L’Isis a Pescara

Incollo un breve capitolo dal libro Notizie che non lo erano, che riguarda Pescara e mi è tornato in mente oggi leggendo altre cose.

L’Isis a Pescara

«Violenze in Comune, aggredito anche Di Iacovo. L’assessore all’istruzione minacciato da un cittadino iraniano che non riceve i rimborsi dei libri per i figli: “Ora vi faccio vedere io cos’è l’Isis”» [«il Centro», edizione di Pescara, sito web, 15 gennaio 2015]

«Comune, minacciato un altro assessore. Di Iacovo e una dipendente aggrediti verbalmente da un albanese: “Vi faccio vedere di cosa è capace un musulmano”» [«il Centro», edizione di Pescara, 16 gennaio 2015]

Febbraio 2015, sto scrivendo le ultime cose di questo libro ma devo sospendere per un giorno per una serie di riunioni a Pescara, dove da qualche anno collaboro con l’organizzazione di un festival di libri, scrittori e giornalisti, e dobbiamo cominciare a preparare l’edizione del prossimo autunno. Sono un po’ in ritardo coi tempi di consegna, ma staccare dalle notizie false per una giornata è anche un diversivo e mi rilasserà rispetto alla sensazione di alienazione e diffidenza per qualunque cosa, sensazione che lo studio delle invenzioni dei giornali ogni tanto induce.

Il fondatore del festival è uno scrittore pescarese di trentasette anni: ne aveva ventitré quando creò il festival e ha animato nel tempo diverse cose in città. Si chiama Giovanni Di Iacovo, ora insegna all’università e da qualche mese è stato nominato assessore alla Cultura del Comune, così gli chiedo di raccontarmi come sta andando e come viene giudicato, e lui – che è molto spiritoso e sa raccontare – a un certo punto mi cita divertito la cosa più recente per cui è finito sui giornali.

«Sono stato aggredito!»
«Ma da chi?»
«No, non sono stato aggredito davvero, ma hanno scritto che ero stato aggredito in Comune: io ero a casa che pranzavo. Ti faccio vedere la notizia che è uscita sul sito del “Centro”.»
«Come a casa? Qui dice che questo ti ha minacciato.»
«Ma io non c’ero, ero andato a pranzo a casa ed è arrivato questo signore albanese che vive a Pescara e voleva vedermi perché non ha ricevuto dei rimborsi sulla scuola dei suoi figli. La mia segretaria gli ha detto che sarei rientrato nel pomeriggio e lui ha protestato con lei.»
«Protestato: qui dice che era aggressivo e ha parlato dell’Isis.»
«Ma non ha detto così, lui ha spiegato che era un cittadino italiano e per paura di essere guardato con sospetto perché straniero ha detto “non sono mica uno di quelli dell’Isis”.»
«E perché l’articolo dice che era iraniano?»
«Si sono sbagliati anche su quello. Sul giornale del giorno dopo hanno scritto albanese. E hanno tolto l’Isis, forse l’albanese dell’Isis era meno convincente. Io però sono rimasto aggredito, anche sul giornale. Lo hanno corretto sul sito il giorno dopo, e sono sparito dalla storia (ero a casa, mi ero fatto una pasta, mi hanno telefonato per avvisarmi che c’era stata questa visita in effetti un po’ agitata). Adesso online ci sono due articoli: uno che dice che mi ha aggredito e uno che dice che non c’ero.»
«Ma che senso aveva inventarsi che ci fossi anche tu?»
«È che a Pescara avevano già aggredito due assessori nei giorni precedenti, e quindi gli sarà sembrato normale farla diventare un’abitudine. L’articolo, vedi, dice: “È l’ennesimo episodio di violenza, seppure solo verbale, nei confronti di amministratori e dipendenti comunali. Venerdì della scorsa settimana c’erano state due aggressioni nello stesso giorno, nei confronti degli assessori Adelchi Sulpizio e Giacomo Cuzzi. Insomma, nel giro di sei giorni sono stati aggrediti e minacciati ben tre assessori della giunta Alessandrini”.»
«Ma tu no.»
«Macché, è anche un po’ umiliante. Ma non mi ha aggredito nessuno: il signore albanese è tornato il giorno dopo e gli dispiaceva di quello che aveva letto sul giornale, l’ho dovuto rassicurare.»
«E i rimborsi?»
«Non aveva i requisiti, gliel’ho spiegato e se n’è andato. Ma perché ti interessa tanto?»
«No, niente.»

 

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