Pochi giorni fa i deputati della Lega – il partito che ha sempre destinato meno pensieri, attenzioni, interesse, progetti alla scuola e alla cultura tra quelli in parlamento – hanno inscenato una sbracata protesta nell’aula della Camera, con striscioni e cori da curva contro la ministra Azzolina: pretendendo di “bocciarla” a suon di urla. E dando un nobile esempio dell’uso delle istituzioni, dei suoi luoghi e dei suoi simboli – e del ruolo e dignità dei rappresentanti eletti – a qualunque bambino, bambina, ragazza e ragazzo a cui sia capitato di vedere quella scena. Per fortuna non era più tempo di visite scolastiche alla Camera.
Passano tre giorni e, dopo un ulteriore attacco di Matteo Salvini, la ministra Azzolina, già insegnante, ritiene di ricorrere – per rispondergli – all’infantile trucco dialettico della correzione delle virgole. Solo che sbaglia a correggere le virgole (si scrive da sempre con una esse), esibendo un classico della natura del suo partito: la supponenza accanto all’ignoranza (essere supponenti sapendola lunga può essere antipatico; essere ignoranti restando umili può essere normale; ma le due cose insieme sono il M5S).
Non hai letto il decreto (non è una novità), fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si scrive “plexiglass”. Essere bocciata da te è una promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza. https://t.co/0I0quOKC45
— Lucia Azzolina (@AzzolinaLucia) June 8, 2020
È un illuminante confronto su due delle maggiori forze politiche del paese, a cui abbiamo consegnato discussione e progetto sul futuro, quello vero: la scuola. La terza si è scansata da un pezzo: dimenticando i suoi proclami su questi temi e le competenze che ha intorno, scelse di consegnare quel ministero alla ministra Azzolina, a cui oggi la Lega può dare lezioni sul “mantenere questo paese nell’ignoranza”.
Bella gara.