Quando mio padre lesse le bozze di Playlist, aggiungendovi un certosino ed esatto lavoro di correzione bozze in cui eccelle, il suo commento fu: “ma nella storia del rock muoiono tutti continuamente?”.
Che c’è in effetti nella storia del rock una grande frequenza di morti precoci, ma c’è anche una grande celebrazione della morte nella storiografia del rock: le morti giovani fanno sempre leggenda, e il rock è una cosa di leggende. E anche quando le morti non sono così precoci, sono le rockstar a sembrare sempre giovani ed eterne e ogni loro morte è inimmaginabile.
Oggi è stata una giornata di quelle. Non fosse andata com’è andata, sarebbe lo stesso una data da leggenda e morte nella storia del rock. L’11 gennaio 1971, 45 anni fa, uscì Pearl, il quarto disco di Janis Joplin, e l’ultimo. Lei era morta di un’overdose tre mesi prima, mentre lo registrava (una canzone è solo strumentale perché morì prima di cantarla), a 27 anni: due settimane prima era morto Jimi Hendrix, a 27 anni. Bowie, che aveva quattro anni meno di Joplin, era diventato famoso nel 1969, un anno prima.
Muoiono tutti continuamente. Dentro Pearl c’era “Cry Baby”.
Ho scoperto-o semplicemente capito- oggi…con colepvole ritardo,che l’apertura di “Watch that man”,prima traccia di Aladdin Sane, è stata ripresa pari pari nell’ “incipit” di “I Duri hanno due cuori” di Liga.