Fa’ qualcosa

Da molto tempo alle tradizionali contrapposizioni tra destra e sinistra se ne è in parte sostituita un’altra, quella tra chi dice che non esistano più destra e sinistra, e chi dice che esistono ancora eccome e le usa tuttora come metro. L’alternativa si basa già su un equivoco, quello che confonde il verbo “esistere” con “essere prioritaria”. Esistono infatti tuttora cose che non sono cambiate molto nei decenni e sono ancora riferibili a una vecchia idea di sinistra o di destra: però tante altre cose si sono confuse e aggrovigliate, e quindi un vecchio “fare cose di sinistra” – per esempio – non è più diventato sinonimo di “ottenere le cose che le persone di sinistra pensano giuste”. Quella espressione – come tanti slogan sbrigativi di grande attrattiva – è infatti resa vuota e controproducente dallo stesso meccanismo che devasta gran parte del dibattito e dell’azione politica italiana: il dirottamento su parole, etichette, categorie, frasi fatte delle discussioni sulla concretezza dei fatti, degli obiettivi, dei risultati.

Io credo che per ottenere molti risultati “di sinistra” (ovvero risultati che noi persone che ci pensiamo di sinistra consideriamo giusti, per quanto si possa generalizzare: poco, cioè) oggi si debbano fare analisi nuove e diverse, si debbano cercare percorsi e soluzioni nuove e diverse, che vecchi canoni forse troverebbero “non di sinistra”. Ma credo anche che chissenefrega, se devo dirla tutta: perché se c’è una cosa che è poco di sinistra è proprio giudicare obiettivi e risultati sulla base di un’etichetta e un’ideologia irrigidita, invece che delle opportunità e dei miglioramenti che portano o no alla vita di più persone possibile, con attenzione duttile ai contesti e ai cambiamenti. E non direi – se mi importasse – che sia di sinistra ostacolare potenziali opportunità e miglioramenti spostando la discussione sull’accusa di non essere di sinistra.

Ecco quindi cosa direi che non sia di sinistra: accusare qualcuno o qualcosa di non esserlo, che anzi a me pare tra l’altro una cosa piuttosto di destra. Come questa conclusione, avete ragione.

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7 commenti su “Fa’ qualcosa

  1. Effe

    E’ sbagliato sia affermare che destra e sinistra non esistono più sia pensare che tali categorie possano essere usate come metro.
    Il punto è che i concetti di destra e sinistra sono puramente convenzionali e in continua evoluzione:
    dunque esistono ma, non essendo definiti “una volta per tutte”, non possono essere usati come metro.
    Per avere un’idea di ciò basta pensare al fatto che originariamente destra e sinistra servivano semplicemente ad indicare la zona dell’Assemblea in cui sedevano i parlamentari. Dunque originariamente non avevano il significato morale che oggi assegniamo loro.

  2. atlantropa

    A mio modestissimo avviso il/un grosso problema con l’etichetta “di sinistra” è la rivendicazione di esserlo da parte di gente i cui massimi riferimenti politici sono Kennedy, Hillary Clinton o Blair, per cui Marx è un inutile arnese dell’ottocento (mentre magari Tocqueville o Thomas Jefferson sono di straordinaria attualità) e i partigiani gente dai metodi spicci da cui meglio prendere le distanze (con l’eccezione ovvia degli azionisti, ed eventuale del Pertini mundial); gente indifferente o addirittura a disagio con l’idea del suffragio universale e bendisposta verso l’attuale riprogrammazione del concetto di democrazia; gente che quasi-pavlovianamente prova antipatia per gli Assange o gli Snowden e simpatizza per l’isterismo interventista-umanitario contro il male, il cui esito sistematicamente sciagurato è pensato accidentale o collaterale; gente che tra sindacati e Confindustria (magari a sua volta pensata come il sindacato a tutela dell’altra parte contrattuale) non vuole avere simpatie preconcette; e per cui alla fin fine il credo mercatista/manoinvisibilista sta bene come sta (anzi, magari un certo qual contributo alla felicità della gente lo danno proprio le scatolette coi bordi stondati della Apple, a partire dall’unboxing). [Perchè, poi, uno con tali convinzioni voglia autodefinirsi di sinistra resta uno dei misteri più insondabili.]

