un “fatto”, e l’attitudine del suo direttore a dire fiero un sacco di balle – o a non fare i controlli elementari per un giornalista – per chiamare l’applauso e poi fare finta di niente. Ma nell’improbabile caso che ne abbia invece ancora bisogno qualcuno di voi, la racconto. A saperlo votavo per Campo dall’Orto, invece che per Masneri.

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18 commenti su “Che non lo è

  1. andrea61

    Un po’ di comprensione per i poveracci del Fatto. Venuto meno (politicamente) il Cavaliere gli si evaporata la linea editoriale. Nutrono i loro lettori a base di sangue e m###a e se la politica non ne fornisce più, entra in gioco il giornalisno creativo. Tengono famiglia e la pagnotta è dura da portare a casa.

  2. gfranco

    … purtroppo il premio non è stato assegnato a freccero e quindi il “fatto” trova la cosa al quanto “irritante” e “sospetta”.

  3. hammett

    Gli articoli de Il Fatto sono ormai solo una indecente e continuacampagna di stampa contro alcuni “nemici”: sostanzialmente i giornali e i giornalisti concorrenti, Renzi e il PD. Le notizie, anche le più insignificanti, vengono amplificate strumentalmente e usate come armi improprie contro i nemici. Non è un giornale indipendente ma un livoroso e poco razionale strumento di guerra, sempre meno credibile purtroppo.

  4. Luigi Muzii

    Partiamo da qui: “chissà come mai ha chiamato me”. Forse la risposta sta nei ripetuti endorsement garantiti a Renzi e la sua corte, soprattutto dal Post, men che di recente.
    Su Monica Maggioni, le maggiori riserve che si possono esprimere riguardano certe “ambiguità” in tempi di berlusconismo rampante, la sua vicinanza a quelli che da certe parti sono definiti come poteri molto forti (p.es. il Bilderbeg) e, infine, ma non ultimo, il fatto che abbia praticamente affossato le testate che è stata chiamata a dirigere, pur potendo godere di notevoli risorse, maggiori di quelle concesse ai predecessori.
    Votare per Campo dall’Orto non avrebbe garantito un trattamento diverso, visti i risultati conseguiti dove è stato chiamato.
    Un bell’articolo (http://goo.gl/jozBxH) lo ha scritto oggi Marco Damilano su quell’altro giornalaccio che è l’Espresso e forse, e sottolineo forse, vista l’inclinazione per l’invito costante al riscontro, vale una lettura, anche superficiale.
    Il resto è solo tifo. Forza Magica.

  5. nevio m.

    Perché un sacco di balle? É dell’altro ieri la notizia della vincita del premio Spotorno o no? Anche se la giuria lo ha aggiudicato un mese fa, le agenzie di stampa hanno battuto la notizia giusto in tempo. RIOTTA?? Far notare la coincidenza é raccontare balle? Dobbiamo credere alla tua storia e della giornalista del fatto? Basta cliccare su premio Spotorno per vedere il tutto. Non mi stupisce che a saperlo avresti votato Campo dall’Orto. Slurpe.

    A parte che non prendi le battute su Campo Dall’Orto, ma la tua sintonia col Fatto si estende anche alla scarsa informazione che precede i giudizi: ti bastava cliccare un link per vedere che la notizia è stata data – anche dalle agenzie – un mese fa. La “coincidenza” da cui siete stati ingannati, tu e quel giornale lì tutto intero, è il deliberato annuncio promozionale del festival che una destinataria del premio era stata nominata presidente della Rai. Ciao, L.

  6. hermann

    Mi sembra che nel Fatto convivano aspetti trash, come quello raccontato (ma potremmo citarne sterminati) con almeno un aspetto positivo: la copertura data al tema ‘criminalità organizzata’, sui cui la testata denota un certo coraggio. Lo stile è quello della casa, si scorgono qua e là: inutili dietrologie, scivolosissime congetture subdolamente spacciate come dati acquisiti e tutto il repertorio. Ma non sempre. Questo è un tema importante, peraltro molto complesso, attraverso il quale passa una buona fetta dello sviluppo di questo Paese: mi sembra che gli altri media non lo seguano con la dovuta attenzione, lasciandone il monopolio al Fatto (e pochi altri). Faccio due domande: sono solo io che noto l’impegno del Fatto in questo campo (e lo apprezzo, pur con tutte le tare presenti nel DNA della redazione)? Qualcuno concorda con me, che il tema della criminalità organizzata, in media, è lasciato un po’ indietro nelle scalette editoriali italiane?

