45 anni fa, a settembre del 1970, uscì “Abraxas” dei Santana (non si sapeva mai come dire, se era lui Carlos Santana, o la sua band Santana). Era il loro secondo disco, e andò molto forte, anche meglio del primo (erano stati a Woodstock e si erano fatti molto notare, nel 1969): ne uscirono tre singoli, tra cui Black magic woman e Oye como va. Invece non fu allora uno dei pezzi più famosi la terza traccia del lato B, uno strumentale dove Carlos Santana faceva molto il fenomeno (lui disse poi che è uno dei pezzi in cui sente più se stesso): ma fece il botto qualche anno dopo, quando fu il singolo promozionale per una raccolta, e da lì in poi non ci fu tramonto in spiaggia, o serata intorno al falò che non vi venisse associata. Nel 1982 Nick Hornby la mise come sesta nella sua famosa lista delle “31 canzoni”, raccontando come la immaginasse colonna sonora dei suoi sogni erotici quando era adolescente. Meno poeticamente, io l’associo a certe tarde mattinate di “Hit Parade”, tra la voce di Luttazzi e quella di nostra madre che ci chiama perché il pranzo è in tavola e noi stiamo ancora aspettando le prime quattro posizioni. Ricordi, come direbbe Snoopy.
Samba pa ti
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