  3. ndreamar

    A me pare piuttosto che, con la caduta del muro di Berlino e il fallimento dell’esperimento sovietico, si sia avviata una fase di restaurazione padronale e destrorsa molto più severa e solida di quella ottocentesca.
    La sinistra è stata semplicemente sconfitta, (prima di tutto dentro le nostre menti).
    Da qui tutte le seghe sul superamento del concetto di destra e sinistra, propagate sopratutto da coloro che sono partiti a sinistra e, vuoi per invecchiamento anagrafico, vuoi per convenienza di carriera, sono scivolati su posizioni di destra senza volerlo ammettere.
    Sinistra vs destra sono due posizioni concettuali che stanno ad indicare contrapposizioni politiche molto nette ed evidenti, come: solidarietà vs egoismo / collaborazione vs competizione / ragione vs istinto animale / intelligenza vs furbizia e via dicendo, come si può pensare che queste contrapposizioni siano estinte? ridicolo.

  4. metiu

    “se c’è una cosa che è poco di sinistra è proprio giudicare obiettivi e risultati sulla base di un’etichetta e un’ideologia irrigidita, invece che delle opportunità e dei miglioramenti che portano o no alla vita di più persone possibile, con attenzione duttile ai contesti e ai cambiamenti.”

    Io credo che il nodo stia proprio in questa affermazione, che condivido pienamente.

    Il problema sta nel capire cosa si intenda per “contesti e cambiamenti” e come questi possano influire la portata e la tempistica delle riforme.

    Posto che nessun modello economico ha finora storicamente dimostrato di funzionare alla perfezione e che nelle versioni moderate e bilanciate possano andare tutti bene ( anche il liberismo economico puo’ essere “di sinistra”, nella sua versione “sociale”) io credo che per una “vera” sinistra contesti e cambiamenti siano quelli in ambito sociale ed economico e il parametro debba sempre rimanere quello delle “opportunita’ e miglioramenti che portano alla vita di piu’ persone possibile”.

    Per Renzi invece, giusto per contestualizzare, i contesti ed i cambiamenti sono solo quelli politici a livello europeo. Quelli che gli garantiscono di governare. Renzi, assumendo che sia “di sinistra” (cosa della quale io non sono mai stato convinto), non fa cose di sinistra perche’, troppo attento a non perdere il supporto dei “poteri forti” che governano l’eurozona, ha accettato senza contestare delle imposizioni che non tengono conto delle opportunita’ e dei miglioramenti alla vita di piu’ persone possibile.
    In un contesto sociale ed economico come quello europeo durante il periodo di profonda crisi economica che sta attraversando infatti non e’ una cosa di sinistra accettare di rispettare i limiti di bilancio e le rigidita’ imposte dal fiscal compact. Non e’ di sinistra non contestare la struttura sulla quale si e’ impostata la moneta unica, come ad esempio la impossibilita’ di operare quantitative easing (salvo quando convenga alla Germania, inteso). Non e’ di sinistra accettare austerita’ che palesemente ostacolano le opportunita’ e i miglioramenti alla vita di piu’ persone possibile senza ottenere al contempo flessibilita’ che stimolino la crescita. Non e’ di sinistra nemmeno considerare tutti questi argomenti come un tabu’ e non parlarne in tv o sui giornali, come e’ successo in Italia fino a pochi mesi fa.

