15 fan intorno

La versione contemporanea dei famosi “15 minuti di celebrità” è la bolla dei “15 fan intorno”: in questo futuro, tutti abbiamo almeno 15 fan intorno. Che ci danno un’impressione di consenso gratificante e ingannevole, e ci impediscono di vedere quanti altri fan ci sono dietro di loro (e ognuno di noi fa parte a sua volta di altre bolle di fan). Il risultato è che la percezione di ognuno è di avere comunque dei fan, che siano 15 o un milione, e che qualunque cosa facciamo raccolga consensi e sia apprezzata: ce ne sono sempre abbastanza per riempire le rassicurazioni e le giornate e accogliere ogni cosa detta o fatta, e per impedirci confortevolmente di vedere cosa ci sia oltre queste due file di 15. E per mettere in pericolo la nostra consapevolezza di noi e la nostra capacità di giudizio e autocritica, già fragili per natura umana.

(post di questo genere, di analisi di meccanismi, inducono spesso a letture e reazioni che attribuiscono all’autore intenzioni critiche per questo o quello: è probabilmente inevitabile, ma non ce ne sono, lo scrivo. Volendoci pensare, anzi, è interessante riflettere se questa nuova condizione sia più da apprezzare per quello che ci fa stare meglio o meno per quello che ci ottunde: dipende, immagino)

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