  7. StefanoFeltri

    Visto che siamo tutti in grado di leggere l’italiano, o almeno si suppone, facendo di mestiere i giornalisti, vorrei far notare che la frase: “Ieri Gianni Riotta ha fatto tempestivamente sapere di aver assegnato il prestigioso Premio Spotorno da lui presieduto a Monica Maggioni”. Significa una cosa precisa. Che Riotta ha ” ha fatto tempestivamente sapere”. Non c’è scritto “ha assegnato”.

    Questa rilevante differenza rende del tutto priva di senso la polemica del post qui sopra e anche gli insulti gratuiti di cui è infarcito, verso il giornale e verso la malcapitata collega che ha osato porre domande, usanza un tempo diffusa tra i giornalisti ora ritenuta evidentemente una mancanza di rispetto.

    A differenza che in questo post, sul nostro giornale non c’era distanza tra Fatto e fatto.

  8. archi

    “ha fatto tempestivamente sapere” è un po come virgolettare un testo di una frase riportata invece di quella ascoltata e trascritta lasciando intendere il contrario.
    Sarà pure legale e da un certo punto di vista vero, ma certo non informa correttamente il lettore.

    :-)

  9. hammett

    In risposta alla risentita risposta di Stefano Feltri, giornalista de Il Fatto (chè poi non si capisce perchè non si esponga l’ autore dell’ articolo cioè Marco Travaglio):
    – la dizione di Travaglio crea chiaramente un equivoco non scioglibile dal lettore, ma che indica più facilmente un’ assegnazione del premio da parte di Riotta in tempo reale, cioè temporalmente concomitante con la nomina della Maggioni
    – per ciò che concerne il mio Post non mi pare contenga insulti; altri magari li contengono, però sia contro Il Fatto che contro il Post
    Per finire una domanda a Feltri & c.: ma il Fatto Quotidiano quante persone sostanzialmente insulta e/o dileggia ogni giorno?

  10. hermann

    Se fai sapere di aver assegnato, devi anche aver assegnato. Se fai sapere che è stato assegnato, allora lo fai solo sapere. La toppa di Feltri è peggio del buco.

  11. hermann

    Oppure Feltri cerca di sostenere che la critica di Travaglio non riguardava l’assegnazione del premio in sé, ma l’averlo ribadito per sfruttare l’eco mediatica della nomina? Faccio fatica a credere a questa interpretazione, che comunque non rende l’accusa di scarsa professionalità a Riotta meno grave e spropositata.

    Puro Fatto Quotidiano al 100%: la notizia viene scritta partendo dalle conclusioni che si vogliono raggiungere, successivamente i fatti vengono sapientemente plasmati a supporto. Peraltro senza mai una rettifica.

    Volendo un esempio recente, che nulla ha a che fare con Riotta: http://www.dday.it/redazione/15509/rinvio-dvb-t2-il-mis-fatto-quotidiano-e-la-buona-informazione-hi-tech

  12. Luca Sofri

    Confermo che gli organizzatori del premio – anche il vicesindaco di Spotorno con un messaggio – si sono pubblicamente congratulati della scelta, con evidenti intenti promozionali per il premio che non c’è bisogno di spiegare a chi sia in buona fede.

    Quanto alla “malcapitata collega” che ha “osato porre domande”, immagino lo abbia fatto avendo al suo fianco il buon Feltri (che può segnalarmi gli “insulti” nei suoi confronti a cui si riferisce, in un vittimismo tipico), per essere lui informato così diversamente da me che ero al telefono: a me ha esposto certezze, che ho cercato di smontare. Se avesse poi chiamato la sera prima, avrebbe evitato al suo direttore di scrivere una fesseria. Ma il direttore avrebbe dovuto chiederglielo prima di scrivere, capisco la stranezza.

  13. fafner

    Ogni anno mandiamo per mail un voto a favore di giornalisti che ci sembra abbiano fatto cose apprezzabili.

