Qualcuno dice una cosa normale, abituale in molti altri contesti e occasioni, insignificante, in un ambito limitato, senza che il suo dirlo abbia conseguenze negative per nessuno; ma invece qualcun altro la nota, si indigna, la prende e urla al mondo che è una vergogna, puntando il dito accusatore contro i colpevoli di quelle espressioni scandalose e offensive, e viene seguito da una marea di altre indignazioni conformiste e di attacchi che costringono il malcapitato originale a chiedere scusa e ritirare quello che aveva detto. E d’ora in poi tutti staranno attenti e ricattati, nell’uso del linguaggio.
Mi pare di avere capito sia questo quello che chiamano “cancel culture”, no?
La Commissione europea batte in ritirata e stralcia il documento interno che prevedeva l'eliminazione della parola "Natale" perché considerata poco inclusiva. Abbiamo fermato la vulgata del politicamente corretto. pic.twitter.com/tBmhzr0QhA
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) November 30, 2021
Ecco il pericolosissimo passaggio del documento (linee guida per i dipendenti) con il quale la Commissione UE ci vuole rubare il Natale. De che stamo a parlà? pic.twitter.com/YzSJOCrESE
— Simone Spetia (@simonespetia) November 30, 2021