Così, per ricordare con quale sistema di informazione viviamo, metto lì ogni tanto qualche segnalazione almeno sulle notizie più grosse e importanti. In questi giorni è uscito di tutto, contraddetto e smentito il giorno dopo, e poi di nuovo contraddetto e smentito, eccetera.
Sull’attentato di Utrecht.
Come ha segnalato Tommaso Tani su Twitter, molte testate hanno scritto di un messaggio in arabo riconducibile all’attentatore. Il quale non è arabo, tra l’altro. Quale sia la fonte di questo dettaglio inserito nei titoli, non si capisce.
E infatti, su alcune delle stesse testate si dice invece stamattina.
Sulla morte di Imane Fadil
A oggi niente ha confermato le ipotesi sull’avvelenamento da sostanze radioattive, ma neanche quelle sull’avvelenamento tout court. Sono ipotesi fatte in cerca di una spiegazione per la morte. I magistrati la mettono correttamente così.
I quotidiani invece l’hanno messa così, da sabato, nei titoli in prima pagina.
“Avvelenata con le radiazioni”, Corriere della Sera
(notare le solite virgolette inventate per dire una balla e attribuirla ad altri, senza che nessuno l’abbia pronunciata)
Muore avvelenata, “uccisa dal cobalto”, Repubblica
(idem, ma in questo caso non ha fondamento nemmeno il non virgolettato)
Il mistero dell’Olgettina uccisa a Milano con sostanze radioattive, La Stampa
È stata avvelenata, Il Giornale
Avvelenata la teste del caso Ruby, Il Fatto
Avvelenata la teste chiave del processo Berlusconi, Libero
(Libero il giorno dopo: “le accuse non reggono, sull’Olgettina finora soltanto balle”)
E lunedì:
Fadil, nuovo test «Corpo radioattivo», Corriere
Morta forse avvelenata, Il Fatto
Sulla strage di Christchurch
C’è una regola/slogan tra i verificatori di notizie false che è “non esiste quasi mai un secondo attentatore”. Nelle ore successive a ogni attacco terroristico “si cerca un secondo attentatore”, e quasi sempre (non sempre) si scoprirà che non c’era nessun secondo attentatore. A Christchurch la notizia di più attentatori è stata puntualmente data e i giornali sono stati ulteriormente confusi da tre arresti fatti il giorno dopo, di persone che si sono subito rivelate estranee a tutto. Col risultato che ancora domenica, mentre con un articolo il Corriere spiegava infine che l’attentatore era uno, con un altro continuava a dire che ce n’era stato un altro.