    Dove si possono leggere le motivazioni estese del premio? Giusto per capire di che tipo di apprezzabilità stiamo parlando.

    Come ho scritto il premio è dato sulla base di un conteggio di voti individuali: non possono esistere “motivazioni estese”, ognuno ha le sue, tutte personali. L.

  14. gianmario nava

    quello che mi sconcerta è il bisogno vitale del fatto di avere ragione e la conseguenza che se tutte le verità sono vere tuttavia alcune verità sono più vere di altre
    che fa il paio con quel giornalismo che riporta le parole di qualcuno (in genere un politico) e poi ti spiega la vera verità: che quelle parole vogliono dire l’esatto contrario di quello che significano, perchè il giornalista sa gli arcani misteri dietro le quinte e tu no

    qualcosa a metà tra scientology e gli anni 30 a mosca

  15. Alessandro Paggi

    Stefano Feltri, lei pensa il pezzo di Travaglio sarebbe stato lo stesso se fosse stato scritto DOPO questa telefonata?

  16. Effe

    Lei e Riotta avreste dovuto limitarvi a far notare che il premio era stato già assegnato un mese fa senza attaccare a vostra volta il Fatto e Travaglio. Nel merito avete ragione, ma così facendo vi siete abbassati al livello dei vostri accusatori e messo in piedi una polemica davvero grottesca.
    Mi spiace davvero dirlo, ma a me pare che sia stato teso un “agguato” in cui le vittime sono cadute con tutte le scarpe.

  17. Pennarell0

    SE

    è esatto quanto raccontato da Luca Sofri, e non pare esserci motivo per dubitarne,

    (“mi chiama una vivace giornalista del Fatto per chiedermi notizie sul “fatto” che “avete assegnato ieri il premio Spotorno a Monica Maggioni”…

    …percepisco palesemente una delusione alla notizia che la scelta fosse di un mese fa e non di ieri, contestuale alla nomina di Maggioni a presidente della Rai: me ne chiede persino conferma un paio di volte, scettica.)

    ALLORA

    dobbiamo logicamente concludere che la rampogna di Stefano Feltri sulla cattiva interpretazione delle parole di Marco Travaglio fosse rivolta anzitutto alla sua collega di redazione.

    S.F. dixit:

    “Visto che siamo tutti in grado di leggere l’italiano, o almeno si suppone, facendo di mestiere i giornalisti, vorrei far notare che la frase: “Ieri Gianni Riotta ha fatto tempestivamente sapere di aver assegnato il prestigioso Premio Spotorno da lui presieduto a Monica Maggioni”. Significa una cosa precisa. Che Riotta ha ” ha fatto tempestivamente sapere”. Non c’è scritto “ha assegnato”).

    O FORSE

    il problema non sta nella capacità di saper leggere della collega o di altri, ma nella frase sibillina di Travaglio, che non dice una aperta bugia ma espone i fatti in modo tendenzioso,
    suggerendo un collegamento causale tra nomina e annuncio del premio, prima ancora che temporale, lungi dall’essere dimostrato.

  18. Pennarell0

    Dopo aver postato il mio precedente commento mi son reso conto di non essermi espresso con esattezza nell’ultima parte, e siccome non trovo un pulsante “Modifica” per correggere, provo a rimediare con un post scriptum.

    Un “collegamento causale” tra nomina e nuovo annuncio del premio ovviamente c’è, come ha chiarito Luca Sofri, ma il punto è che si tratta del “deliberato annuncio promozionale del festival che una destinataria del premio era stata nominata presidente della Rai”.

    Resta invece tutto da dimostrare un rapporto causa-effetto di altro genere, poco professionale, motivato cioè da chissà quali interessi, come quello che il lettore potrebbe intendere dalla frase di Travaglio, che conclude con un malizioso “Questo sì che si chiama professionismo. Chapeau”.

    Addirittura, la sibillina formula “…ha fatto tempestivamente sapere di aver assegnato…” potrebbe suggerire all’ignaro lettore un possibile collegamento tra la nomina e la stessa attribuzione del premio, qualora il lettore non sappia (come è probabile che non sappia) che il premio risaliva a un mese prima.

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