    Renzi e’ pertanto solo l’ennesimo leader furbo e non illuminato, innamorato piu’ del potere in se’ che del benessere di piu’ persone possibile, quindi non di sinistra. Lo dimostra, tra le altre, il suo attuale tentativo di accentrare il potere su di se’ con l’ eliminazione del Senato e dei delicati controbilancianciamenti democratici stabiliti dalla Costituzione.

    La sinistra, inclusa quella che adesso si definisce “la sinistra del PD”, durante la crisi non ha mai fatto cose di sinistra ed e’ per questo che il PD ha completamente perso di credibilita’ nei confronti di persone non euroscettiche ma che capiscono le assurde dinamiche di potere di questa Europa, ancora troppo pochi purtroppo.

    L’Italia e’ giunta ad un tale livello di ignoranza e disperazione che gli elettori si accontentano di qualcuno che “faccia cose”, non necessariamente “di sinistra”, ed il renzismo sopravvive per questa ragione.

    Per fortuna Tsipras forzando con estremo coraggio la mano ha costretto l’Europa a mostrare sotto i riflettori del mondo intero (e, nonostante gli sforzi contrari di quasi tutto il giornalismo italiano, voi del Il Post inclusi purtroppo, anche in Italia) il suo vero volto e le dinamiche economiche e politiche sulle quali si fonda. Quelle stesse dinamiche alle quali il PD, in modo per nulla di sinistra, si e’ sempre adeguato.
    Grazie a Tsipras l’Europa e’ ora costretta a mostrare, salvo perdita di consensi e vittoria di partiti eurofobi, un altro volto che e’ quello che sta permettendo a Renzi di promettere tagli di tasse ed investimenti per la crescita facendogli cosi mantenere un po’ di consensi. Solo un po’ per fortuna.

    In attesa di uno Tsipras italiano e di giornalisti con le palle, in Italia l’unica leva per costringere i governi a “fare cose di sinistra”, data l’inconsistenza degli attuali leader e della totale mancanza di un giornalismo mainstream indipendente, rimane quella dell’opinione pubblica nei confronti dell’Europa, leva che al momento e’ offerta (per fortuna/sfortuna) da partiti populisti come M55 e Lega. Un giornalismo serio caro direttore potrebbe pero’ sostituirsi a questi ultimi invece di optare per la via del dileggio, che alimenta il loro gioco.

  5. metiu

    ps
    Pare che L’Europa sapesse gia’ da anni del trucchi usati dalle case automobilistiche per eludere i controlli sulle emissioni.
    Se fosse davvero cosi’ mi sembra un ottimo punto di partenza per mettere in luce una Europa che in virtu’ di un liberismo economico non moderato predilige gli interessi delle industrie e multinazionali (tedesche tralatro) invece che il miglioramento (fisico) di piu’ persone possibile.
    Se il Corriere ad esempio, invece di fare inutili campagne contro “l’emergenza ecstasi” (solo per citarne una) iniziasse una campagna vera contro questi aspetti deleteri di questa Europa si riuscirebbero a fare molte piu’ cose “di sinistra” in italia.

  6. minimAL

    Del resto esiste il giornalista coraggioso, che consuma le scarpe per fare inchieste, mettendo anche in dubbio la propria simpatia per un politico, e poi esiste il giornalaio che propone e propina articoli, rassegne, blog, foto, (quasi) tutto quello che arriva dal mondo e dalla rete, guardandosi bene dal rischiare di suo, comodamente seduto sulla sua calda sedia.
    Questione di posizione, insomma, e non di ideologie

  7. cinziaopezzi

    ti ho sempre voluto bene, è giusto che tu lo sappia
    e a partire da questo articolo, in particolare dalla frase che comincia con
    “ma credo anche…” potrei sviluppare una forma viscerale di attaccamento.

    tra le altre conseguenze stavo valutando di fotocopiare l’articolo in formato a3 e girare per le città come donna sandwich con con l’articolo sulla pancia e sulla schiena, e solo perchè non ho i soldi per inondare città e campagne di volantini gettati da un aereo.

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